La Newsletter di ESO
ISSUE 314

Recovery per colmare divario impianti rifiuti, da termovalorizzatori a gestione organico

Un sistema che ha bisogno di impianti sparsi su tutto il territorio, per permettere una maggiore efficienza e consentire al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi europei. Diventa necessario sfruttare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) c

rinnovabili.it

Recovery per colmare divario impianti rifiuti, da termovalorizzatori a gestione organico

Evento dell’Ispra ‘Transizione ecologica aperta’.

 

Un sistema, quello del riciclo dei rifiuti, che ha bisogno di impianti sparsi su tutto il territorio, per permettere una maggiore efficienza che consenta al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi europei, sfruttando le risorse del Recovery fund. E’ questo il tema al centro del primo evento dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nell’ambito del progetto ‘Transizione ecologica aperta (Tea)’.

 

“Dove gli impianti non ci sono i cittadini spendono molto di più ogni anno per la gestione dei propri rifiuti – mette in evidenza Valeria Frittelloni dell’Ispra – nel Lazio sul 2019 ogni cittadino ha speso per i propri rifiuti 221 euro, in Liguria addirittura 254 euro a fronte di 139 euro che spendono in Lombardia. Il trattamento di prossimità è una necessità economica; gli impianti servono, soprattutto quelli della frazione organica che oggi costituisce il 25% del riciclato italiano; ci sono intere aree del nostro Paese che non sono dotate di un’impiantistica adeguata: dei 650 impianti in Italia, più della metà sono al Nord del Paese. L’opportunità del Recovery fund appare oggi più che mai fondamentale per colmare questi gap che oggi incidono pesantemente sulla gestione dei rifiuti”.

 

La linea che emerge è segue un’idea: diventa necessario sfruttare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) come spunto per colmare quelle carenze che ancora permangono. Il concetto è quello di catturare e prendere in considerazione tutte le tecnologie utilizzabili in questo settore.

 

“Gli impianti oltre a smaltire producono energia – osserva Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia (la Federazione delle imprese di acqua ambiente e energia) presentando i dati di uno studio realizzato da alcuni istituti Politecnici – il contributo degli impianti di termovalorizzazione sulle emissioni è marginale: il PM10 è pari allo 0,03% rispetto a tutte la altre fonti di emissioni, le diossine sono lo 0,2% rispetto al totale delle altre emissioni industriali, residenziali e commerciali”.

 

“Gli inceneritori hanno impatti ambientali inferiori rispetto alle discariche, che rimangono tali per molti decenni”; e in merito ai rischi sanitari sui potenziali impatti degli impianti di incenerimento sulla salute dei cittadini – rileva Brandolini – “se si considerano quelli di ultima generazione non sono stati evidenziati fattori di rischio per la salute delle persone”. Il presidente del Conai Luca Ruini mette in evidenza la “necessità di avere impianti in particolare nell’area del Sud, accanto a una progettazione che possa portare a imballaggi sempre più inclini al riciclo”. E per Fise Assoambiente “bisogna applicare in maniera più consistente il principio di prossimità, e obbligare le regioni ad adempiere alle loro necessità. Il fabbisogno di impianti esiste in tutta la filiera, enorme per la frazione umida dei rifiuti”.

 

Un hackathon di formazione esclusivo ed entusiasmante sarà presto reso disponibile a tutti i progettisti ingegneri europei. Creato da ‘InspirON’ – il centro Protolabs per la connessione, la condivisione, l’ispirazione e l’innovazione – l’evento vuole dare gli strumenti per sviluppare velocemente le competenze sulla sostenibilità, tema sempre più all’ordine del giorno. Si svolgerà online dal 20 aprile fino alla fine di maggio 2021 e consisterà in una serie di tavole rotonde e webinar tenuti da esperti e leader autorevoli sulla sostenibilità.

 

Realizzato in collaborazione con l’Institution of Engineering and Technology (The IET) e Wevolver, l’evento InspirON aiuterà i partecipanti a capire come i prodotti possono raggiungere una sostenibilità ottimale attraverso l’analisi del ciclo di vita. 

