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Rassegna del 6 Marzo, 2020
    

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Impariamo dalla gestione dei rischi ambientali ad affrontare il nuovo Coronavirus - di Edo Ronchi


Impariamo dalla gestione dei rischi ambientali ad affrontare il nuovo Coronavirus - di Edo Ronchi

In campo ambientale disponiamo di una consolidata esperienza e di una sviluppata metodologia, condivisa a livello internazionale, per la gestione dei rischi che ci insegnano alcune cose fondamentali. La prima: a valutare il livello di un rischio.

I rischi sono molti, valutarli aiuta a scegliere le priorità e a graduare gli interventi, con impegni commisurati. Il livello di un rischio è definito dalla probabilità dell’evento pericoloso e dalla gravità delle conseguenze che esso può generare. La gravità delle conseguenze, a sua volta, dipende sia dalla gravità del pericolo che origina il rischio, sia dalla vulnerabilità delle persone esposte.

La seconda: quando non è possibile azzerare i rischi – come accade spesso-  occorre puntare, con la loro gestione, a minimizzarli a un livello accettabile. Qual è il livello accettabile? Quello definito da due confini: quello superiore, di un livello elevato comunemente ritenuto inaccettabile, a prescindere dai costi, quello inferiore, definito da un livello di conseguenze ritenute trascurabili.

Il nuovo coronavirus è ancora poco conosciuto. Quante persone potrà ancora contaminare? Quando sarà disponibile un vaccino efficace? Sono domande non banali che attendono risposte.

Tuttavia, con i dati disponibili, possiamo fare qualche prima analisi del livello di rischio, comparandolo con altri rischi. In Italia, mentre scrivo, abbiamo avuto 650 contaminati e 17 morti per il nuovo coronavirus. Secondo gli ultimi dati ISPRA, in Italia sono stati superati i limiti di inquinamento dell’aria da polveri sottili in 54 città capoluogo di Provincia e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità,  abbiamo avuto  in Italia 80 mila morti precoci all’anno per l’inquinamento.

Nel 2018, secondo l’Istat, abbiamo avuto 172.334 incidenti stradali con danni significativi alle persone che hanno causato  3.325 morti e 242.721 feriti. Sulla base dei dati disponibili, per quanto l’epidemia del nuovo coronavirus possa proseguire, non sembra che possa raggiungere numeri come quelli dell’inquinamento atmosferico o degli incidenti stradali.

Visto che la probabilità di essere colpiti e il numero delle persone seriamente danneggiate sono maggiori, il rischio per gli italiani generato dall’inquinamento dell’aria o dagli incidenti stradali è più elevato-oggi molto più elevato- di quello  del nuovo coronavirus.

L’esperienza del rischio ambientale insegna anche che raramente il livello tecnico di un rischio coincide con il livello della sua percezione da parte dell’opinione pubblica: spesso rischi tecnicamente elevati sono sottovalutati e viceversa.

Se poi passiamo alle priorità individuate dai decisori politici la forbice – fra rischio e livello corrispondente di gestione – spesso si allarga. Non credo che si arriverà rapidamente  ad una percezione del rischio da coronavirus  più realistica da parte dell’opinione pubblica, a meno di un brusco cambio nella comunicazione dei media.

E mi pare anche difficile, nel complicato quadro politico italiano, avere la possibilità, in generale e in particolare per questo caso, di una gestione politica più tranquilla e più integrata ai vari livelli istituzionali e, quindi, più efficace.

L’analisi di rischio consiglierebbe, in ogni caso, misure più mirate, circoscritte e limitate: la linea del ”si deve fare di tutto” in intere Regioni a me pare dispendiosa e poco efficace. Per minimizzare i rischi andrebbero concentrate le misure dove più elevata è la probabilità di contaminazione: quindi nei focolai e negli ambienti dei casi accertati. Servirebbero inoltre misure speciali di protezione per le persone risultate più vulnerabili: quelle anziane e con particolari patologie.

 

Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/TheDigitalArtist-202249/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=4833754">Pete Linforth</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=4833754">Pixabay</a>





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