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Rassegna del 14 Novembre, 2019
    

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Perché il riscaldamento globale c’entra con l’acqua alta a Venezia


Perché il riscaldamento globale c’entra con l’acqua alta a Venezia

Oltre all'innalzamento del livello dei mari, l'eccezionale picco di marea è legato inoltre allo sprofondamento del suolo sotto la città. Ne abbiamo parlato con l'oceanografo Gianmaria Sannino

 

Dalla notte tra il 12 e il 13 novembre, Venezia sta vivendo "un picco straordinario di marea da 187 centimetri", mentre si iniziano già a contare i danni.

La Basilica di San Marco è stata inondata due volte tra il 12 e il 13 novembre, mentre sull’isola di Pellestrina un uomo è morto folgorato in casa per una scarica elettrica causata dall’allagamento della sua abitazione.

Ma che cosa ha causato questa ondata di acqua alta? E c’entra qualcosa il riscaldamento globale? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.

Come funziona la marea a Venezia

Il Centro Previsioni e Segnalazioni Maree di Venezia – che dal 1980 ha "il compito di garantire alla cittadinanza la massima informazione sulla marea ed un efficace e tempestivo servizio di allarme, in caso di acqua alta eccezionale" – spiega sul suo sito come funziona il fenomeno della marea nella laguna veneta.

In parole semplici, a Venezia la marea va pensata come la somma di due componenti: quello astronomico e quello meteorologico.

Da un lato, il livello delle maree è influenzato dall’attrazione della Luna e, secondariamente, del Sole, che modificano il moto di oscillazione dell’acqua del mare, facendolo alzare o abbassare.

Dall’altro lato, c’è la componente del meteo.  

"In condizioni normali il contributo meteorologico è piccolo e il livello che si osserva coincide approssimativamente con la marea astronomica", spiega il Centro Previsioni e Segnalazioni Maree. "In caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli, tipicamente bassa pressione e forti venti di scirocco, il contributo meteorologico diventa importante: se si verifica contemporaneamente a un massimo di marea astronomica, esso può produrre il fenomeno dell'acqua alta".

Vento e pressione dunque intervengono per alterare in modo notevole la componente astronomica della marea a Venezia. La conformazione del Mare Adriatico (bacino lungo e stretto) fa sì che lo scirocco, proveniente da sud-est, produca un accumulo di acqua nella parte chiusa a nord, in prossimità della laguna. A questo, va aggiunto il contributo della bora, che proviene dal nord-est, e il basso livello dei fondali in questa zona.

Così "si verifica la cosiddetta 'scontraura', cioè la convergenza di correnti marine provocate da venti da nord-est e sud-est", spiega il Centro. "Il fenomeno, noto fin dai tempi antichi, ha fatto registrare numerosi eventi di marea eccezionale".

Che cos’è l’acqua alta

A Venezia, si parla di “acqua alta” quando il livello della marea supera una determinata soglia di attenzione, ossia quella degli 80 centimetri sopra il livello medio delle acque marine nella laguna.

"A questa quota sorgono problemi di trasporto e di viabilità pedonale nei punti più bassi della città", come piazza San Marco, sottolinea il Centro. "Quando la marea supera i 100 cm (5 per cento del suolo pubblico allagato), il fenomeno inizia ad interessare tratti più consistenti dei percorsi cittadini. A quota +110 cm, circa il 12 per cento della città è interessata dagli allagamenti. Quando invece si raggiungono i +140 cm, viene allagato il 59 per cento della città".

Questi numeri ci danno un’idea della grave situazione in cui si trova Venezia in queste ore, dove la marea, come abbiamo visto prima, ha quasi raggiunto i 190 centimetri. Ma che cosa ha causato la straordinarietà di questo fenomeno?

Che cosa è avvenuto di “straordinario”

"La particolarità di questa ondata di acqua alta sta nel fatto che si sono presentati contemporaneamente tutta una serie di fattori concomitanti: marea particolarmente intensa, venti da sud particolarmente forti e la bassa pressione", ha spiegato ad Agi Gianmaria Sannino, oceanografo e responsabile del Laboratorio di Modellistica Climatica e Impatti dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).

In primo luogo, ha avuto un ruolo di primo piano il forte vento.

"Lo storm surge di questi giorni nell’Adriatico, ossia lo spostamento di grosse masse d’acqua dovute al vento (in questo caso lo scirocco) è stato particolarmente intenso tra il 12 e il 13 novembre", ha sottolineato Sannino. «Questi venti eccezionali sono stati generati da una perturbazione che si è verificata nel centro del Mediterraneo, e hanno portato alla creazione di onde elevate non solo nel Sud Italia, ma anche nel Nord Adriatico, cosa particolarmente rara per un mare di questo tipo".

In secondo luogo, bisogna fare i conti con l’effetto che si chiama “barometrico inverso”, ossia con il fatto che se sulla zona di Venezia c’è bassa pressione, il livello del mare continua a salire.

