La Newsletter di ESO
ISSUE 322

Dalle Alpi al Tirreno, il riscaldamento globale fa sentire i suoi effetti

greenplanner.it

Dalle Alpi al Tirreno, il riscaldamento globale fa sentire i suoi effetti

L’innalzamento delle temperature medie globali impatta su ogni componente del sistema Terra. Anche nel nostro Paese, i mari e le montagne sono interessati da una pluralità di fenomeni, a cui si cerca di dare risposte ricorrendo alla tecnologia e coinvolgendo le comunità locali. Senza dimenticare il contributo della natura, che si sta rivelando un’alleata sempre più preziosa delle politiche ambientali

 

Tra le diverse metriche utilizzate per quantificare il riscaldamento globale in corso, il contenuto di calore degli oceani, che misura l’energia assorbita dagli oceani, è una di quelle a cui la comunità scientifica guarda con maggior preoccupazione.

 

Dalla metà degli anni Ottanta mostra infatti una crescita in costante accelerazione e il 2020, ultimo anno per cui sono disponibili dati consolidati, ha fatto segnare nuovi record per quanto riguarda il calore accumulato negli oceani.

 

Se è vero che a oggi gli oceani assorbono quasi il 90% del calore in eccesso nell’atmosfera, contribuendo così a rallentare la crescita delle temperature medie in atmosfera, è vero anche che questo colossale squilibrio sta facendo sentire i suoi effetti, con estati sempre più calde, eventi estremi sempre più frequenti e impatti pesanti sugli ecosistemi marini, in particolare i coralli.

 

E proprio il Mediterraneo è uno degli hot spot del riscaldamento in corso, con temperature e salinità che mostrano gli incrementi più marcati.

 

Il progetto MedFever, una rete di termometri che serviranno a misurare le temperature nel Mar Tirreno, è il risultato della collaborazione tra diversi soggetti. I termometri sono stati acquistati con il contributo di Lush, azienda specializzata in cosmesi, e sono stati installati da un gruppo di subacquei volontari provenienti da Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

 

Enea, assistita dall’associazione MedSharks, si occupa dell’analisi dei dati, che vengono raccolti in 10 siti, a Castellammare di Stabia e a Marina di Camerota, nei pressi dell’isola del Giglio, a Nettuno e vicino all’isola di Ponza, a Scilla, presso l’isola di Ustica e a Santa Teresa di Gallura, Capo Figari e nel golfo di Cagliari.

 

I termometri effettuano le loro rilevazioni ogni 15 minuti e le loro misurazioni confluiranno nel Mito, un modello della circolazione nel Mediterraneo capace di simulare gli andamenti della salinità, temperatura e velocità delle correnti su una scala di poche centinaia di metri.

 

Messo a punto dal laboratorio Enea di modellistica climatica e impatti, Mito utilizza il supercomputer Enea Cresco-6, a oggi il secondo in Italia per capacità di calcolo (1,4 milioni di miliardi di operazioni al secondo).

 

L’innalzamento del livello dei mari, causato dalla fusione delle grandi masse ghiacciate del pianeta e dall’espansione termica degli oceani causata dal loro riscaldamento, va a sommarsi agli effetti delle attività antropiche lungo le coste.

 

L’alterazione dei bacini fluviali, le variazioni del paesaggio, l’estrazione di acqua e idrocarburi dal sottosuolo, hanno infatti accelerato i processi di erosione costiera, mettendo a rischio l’integrità delle linee costiere del nostro paese.

 

Che, secondo l’Ipcc, entro fine secolo potrebbero dover fronteggiare un innalzamento compreso tra 0,9 e 1,4 metri, con il risultato che migliaia di chilometri quadrati di aree costiere rischiano di finire sommersi.

 

A fronte di questi scenari, servono strumenti per stabilire le priorità degli interventi a difesa delle coste e per valutare i rischi associati. Stimare, un progetto di ricerca biennale condotto dall’Università di Bologna e dal Politecnico di Bari, ha esplorato le metodologie con cui attenuare l’erosione costiera in modo sostenibile, attraverso opere e interventi a basso impatto ambientale.

 

Il team di ricerca, composto da un 43% da donne, si è concentrato su quattro località – Riccione, Cervia, Margherita di Savoia e Monopoli – che sono state monitorate sia con telecamere capaci di rilevare l’evoluzione della linea di riva, sia con droni, utilizzati per i rilievi topografici.

 

I dati raccolti sono stati poi usati per creare un digital twin, cioè un gemello digitale, del sistema mare-costa, su cui testare gli scenari climatici, simulando i fattori di stress antropici e le politiche del Green Deal. I risultati delle simulazioni serviranno a migliorare la gestione del rischio di catastrofi e a sviluppare piani territoriali per rallentare i fenomeni erosivi.

 

Oltre all’aspetto scientifico-tecnologico, Stimare ha poi coinvolto i soggetti pubblici e privati interessati dai fenomeni erosivi, che sono stati interpellati con oltre 2.500 questionari con cui valutare la percezione dei rischi associati all’erosione delle coste.

