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ISSUE 358

Mattarella e la transizione energetica per «mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro»

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Mattarella e la transizione energetica per «mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro»

Nel consueto messaggio di fine anno da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha dedicato un’attenzione speciale alla necessità di governare la transizione ecologica, anziché subirla o temerla. A partire da una scelta consapevole in favore delle energie rinnovabili.

 

«L’energia – argomenta Mattarella – è ciò che permette alle nostre società di vivere e progredire. Il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inquinanti e dannose per salute e ambiente, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi economici. Non è un caso se su questi temi, e in particolare per l’affermazione di una nuova cultura ecologista, registriamo la mobilitazione e la partecipazione da parte di tanti giovani».

 

Al contempo tanti adulti, a partire da quanti all’interno delle pubbliche istituzioni hanno in mano le redini dei percorsi autorizzativi per nuovi impianti rinnovabili, non sembrano percepire ancora quest’urgenza.

 

I dati aggiornati da Terna a fine novembre del 2022 – quelli relativi a dicembre non sono ancora disponibili – documentano che la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 2.668 MW, restando dunque molto lontana dall’obiettivo dei 10.000 MW che saremmo chiamati a traguardare per rispettare la tabella di marcia indicata dall’Ue con l’iniziativa RePowerEu.

 

Come mai? «Sento spesso dire che è “tutta colpa della burocrazia” – commenta nel merito Edo Ronchi, già ministro dell’Ambiente – un po’ il paravento usato per coprire diverse responsabilità politiche. L’Italia non dispone, infatti, ancora di un nuovo piano nazionale per il clima e l’energia, aggiornato ai nuovi target europei anche per le rinnovabili; le Regioni italiane non hanno target per lo sviluppo delle rinnovabili sui rispettivi territori; i Comuni non sono coinvolti attivamente per raggiungere obiettivi di sviluppo di impianti a fonti rinnovabili sui loro territori. L’Italia è l’unico grande Paese europeo che non ha una legge per il clima: una legge necessaria per fissare un quadro di riferimento stabile e pluriennale per le misure necessarie per fissare, realizzare e monitorare i target al 2030 e successivi, per dare rilevanza strategica, di interesse e di sicurezza nazionali, agli obiettivi climatici e alle misure necessarie per raggiungerli, compresi quelle per lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia»

 

Nel mentre, la crisi climatica non aspetta: solo nel corso dell’ultimo anno Legambiente ha documentato un incremento degli eventi meteo estremi del 55% nel nostro Paese. Da qui l’urgenza di governare il cambiamento, traendone nuove opportunità di sviluppo sostenibile, anziché restare divisi e inermi di fronte all’avanzare del pericolo.

 

«Pensare di rigettare il cambiamento, di rinunciare alla modernità non è soltanto un errore: è anche un’illusione. Il cambiamento va guidato, l’innovazione va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere rimossa. La sfida, piuttosto – osserva il presidente Mattarella – è progettare il domani con coraggio».

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