In Italia solo il 25% dell'asfalto per le strade viene avviato al recupero, contro una media del 60%: è il dato che ci restituisce un'analisi condotta dalla Siteb – Associazione Strade Italiane e Bitumi – sul riciclo delle pavimentazioni stradali nei principali paesi europei. Una cifra oltremodo significativa alla luce dei potenziali risparmi che questa pratica comporta: ogni anno – calcola l'associazione – si potrebbero ridurre di 1,2 miliardi di euro le spese in materie prime, favorendo un abbassamento delle emissioni inquinanti equivalente al quantitativo prodotto da tre raffinerie di medie dimensioni.
Inghilterra e Germania il riferimento. In questo senso l'Italia sta migliorando le proprie performance, aumentando la percentuale annua di fresato (materiale integralmente riutilizzabile) riciclato: un recupero del 25%, secondo le stime della Siteb, genera una diminuzione consistente del fabbisogno di bitume vergine (e di conseguenza della dipendenza dal petrolio), che concorre a un risparmio complessivo intorno ai 300 milioni di euro. Tuttavia, l'Italia rimane uno dei principali produttori di asfalto per le strade e si colloca dietro a diversi paesi del Vecchio Continente più virtuosi, come il Regno Unito (90%), la Germania (84% di riciclo di fresato), la Francia (70%), il Belgio (95%) e l'Olanda (71%). Tra le cause di questo “gap”, la Siteb indica la burocrazia necessaria e il complesso, oltre che non uniforme, regime delle autorizzazioni in questo campo.
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