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Rassegna del 20 Marzo, 2020
    

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Un anno fa la prima volta ad Alba, cosa resta dei Fridays for Future? “Tutti a casa, anche qui si può fare molto per l’ambiente”


Un anno fa la prima volta ad Alba, cosa resta dei Fridays for Future? “Tutti a casa, anche qui si può fare molto per l’ambiente”

Il 15 marzo 2019 era un venerdì. Ma non un venerdì qualunque. In quella mattinata di tiepido sole, in tutta Italia, anzi in tutto il mondo, trainati dalla forza e l’entusiasmo di Greta Thunberg, scendevano in piazza gli studenti dei Fridays for Future per il primo Global Climate Strike. Un’onda verde fatta di giovani, per lo più non ancora diciottenni, che per la prima volta, a ogni latitudine, investiva tutto ciò che era stata fino ad allora l’idea di ecologia e ambiente, portando una ventata di freschezza e presentandosi come un movimento compatto di persone che vogliono fare qualcosa.

Da allora, i giovani dei Fridays for Future non si sono più fermati, portando avanti la loro battaglia per salvare il pianeta a colpi di manifestazioni del venerdì, giornate ecologiche e altre iniziative. Ad Alba, per quel primo sciopero studentesco, sono stati oltre 3 mila i ragazzi che si sono presentati in piazza Ferrero e con tamburi, cori e striscioni hanno marciato in via Maestra per portare, sotto il palazzo del Comune, le loro testimonianze. Poi hanno continuato la loro opera, si sono riuniti in comitati, hanno lanciato idee e proposte. E neppure in questi tempi di isolamento per l’emergenza sanitaria in corso si sono persi d’animo, organizzandosi con videoconferenze e riunioni online e pensando giustamente al futuro.

 

Perché l’ambiente continua ad aver bisogno di attenzioni e azioni. Oggi più che mai. «A conclusione del primo anno di attività, avevamo organizzato per ieri (sabato 14 marzo) una grande giornata ecologica - spiega Nicolò Cucurachi, 17 anni, studente dell’Istituto Einaudi tra i fondatori del comitato albese Fridays for Future -. Ovviamente abbiamo seguito le regole del decreto ministeriale e abbiamo annullato tutto, rinviando il progetto a tempi migliori. Allora in questi giorni abbiamo deciso di lavorare a distanza per programmare quanto più possibile le nostre iniziative: stiamo organizzando il prossimo sciopero globale che coinvolgerà per la prima volta anche i ragazzi delle scuole medie accompagnati dai professori, varie attività di raccolta rifiuti nel territorio e la presentazione della dichiarazione di emergenza climatica e ambientale da far sottoscrivere a più comuni, così come ha fatto Alba dopo la grande marcia di venerdì 27 settembre».

I ragazzi albesi del Fridays, quelli che fanno parte del comitato e coordinano il gruppo, sono circa una ventina. Dai giovanissimi che hanno appena 13 anni, ai più che grandi si diplomeranno a giugno. In un anno di attività e nel corso delle varie manifestazioni, con il loro entusiasmo hanno contagiato migliaia di compagni di ogni ordine e grado, associazioni, gruppi e comunità anche del mondo degli adulti. «In autunno abbiamo anche partecipato al Premio Aica e alla piantumazione di 101 alberi in collaborazione con la leva del ‘63 - dice ancora Nicolò -. Abbiamo creato il primo "Comitato per la crisi climatica" (Comitato Verde) all’interno della nostra scuola, l’Einaudi, e poi abbiamo coinvolto anche l’Enologica e il liceo Artistico di Alba. A gennaio è iniziata la nostra partecipazione al progetto "Save the bottle". Adesso aspettiamo che si torni alla normalità. Noi speriamo al più presto, perché la crisi climatica non può aspettare. Ma così come per il clima, anche per l’emergenza coronavirus ci affidiamo alle parole degli esperti e della scienza. Quindi restiamo a casa. Con un pensiero sempre all’ambiente e cercando di mantenere anche in casa i nostri comportamenti più virtuosi per difenderlo».




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