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ISSUE 341

La battaglia di Brian Eno contro la crisi climatica

valori.it

La battaglia di Brian Eno contro la crisi climatica

«Sempre più persone nel mondo della musica sono consapevoli che non possiamo limitarci a parlare del problema, dobbiamo agire a partire dalle nostre pratiche». Il problema è la crisi climatica e a parlare è Brian Eno. Musicista, compositore, produttore. E attivista.

 

In occasione della Giornata della Terra, che quest’anno ricorre il 22 aprile, Eno ha invitato musicisti, grandi e piccoli, a pubblicare su Bandcamp un brano inedito da mettere in vendita per un periodo limitato. Il ricavato sarà devoluto a organizzazioni che si battono in prima linea contro la crisi climatica. Hanno risposto, finora, oltre cento artisti.

 

Una lista internazionale, intergenerazionale e eclettica. Dalle icone della generazione Z Declan McKenna e Murkage Dave alle star del pop alternativo Anna Calvi e Weather Station. E tra i nomi più noti Coldplay e Michael Stipe. L’ex cantante dei REM e Brian Eno hanno realizzato insieme un brano dal titolo “Future If Future”. «Sono molto contento. È una canzone molto bella, una canzone molto à la Stipe. Bellissimo testo, pezzo straordinario», ha dichiarato Eno al Guardian all’uscita della registrazione del brano.

 

Nel 2021 Eno ha co-fondato un’associazione chiamata EarthPercent. Obiettivo: raccogliere raccogliere 100 milioni di dollari entro il 2030 da stanziare per fronteggiare «le cause climatiche più impattanti». Coinvolgendo tutti i settori dell’industria musicale, dalla produzione agli spettacoli dal vivo. Perché, secondo l’artista britannico, il mondo della musica può impegnarsi molto di più per affrontare la crisi climatica. Un settore il cui impatto è considerevole: tra spostamenti aerei e spettacoli dal vivo fortemente energivori.

 

L’impatto degli spettacoli dal vivo

 

Sull’impatto del settore musicale, e in particolare degli spettacoli dal vivo, si sono interrogati anche i Massive Attack. Che hanno commissionato al Tyndall Centre for Climate Change Research dell’università di Manchester un rapporto che calcolasse le emissioni dovute al settore della musica. Per poi elaborare soluzioni. Roadmap To Super Low Carbon Live Music è il nome del rapporto pubblicato lo scorso settembre. Che sottolinea quanto il settore della musica dal vivo sia lontano dal contribuire al raggiungimento degli obiettivi posti dall’Accordo di Parigi e punta a definire nuovi standard per il comparto.

 

I Massive Attack avevano programmato una serie di concerti “a bassissime emissioni”, poi annullati a causa del Covid. Anche il tour mondiale di Music of the Spheres dei Coldplay è stato pensato per includere “iniziative di sostenibilità”: una pista da ballo cinetica che sfrutta l’energia della folla, una app che fornisce consigli di viaggio ai frequentatori dei concerti. L’obiettivo della band inglese è ridurre le emissioni del 50% rispetto ai loro ultimi spettacoli. Alla fine condivideranno i risultati ottenuti, per contribuire a elaborare un modello anche per altri musicisti.

 

Il mondo della musica in prima linea

 

Negli ultimi anni sono numerose le iniziative nate nel mondo della musica. Music Declares Emergency è un’organizzazione britannica che ha il duplice obiettivo di sensibilizzare il pubblico sull’emergenza climatica e incoraggiare la collaborazione tra i vari settori dell’industria musicale per generare cambiamento. L’organizzazione ha recentemente pubblicato il suo “Music industry climate pack”, una guida pratica per produttori, artisti e fan per rendere più sostenibile il mondo della musica.

 

A Greener Festival, invece, è un’organizzazione non profit che ha come obiettivo aiutare gli organizzatori di eventi a ridurre gli impatti climatici e ambientali degli spettacoli. Dal 2007 assegna il Greener Festival Award per premiare gli eventi e le location più virtuosi.

 

Claudia Vago

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