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Rassegna del 19 Settembre 2019
    

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La gestione dei dispositivi per l’internet banking dismessi


La gestione dei dispositivi per l’internet banking dismessi

Token in pensione. Dal 14 settembre, per effetto della Direttiva 2015/2366/UE sui servizi di pagamento nel mercato interno e del Regolamento (UE) 2018/389

sulle norme tecniche per l'autenticazione forte del cliente, i dispositivi che generano i codici per i servizi di internet banking non saranno più utilizzati.

Le nuove regole europee di autenticazione degli utenti aziendali e dei consumatori che utilizzano sistemi di internet banking sono cambiate, perciò i dispositivi elettronici fisici, le “chiavette” che generano i codici per operare in questi sistemi informatici (OTP, one time password), saranno ritirati dalle banche e, se dismessi, dovranno essere gestiti dalle banche come rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

La norma che ha recepito la Direttiva europea sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (l’acronimo normalmente utilizzato è RAEE), il decreto legislativo 49/2014, si applica, infatti, ad ogni prodotto che risponde alla definizione di apparecchiatura elettrica ed elettronica. Si tratta delle: “Apparecchiature che dipendono, per un corretto funzionamento, da correnti elettriche o da campi elettromagnetici e le apparecchiature di generazione, trasferimento e misurazione di queste correnti e campi e progettate per essere usate con una tensione non superiore a 1000 volt per la corrente alternata e a 1500 volt per la corrente continua”. Perciò anche i piccoli dispositivi che funzionano grazie a una pila a bottone sono sottoposti a queste regole.

Rifiuti delle banche

I dispositivi che generano i codici sono concessi in uso ai correntisti, perciò dovranno essere restituiti alle banche. Saranno quindi gli istituti di credito, i  proprietari delle chiavette, a decidere il loro destino. Se sceglieranno di dismetterle genereranno RAEE, giuridicamente definiti come rifiuti speciali, che dovranno essere conferiti, utilizzando imprese di trasporto iscritte al’Albo nazionale gestori ambientali, ad impianti di recupero autorizzati a sottoporle a un “trattamento adeguato”. È importante sapere che si tratta di prodotti che possono contenere, naturalmente in piccole quantità, sostanze pericolose per l’ambiente e per la salute. Per questo motivo, quando diventano rifiuti devono essere gestiti da aziende che li raccolgono separatamente dalle altre tipologie di scarti, garantendo che non finiscano nei flussi indistinti dei rifiuti urbani o in impianti non dotati delle tecnologie adatte ad assicurarne il recupero o il riciclaggio.

Anche gli utilizzatori dei dispositivi, quindi, possono contribuire alla corretta gestione dei token. Meglio riportarli alle banche invece di lasciarli in un cassetto.

 

 

Paolo Pipere

 

consulente giuridico ambientale

 




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