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Rassegna del 3 Maggio 2018
    

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La sostenibilità, spiegata. Viaggio dentro alla SOS, la scuola di Mario Cucinella


Sul loro sito si legge “practice academy”. Una scelta radicale per una scuola che si occupa di sostenibilità. Viviamo infatti un’epoca dominata da questo termine, in cui la CSR si sta facendo asset fondamentale delle politiche aziendali su ogni livello.

Qui, invece, il termine sostenibilità è considerato in relazione all’architettura. SOS (l’acronimo è esplicito quanto basta, per esprimere l’urgenza che la scuola si pone come mission) - School of Sustainabiliy - offre corsi post-laurea, sotto la guida di Mario Cucinella, architetto di fama internazionale, che ha fatto della sostenibilità la propria cifra stilistica e intellettuale. Basti pensare alle sue opere più rinomate, dalla sede della 3M a Milano (progetto con il quale si aggiudica, nel 2011, il premio MIPIM nella categoria green building) al Centre for Sustainable Energy Technologies di Ningbo, dal Nido d’infanzia di Guastalla al Polo Universitario di Aosta, per citarne alcuni. Tutti improntati su un’armonia sia estetica, capace di sposarsi con il paesaggio e di entrare in sintonia con la natura circostante, sia su una consonanza ambientale, dal minor impatto possibile e dell’ampliamento delle proprie capacità energetiche a basso costo.

Cos’è la Sostenibilità?

“La sostenibilità, quella vera, richiede l’interazione di molti elementi,” ci spiega Andrea Rossi, architetto e docente della SOS. “In particolar modo il rapporto tra l’individuo, il suo comfort, il contesto, ma anche il sistema naturale, che si compenetra con la città.”

Maria Pazzaglia, architetto: “In Italia dobbiamo cominciare a pensare la sostenibilità, non solo da un punto di vista energetico, ma anche di well-being della persona. È necessario raggiungere uno shift culturale, in cui gli italiani comincino ad acquisire coscienza delle proprie scelte.”Coscienza, appunto. O come si usa dire oggi nel marketing - tra i molti anglicismi imprestati alla lingua italiana: awareness. Questa, a detta della SOS e dei ragazzi di Cucinella, si raggiunge attraverso modelli tangibili di benessere, da qui - ricollegandoci all’inizio - il concetto di practice academy. Massimo Imparato, direttore della SOS: “Pensiamo che sia giunto il momento di lavorare a una piena integrazione tra educazione, pratica professionale e ricerca. Il lavoro che stiamo facendo con la SOS, guarda a un modello di sostenibilità che cerca di combinare questi tre momenti.”

La presenza al Fuorisalone

In occasione della Milano Design Week 2018, Eni gas e luce ha lanciato la quinquennale partnership con Centrica Hive, colosso britannico della domotica. Le due aziende hanno presentato una serie di prodotti congiunti di smart home: termostati, lampadine e sensori per porte e finestre interconnessi. Per suggellare la collaborazione e per presentare i prodotti, si sono affidati alla SOS di Cucinella, che ha realizzato un’installazione legata alla smart home nell’Orto Botanico di Brera a Milano.

700 case in miniatura - realizzate in plexiglass traslucido e appoggiate su steli a diverse altezze - si illuminano a intermittenza, creando un colpo d’occhio suggestivo soprattutto al calar del sole, facendo brillare l’orto meneghino.

All’interno delle case, varie situazioni di vita quotidiana che illustrano l'impatto della casa smart sul nostro modo di vivere la nostra abitazione. All’interno di alcune casette, viene offerta al visitatore la possibilità di interagire con la casa, cambiando colore all’illuminazione o sperimentando il termostato smart.

“Il progetto,” ci racconta Cucinella stesso, “cerca di rispondere a una domanda che Eni gas e luce ha posto: ‘Come facciamo a creare una relazione tra un fornitore di risorse primarie e l’utilizzatore finale?’ È una domanda complessa, perché l’energia non si vede. Abbiamo quindi scelto di raccontare questo rapporto attraverso la casa. Gli utenti finali, infatti, di questo processo, sono le famiglie. Quella che abbiamo voluto rappresentare è la metafora della città, sospesa sopra la natura, che si fa protagonista del proprio controllo. Il risultato finale non è tanto l’energia, quanto il modo in cui quest’energia, trasformandosi in luce, in riscaldamento, in raffreddamento o nel fuoco dei fornelli, diventa lo specchio di come io desidero la mia casa.”

Si tratta di un modo di ripensare completamente il processo di progettazione, come ci spiega ancora l’architetto: “Abbiamo cercato di rappresentare un rapporto che si è andato a invertire: la natura è molto più potente degli edifici costruiti. Vogliamo raccontare che la città di domani, la ‘Smart Town’, come è stata battezzata in occasione della MDW18, è una città prevalentemente verde, nella quale noi abbiamo un rapporto subordinato rispetto ad essa. E non il contrario.”

Le relazioni tra edifici e ambiente, secondo Cucinella

Quando abbiamo domandato a Cucinella quale sia per lui una visione sostenibile, ci ha risposto che si tratta di “un altro modo di vedere il modo. Stiamo uscendo da una fase in cui abbiamo utilizzato molte risorse e non siamo stati in grado di restituirle. Quando parliamo di sostenibilità, questa cessa dunque di essere un concetto astratto, ma ha alla base un problema molto concreto: la necessità di gestire meglio le risorse che sono rimaste.

Anche l’architettura deve quindi ricercare una dimensione empatica, in modo da comprendere a fondo il luogo in cui opera. Non si tratta più di costruire edifici, ma di creare una relazione tra l’edificio e l’ambiente. Oggi troppo spesso quell’empatia va perduta in favore della tecnologia, ma è ormai chiaro che la tecnologia non basta. È necessario quindi ritrovare un dialogo con i contesti ambientali, in modo da utilizzare l’energia per quelli che sono i nostri bisogni reali.”

 

Fonte: agi, 30 aprile 2018




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