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ISSUE 304

Una professione per risolvere i conflitti ambientali

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Una professione per risolvere i conflitti ambientali

A novembre inizia un corso online, organizzato dal Politecnico di Milano, per specializzare i professionisti a gestire la mediazione sui conflitti ambientali. Le iscrizioni al corso sono aperte fino al 16 novembre 2020

Prevenire, o gestirli in maniera collaborativa, è meglio: parliamo dei numerosi conflitti ambientali che sempre più spesso si scatenano sul nostro territorio. Ma per farlo bisogno specializzarsi.

Per questo il Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano all’interno del Master Ridef 2.0 e in collaborazione con il gruppo Centro Studi Systasis, ha ideato un corso di formazione di 16 ore per gestire la mediazione sui conflitti ambientali.

Scegliere la strada della mediazione dei conflitti ambientali è meglio

Con due casi concreti, gestiti con procedure di mediazioni pendenti presso la Camera arbitrale di Milano, Veronica Dini, avvocato e presidente del Centro Studi Systasis, racconta come si sono accorciati i tempi.

Il primo riguarda un servizio di teleriscaldamento: il Comune, la società che gestisce il servizio pubblico e gli utenti si sono affrontati in un contenzioso ultra-decennale avente a oggetto l’entità delle tariffe e le modalità di gestione del servizio stesso.

“Non avendo risolto il conflitto neppure dopo la sentenza delle sezioni unite della Cassazione – fa notare l’avvocato – hanno deciso di accedere alla mediazione. In otto mesi, hanno trovato un accordo sul calcolo delle tariffe, sulle modalità di pagamento del canone e sulla gestione del servizio“.

La mediazione – in realtà ancora in corso – sembra essere la strada giusta anche per una causa relativa a un sito contaminato.

È ancora l’avvocato Dini a spiegare il caso di due aziende agricole che, a seguito di una segnalazione, effettuano una verifica sul terreno condotto in affitto da un Comune, su cui coltivano con procedure biologiche. Dall’analisi emerge una contaminazione diffusa da metalli pesanti.

“Se si fosse avviato un contenzioso – spiega l’avvocato – con ogni probabilità, il terreno sarebbe stato interdetto a qualunque coltivazione e ci sarebbero voluti anni per la caratterizzazione, l’analisi di rischio e la bonifica. I privati si rivolgono, invece, al Comune per attivare una mediazione nella quale concordare tempi e modalità delle indagini e dell’eventuale bonifica, definire le modalità e le aree in cui continuare l’attività agricola, condividere le modalità di bonifica – anche attraverso il coinvolgimento delle aziende agricole affittuarie, che hanno potuto riconvertire la loro attività in agro forestazione, per rigenerare il terreno“.

Solo due esempi, che però fanno capire come siano necessari sempre più professionisti in grado di individuare strumenti alternativi e strategie innovative per prevenire e affrontare i problemi connessi alla gestione del territorio e alla tutela delle risorse ambientali.

Dal corso di mediazione sui conflitti ambientali uscirà un consulente tecnico in grado di aiutare le parti coinvolte a comprendere le caratteristiche e gli impatti diretti o indiretti che possono discendere dalla realizzazione di un intervento o di un’attività (nello specifico l’entità dell’impatto, la sua reversibilità o persistenza nel tempo, le matrici ambientali coinvolte, i potenziali rischi per la salute pubblica, i ricettori sensibili).

Fondamentale la corretta analisi dell’impatto che consente di quantificare (per quanto possibile anche economicamente) il danno (pregiudizio) arrecato e di individuare gli strumenti più idonei ed efficaci per il ripristino dei luoghi, la mitigazione dei danni o la loro compensazione. In ultima analisi, per dirimere il conflitto.

A fronte di tali fenomeni non sempre la risposta giudiziaria è quella più adeguata e tempestiva e il ruolo della scienza e del sapere tecnico diventa fondamentale: occorre mettere in campo in modo sinergico i diversi saperi necessari.

Il corso è rivolto a diplomati, laureati e professionisti interessati ad approfondire le tematiche relative alla prevenzione e gestione dei confitti ambientali con un approccio multidisciplinare.

Il corso si terrà il 23 e 24 novembre 2020 dalle 9 alle 18 per un totale di 16 ore di docenza. Le lezioni saranno erogate in modalità online. Le iscrizioni al corso sono aperte fino al 16 novembre 2020.

 

Foto di Sora Shimazaki da Pexels

 

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