La Newsletter di ESO
ISSUE 333

Qualità dell’aria: molte città italiane non superano l’ ‘esame’

Inquinamento atmosferico e smog nella maggior parte d'Europa sembrano essere ben oltre i limiti delle soglie imposte dall'Organizzazione Mondiale della Sanità

biopianeta.it

Qualità dell’aria: molte città italiane non superano l’ ‘esame’

In materia di qualità dell’aria, la soglia considerata tollerabile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sembra essersi abbassata; a tal proposito, sono tante le città italiane (insieme a diverse altre città europee) che non superano l’ ‘esame’ e si pongono ben oltre i limiti dell’inquinamento atmosferico ‘consentito’. L’OMS ha elaborato le nuove linee guida AQGs, Global Air Quality Guidelines, nelle quali la soglia considerata pericolosa si è notevolmente abbassata rispetto agli ultimi dati elaborati e pubblicati nel 2005.

 

Danni alla salute e al clima

 

La cattiva qualità dell’aria, oltre ad arrecare danni alla salute delle persone, è una delle principali cause del cambiamento climatico e della crisi climatica in atto. Come si legge sul portale Meteored, negli ultimi quindici anni i danni provocati dall’inquinamento atmosferico alla salute delle persone sono aumentati; come rivela l’Organizzazione Mondiale della Salute, ogni anno l’esposizione a fenomeni di inquinamento atmosferico causerebbe 7 milioni di morti premature. Nel 2019, inoltre, pare che circa il 90% della popolazione mondiale viveva oltre i limiti ‘consentiti’ di inquinamento dell’aria.

 

La condizione di molte città italiane sembra essere allarmante. Legambiente ha formulato alcuni dati sulla qualità dell’aria servendosi anche dei dati ARPA (Agenzia regionali per la protezione dell’ambiente) e pubblicati nel rapporto Mal’aria 2021. Secondo quanto si apprende dalle informazioni registrate, nel 2020, benché tutto il Paese fosse ‘chiuso in casa’ a causa delle restrizioni derivate dalla pandemia da Covid-19, molte città italiane hanno superato picchi notevoli.

 

L’aria inquinata in Italia

 

Sono 60 le città italiane che nel 2020 hanno fatto registrare una media di PM10 annuale (particolato atmosferico) superiore al limite fornito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Una classifica tutt’altro che rassicurante mette al primo posto Torino con il maggior numero di sforamenti registrati: 98 in un solo anno; segue Milano e diverse città della Pianura Padana. Grave anche la condizione dell’aria nelle città del centro e del sud; da Roma a Napoli, passando per la Toscana e giungendo fino a Catania, i livelli di PM10 sono piuttosto preoccupanti in tutta Italia.

 

A causare questa situazione sono diversi agenti; il traffico urbano, extraurbano e autostradale è la principale ‘minaccia’ all’aria. Sono le emissioni di CO2 a creare inquinamento atmosferico; e sempre più dati dimostrano quanto il traffico derivato dal trasporto pesante di merci e delle autostrade contribuisca in maniera notevole a tali emissioni e specialmente sugli ossidi di azoto. Ci sono poi i fumi prodotti dalle fabbriche; e, forse inaspettatamente per qualcuno, ad aumentare i livelli di PM10 anche i riscaldamenti delle case e degli edifici. Le biomasse legnose e i combustibili fossili, infatti, hanno il loro ruolo nell’alterazione atmosferica.

 

Francesca Perrone

 

 

 

Photo: Ralf Vetterle

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