La Newsletter di ESO
ISSUE 344

Nonostante crisi e pandemia, l’Overshoot day ha già ripreso a correre

Mattarella: «Destino dell’uomo e dell’ambiente non sono mai stati così strettamente connessi»

greenreport.it

Nonostante crisi e pandemia, l’Overshoot day ha già ripreso a correre

Quest’anno il giorno che segna il sovrasfruttamento della Terra della cadrà il 28 luglio

 

L’Overshoot day, ovvero il giorno del sovrasfruttamento della Terra, quest’anno arriverà il 28 luglio. A confermarlo è direttamente il Global footprint network, l’organizzazione internazionale che ogni anno mette a confronto il budget di risorse naturali e servizi ecosistemici messi a disposizione dal nostro pianeta (la biocapacità) con la domanda di risorse biologiche e servizi ecosistemici da parte dell’umanità (usando come proxy l’impronta ecologica).

 

«Tra la pandemia, eventi climatici più estremi e la ripresa o intensificazione delle guerre in diversi continenti che portano a una massiccia insicurezza alimentare, l’importanza di promuovere la sicurezza dell’accesso alle risorse per sostenere la propria prosperità economica sta diventando sempre più determinante per le città, le nazioni e persino per le imprese», spiega Mathis Wackernagel, presidente del Global footprint network.

 

Il problema è che al momento continuiamo a procedere ostinatamente in direzione contraria. Oltre 50 anni di superamento globale delle risorse hanno portato a un mondo in cui l’aggravarsi della siccità e dell’insicurezza alimentare è accompagnato da temperature insolitamente più calde; anche nel 2022 l’umanità continua ad aumentare il suo deficit ecologico annuale dopo solo due anni dalla riduzione dell’uso delle risorse indotto dalla pandemia, che aveva eccezionalmente posticipato la data di 24 giorni nel 2020 (anche se già nel 2021 l’Overshoot day era tornato al 29 luglio, comunque meglio di quest’anno).

 

Attualmente l’umanità utilizza il 74% in più di quanto gli ecosistemi del pianeta possono rigenerare, che equivale ad utilizzare “1,75 Terre”. Ciò significa che dal giorno del sovrasfruttamento delle risorse globali fino alla fine dell’anno, l’umanità opera in deficit ecologico: questo deficit è il più grande da quando il mondo è entrato in overshoot ecologico, all’inizio degli anni Settanta.

 

Come risultato, sebbene resti circa metà anno davanti a noi, abbiamo già esaurito tutte le risorse biologiche che gli ecosistemi del nostro pianeta possono rinnovare nel corso dell’intero 2022. Il resto dell’anno lo passeremo dunque erodendo il nostro capitale naturale, che non a caso in Italia si sta già depauperando progressivamente.

 

Come migliorare? È necessario ridurre la nostra impronta ecologica, che è tra gli indicatori più completi ad oggi disponibili per la contabilità delle risorse biologiche: somma tutte le richieste concorrenti delle persone per le aree biologicamente produttive – cibo, legname, fibre, sequestro del carbonio e sistemazione delle infrastrutture. Attualmente, le emissioni di carbonio derivanti dalla combustione di combustibili fossili costituiscono al 60% dell’impronta ecologica dell’umanità; è dunque prioritario limitare le emissioni di gas serra, e abbiamo molti modi a disposizione per farlo.

 

La nuova piattaforma Power of possibility, lanciata dal Global footprint network, documenta numerosi esempi: il passaggio alle reti intelligenti e a una maggiore efficienza dei nostri sistemi elettrici comporterebbe uno spostamento della data di 21 giorni; dimezzare gli sprechi alimentari sposterebbe la data di 13 giorni; la coltivazione di alberi insieme ad altre colture sullo stesso terreno, nota anche come coltura consociata, sposterebbe la data di 2,1 giorni. Di certo, per raggiungere risultati efficaci, è necessario che gli sforzi dei singoli siano guidati da politiche pubbliche coerenti.

 

«Il destino dell’uomo e destino dell’ambiente non sono mai stati così strettamente connessi come nel nostro tempo – ha sottolineato nel merito il presidente Sergio Mattarella, intervenendo ieri per la Giornata mondiale dell’ambiente – La scellerata guerra che sta insanguinando l’Europa con l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina sta provocando una conseguenza inevitabile sulla capacità di rispettare l’agenda degli impegni assunti per contrastare il cambiamento climatico ed evitare così, le ulteriori crisi umanitarie conseguenti. Ecco perché la Giornata mondiale dell’ambiente suona più che mai come severo richiamo alla assunzione condivisa di un impegno comune alla pace e alla cooperazione internazionale».

 

L. A.

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