La Newsletter di ESO
ISSUE 371

Sui tetti industriali un potenziale enorme da sfruttare con il fotovoltaico

greenplanner.it

Sui tetti industriali un potenziale enorme da sfruttare con il fotovoltaico

Maggiore consapevolezza ambientale delle aziende, efficientamento energetico e conseguente riduzione dei costi relativi ai consumi di energia elettrica: il mercato del fotovoltaico sui tetti delle aziende è in forte crescita. Grazie a strumenti avanzati Cerved ha analizzato e individuato le aziende che hanno elevata capacità di produzione. Ne abbiamo parlato con il suo ad Andrea Mignanelli.

 

Il fotovoltaico è la strada tecnologica che potrebbe farci fare grandi progressi nel percorso di decarbonizzazione… secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), infatti, l’energia solare sarà quella più diffusa.

 

La capacità di realizzare impianti fotovoltaici è fondamentale, soprattutto in Italia, Paese che deve ancora rendersi indipendente enrgeticamente e costruire la sua capacità industriale a basso impatto.

 

Il nostro Paese, tuttavia, ha almeno due grandi qualità sulle quali potrebbe costruire un vantaggio produttivo favorevole: in primo luogo la nostra posizione geografica ci permette di poter sfruttare l’energia solare con grande efficienza.

 

Inoltre, secondo Cerved che ha effettuato uno studio interno avvalendosi dei dati di cui dispone – analisi satellitari per l’esame del territorio, consumo energetico delle aziende e loro robustezza finanziaria, costi degli impianti fotovoltaici – abbiamo a disposizione numerosi tetti industriali, che potrebbero produrre una grande quantità di energia rinnovabile.

 

Sfruttare i tetti industriali per produrre energia pulita

 

Un potenziale enorme di tetti disponibili per avviare una consistente transizione energetica ed ecologica: è quello che emerge dalla ricerca effettuata dalla tech-company di San Donato Milanese, che ha sfruttato bene i dati a sua disposizione ricavandone informazioni di valore.

 

Cerved, infatti, ha analizzato le informazioni disponibili nelle banche dati aziendali elaborandole attraverso l’intelligenza artificiale per estrarne dei Kpi (key perfomance indicator – indicatore chiave di prestazione) che, oltre ad avere individuato le imprese italiane con il maggior potenziale di produzione fotovoltaica, faciliteranno l’incontro tra queste imprese e i potenziali finanziatori.

 

Perché il tema non è dove installare questi impianti – Cerved ha infatti individuato oltre 110.000 stabilimenti e capannoni industriali con tetti idonei a ospitare impianti fotovoltaici di grande taglia – ma come finanziare la spesa: servirebbero infatti tra i 30 e i 36 miliardi di euro di investimenti.

 

I tetti individuati dispongono di circa 300 chilometri quadrati di superficie, sufficienti a realizzare una produzione energetica di 30GW che coprirebbe il 75% dell’obiettivo al 2030 di potenza fotovoltaica installata per impianti superiori ai 200 KW e il 60% del target totale di 50GW, secondo l’accordo europeo Fit-for-55.

 

Installazioni che permetterebbero inoltre un risparmio di emissioni di CO2 di circa 9.000 tonn/anno: sarebbe una vera spinta innovativa che ci aiuterebbe a raggiungere il nostro obiettivo di triplicare la produzione fotovoltaica nei prossimi 7 anni, passando dai circa 25GW attuali a 75GW.

 

Ora i dati individuati da Cerved possono agevolare l’incontro tra le imprese che hanno superfici utilizzabili per il fotovoltaico e le banche o gli istituti finanziari che hanno i capitali per finanziare gli investimenti.

 

Andrea Mignanelli, amministratpore delegato di Cerved, ci ha illustrato le potenzialità di questo mercato e lo sfrozo fatto dalla sua società per inconraggiare l’incontro tra finanziatori e imprese, in modo da far partire questo circolo virtuoso di produzione di energia pulita.

