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Rassegna del 18 Settembre, 2020
    

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Cosa farò da grande? Le nuove lauree sempre più green e tutte in inglese


Cosa farò da grande? Le nuove lauree sempre più green e tutte in inglese

Lauree nuove, impensabili una volta ma con sbocchi interessanti e soprattutto con attitudini Green. Vediamone alcune per valutare un percorso di studi diverso

L’Università di Pisa tiene a battesimo una nuovissima laurea magistrale in Tecnologia e produzione della carta e del cartone.

Il corso, promosso dal Dipartimento di Ingegneria civile e industriale con la collaborazione della Fondazione Lucchese per l’Alta Formazione e la Ricerca, è interamente tenuto in lingua inglese e ha l’obiettivo di formare una figura professionale specifica per l’industria cartaria, con solide conoscenze multidisciplinari sui processi, sugli impianti e sui prodotti caratteristici del settore.

Gli addetti di questo settore attendevano da tempo un corso di specializzazione universitario: il lavoro quindi non dovrebbe mancare. Ma non sfugge neppure un altro dettaglio: il corso di studi è in inglese e quindi si presuppone anche la frequentazioni studenti da tutto il mondo, oltre a dare un’apertura mentale per poter lavorare in tutto il mondo.

Nei due anni di corso, gli studenti avranno la possibilità di frequentare corsi intensivi e avanzati, orientati agli aspetti tecnico-gestionali e focalizzati sulla produzione e sulla trasformazione della carta e del cartone e, infine, sulla gestione degli impianti.

Le lezioni si terranno a partire da ottobre 2020 in modalità a distanza per il primo periodo e, sperabilmente, presso i locali della Fondazione Lucchese per l’Alta Formazione e la Ricerca, per il secondo periodo.

Tutte le informazioni sui requisiti di accesso e sulle modalità di iscrizione sono disponibili online.

La nuova laurea magistrale nasce dall’esperienza pluriennale del master in Tecnologia della carta e del cartone, andato avanti per diciassette edizioni.

A Ca’ Foscari la prima laurea in Environmental humanities

Ha solide basi umanistiche, ma anche scientifiche la nuova laurea in Environmental humanities di Ca’ Foscari a Venezia che prende spunto da diverse riflessioni tra cui quella di Amitav Gosh, scrittore, giornalista e antropologo indiano: “Visto ciò che lascia presagire per il futuro della terra, credo che il cambiamento climatico dovrebbe essere la principale preoccupazione degli scrittori di tutto il mondo – e così non è, mi pare“.

Shaul Bassi, coordinatore della nuova laurea in Environmental humanities, spiega la necessità di preparasi a una nuova sfida globale posta dalla crisi climatica e ambientale, anche con le sue ricadute sanitarie, richiede approcci multidisciplinari e una cooperazione tra saperi senza precedenti.

“Abbiamo progettato un percorso – ribadisce – tra le scienze, le discipline umanistiche e le arti, per formare la prossima generazione di operatori culturali, intellettuali pubblici, formatori e leader capaci di immaginare, raccontare ed educare ad un futuro sostenibile per l’ecosistema terrestre“.

I posti disponibili sono 70 e anche in questo caso la laurea sarà interamente in inglese per “aprire le porte agli studenti stranieri, ma soprattutto per dare a tutti l’opportunità di misurarsi e trovare lavoro in un contesto internazionale” afferma Bassi.

Tra gli sbocchi professionali la consulenza, la comunicazione e l’educazione ambientale e la cura di eventi culturali.

I corsi saranno tenuti da docenti di tutti i dipartimenti dell’ateneo, dimostrando il superamento della tradizionale dicotomia tra le risposte alle problematiche ambientali delle discipline inerenti alla natura e quelle inerenti alla cultura.

Accanto a corsi focalizzati sugli aspetti scientifici per comprendere la fisica, la chimica e gli impatti sugli ecosistemi, ci saranno corsi di antropologia, letteratura, storia, filosofia ma anche diritto, economia.

Previsti corsi focalizzati sul panorama della storia ambientale dell’India, sulla governance ambientale della Cina, sulla natura nel mondo persiano o ancora sul rapporto tra Buddhismo, natura e tecnologia nell’estremo Oriente, per sottolineare la necessità di uno sguardo interculturale sulla questione ambientale.

La città in cui questa laurea nasce offre un altro motivo di interesse per gli studenti.

“Venezia non è un luogo qualsiasi in cui studiare le Scienze Umane Ambientali – fa notare Bassi – questa città pone e stimola riflessioni critiche e risposte creative immediate. Per questo, nel programma viene dato spazio anche all’esperienza diretta dell’ecosistema lagunare veneziano e all’interazione con la scena culturale della città, sotto la guida di docenti, professionisti esterni e scienziati ambientali“.

Il programma si inserisce nel paradigma accademico innovativo delle Scienze Umane Ambientali che si sta rapidamente affermando in tutto il mondo, rispondendo a urgenti problematiche a oggi poco studiate in Europa ma che stanno prendendo piede nel mondo anglofono, nei paesi nordici e in Asia.

L’esperienza di Ca’ Foscari è già parte di una rete di 23 programmi di Environmental humanities sorti in tutto il mondo.

Un master pro resilienza ambientale

E poi per chi la laurea ce l’ha già in tasca ma l’interesse verso la Sostenibilità ambientale è forte segnaliamo un nuovo master di secondo livello con focus sulla resilienza dei territori e gestione integrata dei rischi del Politecnico di Torino.

Il tema è fondamentale: la resilienza dei territori agli impatti ambientali e alle sfide socio-economiche è il focus di questo master che prende il titolo di Metodi e tecniche per il governo di territori resilienti. Verso la gestione integrata dei rischi.

In target studenti e tecnici che abbiano conseguito la laurea magistrale in Ingegneria, Architettura, Pianificazione Territoriale, Scienze Agrarie, Ambientali, Biologiche, Forestali, Geologiche, Naturali, Fisiche, Economiche e Giuridiche – e si pone in linea con i contenuti delle strategie internazionali per lo sviluppo sostenibile e per l’adattamento ai cambiamenti climatici, e forma esperti in pianificazione, gestione del progetto di territori resilienti.

Il percorso didattico propone metodi e tecniche – sviluppati dal Centro Interdipartimentale Responsible Risk Resilience (R3C) del Politecnico – per l’analisi della vulnerabilità dei territori e della valutazione della capacità di risposta del sistema ai rischi naturali e antropici in una prospettiva di resilienza e sostenibilità.

Gli esperti formati da questo corso saranno in grado di utilizzare i principali metodi, tecniche e strumenti per la gestione adattiva, integrata ed evolutiva del territorio di fronte ai rischi e alle sfide esterne causate da cambiamenti ambientali, ecologici, economici e sociali.

Il master è supportato da diverse istituzioni del territorio – Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino, Provincia di Vercelli, Comune di Torino, Comune di Moncalieri – interessate ad ospitare gli studenti per i loro tirocini e a co-finanziare il percorso formativo.

Il corso avrà un numero massimo di 25 partecipanti e si svolgerà da novembre 2020 a giugno 2021, per un totale di 380 ore di lezione e 325 ore di tirocinio presso enti e aziende del settore.

 

Camilla Galli Macricé




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