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Rassegna del 26 Luglio 2018
    

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Svizzera: la bicicletta potrebbe entrare nella costituzione


Il referendum del prossimo 23 settembre chiamerà la popolazione a esprimersi se rendere obbligatoria l’istituzione di piste ciclabili, sentieri e percorsi pedonali

L’appuntamento è previsto per il 23 settembre. In quella data in Svizzera si voterà per decidere se far entrare la bicicletta nella Costituzione: rendendo di fatto obbligatoria l’istituzione di piste ciclabili, oltre che di sentieri e percorsi pedonali. Il progetto, che sarà sottoposto a votazione tra quasi due mesi, dovrebbe dare a Berna la possibilità di rivalorizzare il traffico su due ruote: con una ricaduta sia in termini ambientali sia di sicurezza stradale.

UN VOTO PER L’AMBIENTE – L’iniziativa, promossa da 26 associazioni e partiti, è stata depositata il primo marzo 2016 con l’obiettivo di promuovere l’uso della bicicletta, realizzando un maggior numero di piste ciclabili e rafforza uno degli obiettivi della Confederazione, ossia promuovere la mobilità lenta, allo scopo di togliere dalle strade il maggior numero di veicoli possibile. L’articolo costituzionale attuale che promuove sentieri e percorsi pedonali prevede soltanto che la Confederazione possa sostenere la costruzione di simili reti. La bicicletta, d’altra parte, è sempre più popolare in Svizzera. Almeno due terzi delle famiglie ne possiede una, utilizzata nel tempo libero o per recarsi al lavoro. Le bici elettriche hanno accentuato questa tendenza. Con la loro diffusione sono però aumentati anche gli incidenti. Le biciclette sono state il solo mezzo di trasporto per il quale sono aumentati i morti e i feriti. Da qui la necessità di potenziare le piste ciclabili, che permetterebbero anche di ridurre i consumi in un Paese in cui l’80 per cento degli spostamenti in bus e tram e la metà di quelli in automobile avviene su una distanza inferiore ai cinque chilometri. Ciò vuol dire che molti tragitti potranno essere convertiti in mobilità pedonale e ciclistica: con una riduzione del traffico motorizzato, sia privato che pubblico.

MARCIAPIEDI AD HOC PER I PEDONI – I fautori della modifica dell’articolo 88 della Costituzione sono convinti che un «sì» permetterebbe alla Confederazione di sostenere i cantoni, le città e i comuni durante la progettazione delle reti di piste ciclabili, rendendole più attrattive e meno onerose. Ciò garantendo più sicurezza e permettendo di aumentare lo spazio a disposizione di tutti gli utenti della strada. D’altra parte una rete di vie ciclabili di qualità è sinonimo di più sicurezza non solo per i ciclisti ma anche per i pedoni, che avranno i marciapiedi riservati a loro. Inoltre la separazione dei flussi di traffico garantirebbe maggiore sicurezza per bambini, ragazzi e anziani. Con la votazione, i cantoni e i comuni resteranno le autorità competenti per la pianificazione, la costruzione e la manutenzione di piste ciclabili e sentieri pedestri. Tuttavia, siccome la Confederazione assumerà un ruolo di coordinamento e di sostegno, il lavoro verrà svolto in modo più razionale ed efficace, permettendo così un maggiore risparmio di risorse pubbliche.

UN VANTAGGIO PER IL TURISMO – I promotori del voto favorevole guardano anche alla ricaduta in chiave turistica. Il ciclismo e il cicloturismo sono infatti tra le attività preferite della popolazione svizzera. La bici, al di là delle Alpi, genera un fatturato annuo di 2,7 miliardi di franchi: fornendo così un importante contributo economico, in particolare alle regioni turistiche di montagna. robusta anche l’iniezione di capitale garantita dal turismo straniero: pari a circa 67 milioni di franchi. Anche la pratica della mountain bike, in considerazione degli inverni più brevi e dell’innalzamento del limite della neve, sta acquisendo sempre più importanza per le località turistiche di montagna.

 

Fonte: WISE SOCIETY, 18 luglio 2018




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