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ISSUE 359

Il carbone di Lützerath resti sottoterra, o la Germania non rispetterà l’Accordo di Parigi sul clima

Greenepeace: «È un limite che non possiamo superare, le compagnie di combustibili fossili distruggono il nostro futuro per profitti a breve termine»

greenreport.it

Il carbone di Lützerath resti sottoterra, o la Germania non rispetterà l’Accordo di Parigi sul clima

La lignite è un tipo di carbone, il combustibile fossile più pericoloso per il clima: se quello bruciato tutto quello contenuto nel sottosuolo di Lützerath, per la Germania sarebbe di fatto impossibile rispettare l’Accordo di Parigi sul clima, necessario per limitare la crisi climatica entro i +1,5-2°C rispetto all’era preindustriale.

 

Per questo migliaia di persone provenienti da diversi Paesi si sono riuniti ieri per protestare nel piccolo villaggio tedesco di Lützerath in solidarietà con gli attivisti e le attiviste per il clima che, da due anni, cercano di fermare la demolizione di quest’area per estrarre carbone e che sono ora in procinto di essere sgomberati.

 

«Lützerath è un limite che non possiamo superare. Se venisse estratto tutto il carbone su cui si trova sarebbe impossibile per la Germania rispettare l’accordo di Parigi – dichiara Karsten Smid, esperta di energia di Greenpeace Germania – L’avidità di Rwe (multinazionale tedesca nel comparto delle fonti fossili, attiva  a Lützerath, ndr) non può essere più importante della salute di cittadine e cittadini e della protezione del clima. Questo carbone deve rimanere sottoterra».

 

A partire dal 2020 diversi movimenti ambientalisti hanno occupato il villaggio, opponendosi alla sua distruzione e al mega-progetto estrattivo. Si sono installati negli edifici abbandonati, costruendo case sugli alberi, impianti fotovoltaici, centri comunitari e ripopolando un villaggio fantasma per dimostrare che una società basata sulla giustizia climatica e la solidarietà è possibile.

 

«La posta in gioco qui non è solo la Germania che non rispetta l’accordo di Parigi, ma anche le compagnie di combustibili fossili che distruggono il nostro futuro per profitti a breve termine”, dichiara Chiara Campione, responsabile della campagna Clima di Greenpeace Italia. “Lützerath è un esempio dei crimini che le compagnie di combustibili fossili stanno commettendo ovunque sul pianeta, in questo caso con la complicità di Unicredit e Intesa Sanpaolo, due delle più importanti banche italiane, che stanno largamente finanziando questo folle progetto con centinaia di milioni di euro”.

 

Secondo ReCommon, infatti, Intesa Sanpaolo è »il primo investitore italiano in Rwe, con 135 milioni di euro. Dall’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, Intesa e UniCredit hanno finanziato la multi-utility tedesca, che produce ancora energia derivante dal carbone per circa il 30%, con 2 miliardi di euro».

 

La coalizione ambientalista di cui Greenpeace fa parte chiede che sia fermata la distruzione del villaggio di Lützerath e che il carbone sepolto in quest’area resti sottoterra. Secondo la coalizione, a Lützerath si capirà se la Germania darà davvero un equo contributo all’Accordo di Parigi sul clima, con l’eliminazione graduale del carbone.

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