 

È imminente il cambiamento verso un futuro più sostenibile, anche grazie agli accordi stabiliti dai governi di tutto il mondo: basti pensare che l’obiettivo dell’Unione Europea la riduzione di almeno il 55% delle emissioni dei gas serra entro il 2030 rispetto ai valori del 1990, mentre il Regno Unito ha annunciato la riduzione del 68%.

 

Bjoern Klaas, vicepresidente e amministratore delegato di Protolabs Europa, commenta così la notizia: “Gli obiettivi dei governi si baseranno maggiormente sull’industria, sui produttori e di conseguenza su coloro che progettano i prodotti, creando una vera e propria sfida per l’ingegneria di domani. Questo è il motivo per cui siamo molto contenti di annunciare l’imminente evento di InspirON, perché aiuterà i progettisti ad accelerare il passaggio a un’economia più sostenibile.

 

“Per i progettisti in qualsiasi fase della loro carriera, questa è una grande opportunità per imparare direttamente dagli esperti del settore. Aiuterà a prepararsi per la legislazione ‘verde’ in rapida evoluzione, dall’efficienza energetica alla riduzione dei rifiuti plastici, passando per la mitigazione dei gas serra e di altri inquinanti”.

 

Gli argomenti trattati includeranno l’etica, la percezione pubblica, i materiali, i processi, l’economia circolare, le migliori pratiche in tema di sostenibilità – tutte presentate autorevoli leader come il “guerriero dell’innovazione” Simon Lockrey, Sophie Thomas di Thomas Matthews, l’autrice e relatrice Alexandra Deschamps-Sonsino e Chris Grantham di IDEO.

 

L’evento riunirà i partecipanti sotto il principio dell’apprendimento mentre cercano di rispondere a una sfida: cosa si può riprogettare tenendo in considerazione l’analisi del ciclo di vita (LCA) e la sostenibilità? La sfida darà ai partecipanti l’opportunità di lavorare in team, di mettere in pratica quanto appreso e di ricevere un feedback immediato sul loro lavoro. Tutti i webinar, le tavole rotonde e la sfida che fanno parte dell’evento saranno accreditati CPD, in conformità con la politica CPD di IET.

 

Tra gli esperti troveremo il dottor Simon Lockrey, docente del RMIT dell’Australia, e membro del consiglio della Società Internazionale di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile. “Affrontiamo grandi sfide in questo secolo, come il cambiamento climatico, la scarsità delle risorse, i problemi della sicurezza alimentare e la carenza d’acqua. Sempre più spesso, i designer e gli ingegneri devono essere consapevoli dell’impatto che i prodotti e i servizi che creano hanno sul mondo alla luce di questi problemi. La valutazione del ciclo di vita è un modo per capire questi problemi, e l’evento InspirON di Protolabs aiuterà far luce sulle best practice mondiali così da poter essere applicate ai progetti futuri”.

 

La dottoressa Vannessa Goodship, anche lei tra gli esperti dell’evento, è professore associato di Materials and Manufacturing Group al WMG – Università di Warwick nel Regno Unito. “Lasciare la sostenibilità a qualcun altro non è più un’opzione. Il tempo di agire è ora. Il tempo di imparare è ora. Partecipare all’evento InspirON di Protolabs significa imparare come si farà il design dei prodotti nel futuro, incontrare la comunità di esperti, costruire nuove relazioni professionali e fare davvero la differenza.”

 

Bjoern Klaas conclude: “Le aziende produttrici si stanno sempre più rendendo conto del vero valore della sostenibilità, con molti benefici finanziari concreti a breve e lungo termine. Se inseriti in un contesto adeguato, come l’evento InspirON, i progettisti si troveranno avvantaggiati nel raccogliere questi benefici, contribuire a migliorare la redditività delle aziende e soddisfare maggiormente le richieste normative e dei consumatori del futuro.”

 

Tommaso Tetro

 

 

Photo: MonikaP

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