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ISSUE 310

Il futuro delle batterie: la Commissione europea finanzia il secondo IPCEI

nonsoloambiente.it

Il futuro delle batterie: la Commissione europea finanzia il secondo IPCEI

La rubrica realizzata su base settimanale, pubblicata nella giornata del lunedì si basa sulla redazione di articoli aventi ad oggetto l’analisi tecnico giuridica dei principali provvedimenti normativi, nazionali e comunitari, in materia di ambiente. Per informazioni scrivete a: francesca.pitrelli@nonsoloambiente.it

 

La Commissione europea lo scorso 26 gennaio ha approvato con 2,9 miliardi di Euro di finanziamento il secondo Importante Progetto di Comune Interesse Europeo (Important Projects of Common European Interest, IPCEI) al fine di sostenere la ricerca e l’innovazione nel settore delle batterie. Il secondo progetto IPCEI, denominato European Battery Innovation (d’ora in poi il secondo IPCEI), è stato elaborato da 12 Stati membri: Austria, Belgio, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia.

 

Cosa sono gli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (IPCEI)?

 

Gli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo sono, così come suggerisce la denominazione, progetti reputati fondamentali per l’Unione europea. Affinché un progetto rientri in tale categoria, deve possedere le seguenti caratteristiche:

  • soddisfare uno o più obiettivi dell’Unione Europea (per esempio Spazio europeo della ricerca, reti transeuropee dell’energia o dei trasporti);

  • avere un impatto significativo sulla competitività, sulla crescita sostenibile; affrontare sfide sociali o creare valore in tutta l’Unione;

  • coinvolgere più Stati membri;

  • essere particolarmente ampio per dimensione o ambito e/o implicare un elevato livello di impegno di rischio o finanziario;

  • generare beneficio per le parti coinvolte e per la collettività attraverso effetti di ricaduta quantificabili per i cittadini e/o per altri settori dell’economia.

 

Il secondo IPCEI: il progetto European Battery Innovation

 

Al fine di sostenere e implementare la cooperazione tra le imprese del settore, nell’ottobre 2017 la Commissione europea ha avviato l’iniziativa European Battery Alliance e, qualche mese dopo, nel 2018 ha adottato il piano d’azione strategico sulle batterie, un documento programmatico contenente una serie di misure volte a sostenere le iniziative intraprese a livello nazionale, regionale e industriale per la creazione di un vero e proprio ecosistema all’interno della catena del valore delle batterie.

 

Nel tempo l’idea di implementare una sinergia tra le imprese europee del settore batterie è stata ulteriormente rafforzata. La Commissione europea ha, infatti, approvato nel dicembre 2019 un investimento di circa 3,2 miliardi di euro per progetti comuni di ricerca e innovazione e di prima produzione industriale per la realizzazione di batterie di nuova generazione. Tale operazione ha visto il coinvolgimento di 7 Stati membri: Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia e Svezia.

 

Il secondo IPCEI si inserisce quindi perfettamente nella serie dei numerosi progetti predisposti dalla Commissione europea in materia di economia circolare. Il secondo IPCEI interesserà, difatti, l'intera catena del valore delle batterie focalizzandosi in particolar modo sul profilo della sostenibilità: dall'estrazione delle materie prime alla progettazione e alla produzione degli elementi di batteria e dei pacchi batterie, fino al riciclaggio e allo smaltimento. Al secondo IPCEI, che dovrebbe concludersi entro il 2028, parteciperanno circa 42 realtà tra cui piccole e medie imprese (PMI), start-up, partner esterni quali università e organizzazioni di ricerca di tutta Europa.

 

L’Italia: partecipa al secondo IPCEI con 12 imprese

 

L’Italia prenderà parte al secondo IPCEI con 12 imprese: Endurance, Enel X, Engitec, FCA Italy, Fiamm, Fluorsid Alkeemia, FPT Industrial, Green Energy Storage, Italmatch Chemicals, Manz Italia, Midac, Solvay e i centri di ricerca ENEA e Fondazione Bruno Kessler.

 

Il futuro delle batterie

 

Il 10 dicembre 2020 è stata proposta da parte della Commissione europea un nuovo regolamento in cui viene sottolineata l’esigenza di rendere le batterie sostenibili, efficienti e sicure in tutto il loro ciclo di vita. Secondo le più recenti previsioni, la domanda di batterie aumenterà nei prossimi anni in termini di produzione e di domanda di auto elettriche. Un’alta percentuale di richieste proverrà, a quanto pare, proprio dall’Unione europea.

 

Il nuovo regolamento, parte integrante del Sustainable and Smart Mobility Strategy, contiene importanti novità nel settore. In particolare, prevede che:

  • a partire dal 1° luglio 2024 potranno essere immesse sul mercato industriale ed automobilistico soltanto pile e batterie accompagnate dalla dichiarazione della carbon footprint (impronta di carbonio);

  • a partire dal 1° gennaio 2026 ogni batteria immessa sul mercato dovrà avere un proprio “passaporto” in cui i produttori dovranno indicare le caratteristiche di base di ciascun elemento compositivo e l’origine delle materie prime.

 

Francesca Pitrelli

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