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ISSUE 387

Per proteggere gli animali allevati, ispiriamoci a questi risultati del 2023

Ridurre il numero degli animali allevati è fondamentale. Il 2023 ha visto risultati importanti per i diritti degli animali che fanno sperare in un futuro con meno sofferenza.

lifegate.it

Per proteggere gli animali allevati, ispiriamoci a questi risultati del 2023

Realizzare un mondo migliore per gli animali è davvero possibile, un passo alla volta. Lo dimostrano i cambiamenti incoraggianti dell’ultimo anno: si tratta di miglioramenti progressivi e necessari per poter ridurre la sofferenza di milioni di animali sfruttati per diventare cibo. Tra questi ci sono anche i risultati raggiunti attraverso le campagne che come Animal Equality abbiamo portato avanti.

 

Il futuro degli allevamenti di polli

 

Innanzitutto, abbiamo finalmente raggiunto l’implementazione che vieta la triturazione dei pulcini maschi nell’industria delle uova. Dopo l’approvazione della nostra proposta di legge, nel 2023 è arrivato anche il decreto attuativo che permetterà di risparmiare la vita di circa 36 milioni di pulcini ogni anno.

 

Tutto questo avverrà a partire dal 2026 per via dei tempi tecnici di adeguamento richiesti dall’industria, ma noi non ci fermiamo e vigileremo per garantire che l’impegno venga rispettato.

 

Il 2023 è stato anche l’anno in cui la Danimarca ha deciso di abbandonare le razze di pollo a rapido accrescimento. L’allevamento di questi animali nel Paese verrà gradualmente abbandonato, ma non solo. Finanziando la ricerca scientifica sulle problematiche relative all’allevamento di questi ibridi commerciali, il governo danese si è impegnato a supportare l’eliminazione della produzione di polli a rapido accrescimento anche a livello europeo.

 

È una notizia fondamentale che rafforza la nostra visione di un mondo dove questi animali non saranno più selezionati geneticamente per soffrire e aumentare la produzione di carne a beneficio degli allevatori. Con la nostra petizione rivolta alla commissione Ue, abbiamo infatti chiesto all’Europa di vietare l’utilizzo dei polli a crescita rapida e alcuni fondamentali segnali sono già arrivati: l’anno scorso la Commissione ha riconosciuto che l’allevamento di questi animali è problematico e valuterà come intervenire al riguardo.

 

Nel frattempo, una decisione molto importante è arrivata anche negli Stati Uniti. La Proposition (“Prop”) 12 della California, celebrata come la principale legge americana sul benessere degli animali allevati per il consumo umano, è stata confermata dalla Corte Suprema nonostante l’opposizione dell’industria della carne. La Prop 12 stabilisce requisiti minimi di spazio vitale per galline, maiali e vitelli negli allevamenti. Secondo la legge, i prodotti a base di uova, maiale e vitello venduti in California, compresi quelli importati da altri Stati, dovranno essere prodotti nel rispetto di questi requisiti.

 

E che dire dell’allevamento di polpi che avrebbe dovuto aprire in Spagna, ma che grazie ad una strenua contestazione non ha ancora visto la luce? Attivisti e scienziati si sono mobilitati contro l’apertura del primo allevamento di polpi al mondo, che sarebbe dovuto essere inaugurato nell’estate 2023 alle Isole Canarie. La coraggiosa opposizione di chi difende i diritti degli animali ha dimostrato così ancora una volta che un mondo più giusto per tutti è possibile e che vale sempre la pena battersi per chi non ha voce.

 

Per concludere non possiamo dimenticare che da quest’anno ad Haarlem, in Olanda, sarà vietato affiggere manifesti pubblicitari che promuovono prodotti a base di carne a causa degli effetti che l’allevamento degli animali ha sul clima. La pubblicità non sarà consentita sui mezzi pubblici, sulle pensiline o sugli schermi degli spazi pubblici della città. L’obiettivo più ampio del governo olandese è infatti quello di ridurre di un terzo del totale gli animali allevati entro il 2030 per dimezzare la concentrazione di azoto nei terreni e le emissioni di gas serra.

 

Ridurre il numero degli animali allevati è fondamentale per ridurre anche la loro sofferenza. Contribuire ogni giorno a raggiungere questo risultato è possibile scegliendo un’alimentazione cento per cento vegetale.

 

Photo:  Annie Spratt

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