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ISSUE
310
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huffingtonpost.it
Questa settimana si è tenuto a Davos l’incontro annuale del World Economic Forum. Dai sette temi affrontati quest’anno (come salvare la Terra, rendere più eque le economie, sviluppare la tecnologia, costruire la società e il lavoro del futuro, migliorare il mondo del business, migliorare i sistemi sanitari, incentivare il multilateralismo) emerge una forte volontà alla ripartenza.
Eppure, per la prima volta non si intende ripartire allo stesso modo di prima, ma si percepisce la necessità di un cambio paradigmatico a livello sociale ed economico: cambiare il modo in cui usiamo le città, cambiare il modo in cui viviamo l’industria. Ma può davvero cambiare il modo in cui organizziamo l’economia?
In un mondo post pandemico siamo portati per forza di cose a consumare di meno: non possiamo viaggiare, alcuni negozi e ristoranti sono chiusi. Bisogna vivere con meno e il punto non sono più i beni di consumo fine a se stessi, ma i valori che rappresentano. Introdurre una narrativa valoriale può aiutarci a superare questa impasse.
“Diffondendosi fra la gente sotto forma di narrazioni, alcune idee possono diventare virali e modificare interi mercati - che si tratti della convinzione che i titoli delle società tecnologiche non possano far altro che salire, che i prezzi delle case non scenderanno mai o che certe aziende siano troppo grandi per fallire. Vere o false che siano, storie come queste - trasmesse con il passaparola, i mezzi di comunicazione e, sempre più, i social media - determinano l’andamento dell’economia, influenzando le nostre decisioni su come e dove investire, quanto spendere e quanto risparmiare. Le storie raccontate dalle persone - sull’automazione e l’intelligenza artificiale, sul boom degli immobili residenziali, sul sogno americano o sul Bitcoin - influiscono sugli esiti economici“, scrive Robert Shiller.
E proprio questa settimana abbiamo assistito a una situazione generata da questo tipo di processo, con il caso “GameStop”.
Il G20 che quest’anno verrà ospitato nel nostro Paese rappresenta un’occasione importante per riflettere e cambiare gli elementi controversi della nostra economia. Forse però è proprio tramite i momenti di crisi come questi che dobbiamo passare per definire nuove storie.
Le storie infatti non nascono da sole, le storie e l’accettazione di queste diventano tali con la loro secolarizzazione. Forse ci stiamo piano piano rendendo conto come umanità della nostra interconnessione, del collegamento tra tutti noi. Forse il cambiamento non avverrà domani, ma intanto continuiamo a sottolineare l’interconnessione forte che esiste tra tutti noi esseri umani e tra noi e la natura. L’ecologia integrale è proprio questo, è una visione integrale della vita, che non si limita a noi ma che ci collega alla Terra, la nostra casa comune.
Sara Roversi
Rassegna del 05 Febbraio, 2021 |
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