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quattroruote.it
100 miliardi di euro per rendere "carbon neutral" le proprie aziende entro il 2030. È quanto previsto dalla “Ceo Alliance for Europe’s Recovery, Reform and Resilience” (l'Alleanza dei ceo per la ripresa, la riforma e la resilienza dell'Europa), istituita nel 2020 con lo scopo di lavorare a soluzioni intersettoriali per la tutela del clima. Tra i dieci top manager che hanno presentato e sottoscritto il documento di sintesi che ufficializza l'Alleanza figurano anche Herbert Diess, ad del gruppo Volkswagen, e Francesco Starace, ceo e direttore generale dell’italiana Enel.
Intenti comuni. “Crediamo fermamente che il Green Deal europeo e Next Generation EU metteranno l’innovazione e l’ingegno europei al servizio della causa climatica globale, daranno il via a un’ondata di investimenti nella sostenibilità e creeranno posti di lavoro a prova di futuro in tutta l’Unione Europea”, sono state le dichiarazioni del gruppo di lavoro, che punta a diversi obiettivi. Oltre alla realizzazione di un’infrastruttura di ricarica continentale dedicata al trasporto pesante, spiccano pure la diffusione di autobus elettrici e l’integrazione tra i sistemi energetici del Vecchio Continente, ma anche la tracciabilità digitale dell’impronta di carbonio, l’edilizia sostenibile, un’accelerazione nella produzione di batterie per la mobilità elettrica e una valorizzazione del mercato dell’idrogeno verde.
Il rapporto con le istituzioni. I manager auspicano un dialogo costruttivo con i rappresentanti della politica europea, in particolare chiedendo misure efficaci per la neutralità climatica: servirà fissare “un prezzo della CO2 standardizzato e intersettoriale” e “un termine ultimo per le tecnologie ad alta densità di carbonio”. Un dialogo che ha coinvolto in questi giorni anche la Commissione Europea, il cui vicepresidente esecutivo, Frans Timmermans, è intervenuto in videoconferenza con i dieci top manager per discutere degli obiettivi dell’Alleanza e fare il punto sui progressi del Green Deal, la roadmap dell’Ue verso la sostenibilità dell’economia del Vecchio Continente, che punta a rendere quest’ultimo climaticamente neutrale entro il 2050.
Verso il 2030. A tal proposito, ricordiamo che il Parlamento europeo ha già approvato un emendamento al disegno di legge sul clima, volto a imporre una riduzione del 60% delle emissioni entro il 2030 rispetto ai valori del 1990, contro il 55% proposto dalla stessa Commissione Europea. Serve ora l’accordo con i vari Paesi membri, che proporranno valori meno rigidi, ma è certo che qualunque inasprimento avrà ripercussioni anche sull’industria dell’auto, già alla prese con severi standard. Il che potrebbe tradursi in un’ulteriore spinta all’elettrificazione delle vetture.
La dichiarazione. “Rendere l’Europa neutrale entro il 2050 è una sfida enorme. La Commissione presenterà delle proposte finalizzate a mettere settori come trasporti ed energia sulla strada giusta. Il nostro programma a lungo termine include investimenti nell’infrastruttura di ricarica, nella produzione di batterie, nella ristrutturazione di edifici e nella produzione di energia da fonti rinnovabili”, ha affermato Timmermans. “Il Recovery Fund del Next Generation EU contribuirà a rendere tutto questo possibile. Il nostro obiettivo non è una semplice transizione, ma un cambiamento giusto ed equo, che non lasci indietro nessuno. Accolgo con favore l’impegno della Ceo Alliance per la ripresa verde dell’Europa e condivido la convinzione che le loro aziende (tra le quali ci sono anche Abb, Scania, AkzoNobel, E.On, Sap, Schneider Electric, Maersk e Iberdrola, ndr) abbiano ciò che serve per costruire un futuro sostenibile”.
Alessandro Mirra
Photo: Daniel Nebreda
Rassegna del 2 Aprile, 2021 |
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