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Beraldo (Ovs): «È finita l’era del fast fashion. Ma il negozio fisico resisterà»


Beraldo (Ovs): «È finita l’era del fast fashion. Ma il negozio fisico resisterà»

Sono stati mesi impegnativi e complicati. Stefano Beraldo, Ceo di Ovs — un’azienda che conta 1.382 punti vendita in Italia — preferisce non parlare di crisi ma sottolineare di essersi ricaricato di energie per affrontare tutte le opportunità che sempre portano i cambiamenti. Certo, tra marzo e aprile i contatti tra le imprese sono stati costanti, come si può notare dalla lettera aperta indirizzata alla classe politica sul «beneficio del credito d’imposta», al quale non aveva diritto di godere chi superava i 5 milioni di euro di fatturato.

«È una misura divisiva che ritengo contraria all’interesse dei lavoratori qualunque sia la dimensione dell’azienda. La verità è che il nostro settore è erroneamente ritenuto di serie B e poco importante per formare il Pil del Paese. Come se il commercio fosse qualcosa di poco utile. Lo dimostra anche la manovra d’agosto visto che il governo sostiene l’auto, ma non moda e commercio. Ancora una volta dimostra di non capire che così aiuta le aziende straniere visto che la quota di mercato della Fiat è intorno al 15% e che tutto il resto dipende dalle industrie internazionali». Quanto alla lettera alla quale hanno collaborato anche giuristi di valore, proponeva misure nell’interesse di tutti, commercianti e proprietari di immobili, ai quali veniva chiesto di rivedere i canoni di affitto.

Ma lavorando da remoto durante il lockdown e riflettendo sulla qualità del servizio e la notorietà dei marchi, Stefano Beraldo ha anche analizzato il mutamento profondo dei consumatori, che era già in corso da qualche tempo e che il cambio di abitudini dovuto alla pandemia ha definito. «Intanto direi che è finita l’era del fast fashion per la presa di coscienza dei clienti, che richiedono un serio impegno sulla sostenibilità dell’intera filiera. Oggi visitando il nostro sito si può capire per ogni prodotto quale fornitore lo ha realizzato, con quale consumo di acqua o con quali emissioni di Co2. Si tratta di un percorso di trasparenza importante e decisivo per la reputazione di un brand, tanto che abbiamo condiviso l’intero approccio metodologico con l’Università di Padova». Conseguenza logica di queste osservazioni è, per la moda firmata Ovs, una chiara direzione verso l’utilizzo sempre maggiore delle fibre naturali, l’idoneità al riciclo, la qualità dei tessuti. Esattamente il contrario dell’usa e getta. «Vestirsi è un modo per fare emergere la propria personalità — commenta Beraldo — e solo chi di noi ne ha meno, preferisce mostrare i marchi. Chi invece è più attento a non farsi omologare dalle griffe, non esita a scegliere un brand che lo distingue per i suoi riferimenti alle performances e alla qualità. Ma c’è anche chi non ha bisogno di un marchio. Cerca il prezzo, cerca la qualità, cerca il bello e ciò che gli piace secondo il semplice concetto “deve stare bene a me e permettermi di raccontare ciò che sono”. Ecco perché di Ovs posso dire “love people not labels”».

C’è un paragone che questo imprenditore dalla grande capacità inventiva ama fare da quando Ovs è diventata contenitore di altri brand (prima Fiorucci, poi quel campione dell’abbigliamento sportivo che è Everlast, poi l’impeccabile Piombo realizzato insieme con Ovs) ed è quello con il supermercato di qualità. «Dove si trova sempre il miglior rapporto qualità prezzo che i nostri prodotti garantiscono sempre in quanto noi applichiamo un moltiplicatore 2/3 volte e non il 6/7 volte delle griffe. A chi si chiede se la qualità è compatibile con i prezzi bassi, dico di chiedersi anche con quali mark up è posto in vendita il prodotto che acquista. Dove i mark up sono più bassi il rapporto prezzo qualità è più alto». Ma molto sta cambiando anche nei punti vendita. A metà luglio a Jesolo Lido è stato inaugurato Ovs Holidays: 200 metri quadrati aperti solo nella stagione estiva, dove è raccolta una selezione di capi e accessori per uomo, donna e bambino, ispirati all’estate italiana. «È stato pensato anche dal punto di vista dell’ambientazione per i momenti di vacanza offrendo una selezione di prodotti dedicati al mare per la maggior parte selezionati dal nostro assortimento ma con una ricerca aggiuntiva di borse in paglia o monili di stampo etnico. I nostri store diventeranno sempre più contenitori di life style e di spazi di relax, dove vengono offerte riviste e connessioni wi-fi e acqua microfiltrata, mentre i camerini saranno più grandi e confortevoli. Perché secondo la nostra esperienza si viene nel negozio per trovare un ambiente.» Anche oggi che epidemie e lockdown hanno fatto scoprire su larga scala il fascino utile dell’e-commerce? «Intanto, dallo store non devi uscire soltanto con un acquisto, ma con un’esperienza. E poi, nel negozio puoi provare quei vestiti che su Internet devi semmai ordinare in più taglie perché alcuni, se una volta indossati non ti stanno bene o se la mano del tessuto e il colore non sono quelli che sembravano, li puoi restituire. Il discorso quindi si allarga alla sostenibilità perché tutto quello che provi e non trattieni, deve essere ri-trasportato. In Germania, dove la quota di mercato dell’e-commerce è elevata, viene reso oltre il 50% dei prodotti. E questo vuol dire trasporti su gomma e inquinamento».

Ma se i negozi sono fondamentali… «È per me ora importante che penetrino in modo capillare nel territorio — conclude controcorrente Beraldo —. Vogliamo che nei quasi 2.000 comuni che in Italia hanno tra i 5mila e i 20mila abitanti e dove le grandi catene non arrivano, ci siano punti vendita Ovs o Upim che offriamo ai commercianti perché possano rimanere in attività e proseguire in quello che sanno fare bene, gestire il negozio e i clienti. Mentre eviteremo loro le difficoltà di comperare poco e in modo non efficiente da grossisti e agenti prodotti dalla provenienza incerta e caricati dai margini commerciali di troppi anelli della catena». È questo un modo per tenere in piedi attività imprenditoriali che altrimenti dovrebbero cessare. «Ieri ho offerto un aperitivo a uno dei nostri partners, ha aperto 7 negozi con noi in posti come Agropoli o Vallo della Lucania, posti bellissimi dove però il commercio ha bisogno di formule come questa per offrire a chi vive lì la qualità e i prezzi dei nostri marchi». E dalla prossima primavera, ulteriori novità: OVS aprirà il suo sito anche a brand celebri all’estero, ma poco o per niente presenti in Italia.

Giusi Ferré

 




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