 

Oltre all’erosione, le coste del nostro Paese sono interessate anche dal problema dei rifiuti, che si accumulano in quantità crescenti. Una ricerca, uscita di recente su Marine Pollution Bulletin e firmata da Alessio Mo, Marco D’Antraccoli, Gianni Bedini e Daniela Ciccarelli, ha indagato un aspetto poco noto, quello del contributo di alcune specie di piante, nello specifico lo sparto pungente e la gramigna delle spiagge, nel rallentare la dispersione di plastiche, carta e cartone e detriti di legno.

 

I risultati della ricerca, condotta sul litorale da Viareggio a Calambrone, sono significativi: le zone con dune costiere prive di copertura vegetale sono quelle in cui i rifiuti coprono le superfici più estese. Rafforzare la copertura vegetale potrebbe quindi costituire una sorta di trappola in grado di limitare la dispersione dei detriti.

 

I fenomeni erosivi non interessano solo le aree marine. Il Cnr ha messo online il catasto delle frane ad alta quota sulle Alpi italiane, che raccoglie informazioni su più di 500 fenomeni erosivi in corso sulle Alpi a quote superiori ai 1.500 metri, relativamente al periodo 2000-2020.

 

I dati raccolti nel corso degli anni sono stati poi georeferenziati tramite un sistema webgis, realizzato con software opensource e consultabile online. In sostanza, chi accede al catasto si trova di fronte a una mappa dell’arco alpino su cui, con dei punti rossi, sono indicati i fenomeni erosivi in atto.

 

Selezionando un puntino, viene mostrata una scheda che riepiloga le informazioni sui processi franosi e sulla regione in cui questi si sono verificati. Informazioni preziose per turisti e amministrazioni locali, considerato che, anche in questo caso, l’innalzamento delle temperature causato dal riscaldamento globale sta destabilizzando i ghiacciai e il permafrost, andando a incrementare i fenomeni franosi.

 

Simone Gandelli

 

 

Photo: Ulrike Mai

Torna alle notizie GOGREEN

Rassegna del 23 Luglio, 2021

20 di 25 della rassegna...

Ispra: Rapporto rifiuti speciali

arpat.toscana.it

PNRR, Confagricoltura spinge lo sviluppo delle agroenergie. Bene gli emendamenti approvati su biogas e biometano

confagricoltura.it

Al via dalla Liguria “Appennino Bike Tour 2021”, Legambiente e Vivi Appennino lanciano la ciclovia più lunga d’Italia

lanuovaecologia.it

Cirfood presenta il bilancio di sostenibilità 2020

efanews.eu

La Ue: dal 2035 solo auto a emissioni zero

metronews.it

Più di 5 milioni di morti all'anno causate dalle temperature anomale

focus.it

Oltre 10mila specie animali e vegetali rischiano l’estinzione in Amazzonia

lifegate.it

Alluminio, boom di riciclo in Italia: nel 2020 meno 335mila tonnellate di CO2

affaritaliani.it

In Germania le alluvioni sono state il peggior disastro naturale dell'ultimo secolo

wired.it

Dalle Alpi al Tirreno, il riscaldamento globale fa sentire i suoi effetti

greenplanner.it

Estrarre il litio dall’acqua di mare? È possibile e conveniente

nonsoloambiente.it

CONAI annuncia i dati 2020: il 73% di imballaggi a riciclo. È record

conai.org

Che sorpresa: affrontare la crisi climatica non è una passeggiata!

fondazionesvilupposostenibile.org

L’inarrestabile consumo di suolo in Italia, nel 2020 2mq al secondo

fondazionesvilupposostenibile.org

Il cambiamento climatico porterà tempeste più intense in tutta Europa

greencity.it

La Terra è più calda rispetto a 15 anni fa: le conseguenze e l’impatto ambientale

biopianeta.it

Street art e l’ambiente. 650 mq di murales realizzati con vernice che assorbe e annulla lo smog, a Rieti

artslife.com

La natura avvisa il G20 Ambiente: il punto di non ritorno è vicino. Scrive Clini

formiche.net

Cingolani, servono incentivi per sostituire 30 mln auto vecchie

altoadige.it

ESO

Società Benefit arl

Via Giuseppe Ungaretti, 27 - I 20073 - OPERA - MI

Tel. (+39) 02.530.111 R.A. - Fax (+39) 02.530.11.209 - info@eso.it - www.eso.it


P.IVA IT 13288930152 - N. Iscr. Reg. delle Imprese di Milano 13288930152

REA 1636344 - Capitale sociale € 300.000,00


Iscritto all’Albo Nazionale Gestori Ambientali

Sezione Regione Lombardia - Iscrizione n° MI31797

Iscritto all’Albo Nazionale per il Trasporto Conto Terzi. - Iscrizione n° MI-0884798-E


© Copyright 2022 - All Rights Reserved

GOGREEN® è un marchio registrato di ESO - © 2022