 

Serve consapevolezza però ed è anche necessario analizzare bene i dati a disposizione…

 

“I dati non bastano più, bisogna estrarne segnali e insight utili a dare risposte a bisogni concreti. L’incrocio e l’elaborazione di dataset totalmente diversi ci ha restituito una lista di imprese, con indirizzo e ragione sociale, che possono produrre vantaggiosamente energia solare, con investimenti per 30-36 miliardi di euro.

 

Adesso bisogna attivarsi per trovare i fondi presso le banche e sfruttare gli incentivi più adeguati” ci spiega Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved.

 

 

Per vincere la sfida della transizione energetica bastava guardare in alto, ai tetti degli impianti industriali e dei campannoni che già esistono… la conoscenza delle proprie potenzialità produttive è il primo passo?

 

“Molte aziende potrebbero produrre energia dal fotovoltaico ma non hanno idea del loro potenziale di produzione – continua Mignanelli – le imprese energivore, per esempio, che in questo momento stanno sostenendo degli elevati costi di approvvigionamento, potrebbero avere grandi benefici dall’installazione di impianti propri.

 

Allo stesso tempo, anche le banche vorrebbero intercettare questi casi e sostenerli in maniera mirata. Cerved mette a disposizione tutti i dati per sostenere tale innovazione e, grazie all’elaborazione di specifici algoritmi ha stilato una mappa delle aziende, completa di indirizzo e ragione sociale, a cui proporre finanziamenti ad hoc.

 

È un contributo concreto a supporto della transizione energetica, come già facciamo con la produzione dei rating Esg emessi della nostra Rating Agency o con i modelli di rischio climatico che produciamo.

 

Siamo in un momento storico di forte discontinuità, in cui dati e tecnologie avranno un ruolo centrale per comprendere i rischi, ma anche le opportunità. Una delle maggiori sfide per le imprese italiane riguarda proprio la transizione energetica, che per essere implementata su vasta scala deve coinvolgere sistema produttivo, innovazione tecnologica, politica e sistema finanziario“.

 

In che nodo la vostra applicazione è stata in grado di recuperare queste informazioni?

 

“In pratica – conclude Mignanelli – l’incrocio e l’elaborazione di tre dataset completamente diversi – dati satellitari, consumi energetici delle imprese, proiezioni dei bilanci per stabilirne la solidità – ci hanno restituito una lista di 110.000 imprese, con indirizzo e ragione sociale, su cui si possono installare 30GW di potenza fotovoltaica, oltre la metà di quelli che occorrono all’Italia per centrare gli obiettivi al 2030, con investimenti per 30-36 miliardi di euro.

 

Oltre ai fondi del Pnrr anche i privati sono chiamati a fare la loro parte per trovare i fondi necessari presso le banche e sfruttare gli incentivi più adeguati“.

 

Entrando nel dettaglio, attraverso dati satellitari e tecnologie di Image Detection basate sull’intelligenza artificiale, Cerved è riuscita a geolocalizzare gli immobili e i siti produttivi con una copertura unitaria superiore ai 2.000 mq, sufficientemente ampi per installare impianti di almeno 200KW, soglia che li rende attrattivi per gli operatori specializzati.

 

Da questa prima analisi si è proceduto quindi alla selezione dei tetti piani oppure orientati a sud/sud ovest, ideali per l’irraggiamento, che rappresentano il 65% circa del totale e sono state tolte eventuali ostruzioni, in media il 3% delle superfici.

 

Infine, si sono analizzate le caratteristiche del territorio (precipitazioni, distanza dalla rete elettrica, vincoli paesaggistici, rischio idrogeologico, comunità energetiche).

 

Tutte queste informazioni sono poi state integrate con i dati sulle imprese italiane di cui Cerved dispone, che comprende il consumo energetico delle aziende e la loro affidabilità creditizia, i profili Esg, i costi degli impianti fotovoltaici e l’esigenza di finanziamenti.

 

Paolo Galli

 

Photo: Florian Savatry

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