"Tra il 12 e il 13 novembre, la differenza tra l’effetto della marea normale e questi effetti aggiuntivi, che fanno interagire l’atmosfera con l’oceano, si aggira tra i 40 e i 50 centimetri", ha chiarito Sannino.

"Adesso e nei prossimi anni, e non nei prossimi cento, questi 40-50 centimetri in più saranno “regalati” dal riscaldamento globale, ossia dall’innalzamento dei mari. Tutte le volte che ci sarà l’alta marea avremo Venezia più o meno allagata: il livello del mare partirà già da un livello più alto rispetto a quello attuale".

Vediamo meglio perché.

Riscaldamento globale e innalzamento dei mari

Da decenni, la comunità scientifica è concorde nell’evidenziare l’innalzamento dei mari tra gli effetti più evidenti dei cambiamenti climatici.

Non è solo lo scioglimento dei ghiacciai a causare questo fenomeno, ma anche l’aumento delle temperature medie delle acque marine, che di conseguenza stanno aumentando anche di volume.

Secondo un rapporto speciale pubblicato a settembre 2019 dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) – il principale organismo internazionale delle Nazioni Unite per la valutazione dei cambiamenti climatici – entro fine secolo, nello scenario peggiore attualmente previsto, il livello medio dei mari e degli oceani salirà di oltre un metro.

"Anche il livello delle acque del Mediterraneo si alza, così come si alza il livello delle acque marine in tutto il mondo", ha evidenziato Sannino. "Da poco abbiamo concluso uno studio specifico e locale sul nostro mare: le proiezioni oceanografiche a livello globale in realtà tendono a escludere il Mar Mediterraneo, perché è considerato come se fosse un lago. In ogni caso, da qui al 2100 prevediamo che il livello del mare a Venezia registrerà un aumento fino a un metro".

Questo dato è in linea con una ricerca scientifica pubblicata nel 2017 da 15 ricercatori italiani – tra cui Sannino – che utilizzava però dati meno aggiornati.

Anche la Regione Veneto ha pubblicato una serie di dati per dimostrare la gravità della situazione. Nel capitolo 6 del Rapporto statistico regionale 2018 – dedicato ai cambiamenti climatici – si legge infatti che tra il 1872 e il 2016, il livello del mare a Venezia ha registrato un tasso di crescita medio pari a 2,5 millimetri l’anno: oltre 25 centimetri in 100 anni.

"Tale tasso di crescita – scrive il Rapporto – risulta significativamente più elevato rispetto a quello medio globale".

C’è poi un altro problema, e riguarda il terreno su cui poggia Venezia.

Venezia sta sprofondando

Oltre all’innalzamento delle acque, il fenomeno dell’acqua alta è favorito dalla cosiddetta “subsidenza”, "ossia lo sprofondamento del suolo per cause naturali e antropiche", spiega il Centro Previsioni e Segnalazioni Maree.

Da un lato, Venezia ha infatti il grosso problema di essere costruita in una zona di forte abbassamento tettonico. Dall’altro lato, però, giocano un ruolo di primo piano le attività umane (come nel caso del riscaldamento globale). Nel caso di Venezia, la subsidenza è dovuta principalmente al cosiddetto “emungimento” delle falde acquifere sottostanti la città. Con questo termine si fa riferimento all’estrazione di acqua per usi industriali, una pratica molto intensa nel recente passato, in conseguenza allo sviluppo industriale di Porto Marghera. Dal 1950 al 1970, l’abbassamento medio del suolo su cui poggia Venezia è stato di circa 12 centimetri.

"Per questo fenomeno di subsidenza, nei prossimi anni il livello del mare che si alza a Venezia sembrerà alzarsi più velocemente di quello che avviene nel resto del Mediterraneo", ha sottolineato Sannino. 

In conclusione

Nella notte tra il 12 e il 13 novembre, Venezia è stata colpita da un picco straordinario di acqua alta, causato dalla comparsa contemporanea di tre fattori: l’alta marea intensa, i forti venti da sud e la coesistenza di bassa pressione.

Ma il lento sprofondare di Venezia, dovuto anche alle attività umane, sta aumentando di anno in anno la possibilità di comparsa di eventi estremi come quello appena registrato.

Uno dei responsabili – insieme allo sprofondamento del suolo per cause naturali e antropiche – è il riscaldamento globale: l’aumento delle temperature causato dagli esseri umani sta portando infatti a un innalzamento del livello dei mari di tutto il mondo, in particolare anche a Venezia.

"Quello che sta accadendo ora è solo un assaggio di quello che ci aspetterà nei prossimi anni", ha concluso Sannino. "Basteranno eventi meteorologici normali per rendere 'ordinario' ciò che oggi è considerato essere 'straordinario'".

 

Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/tmal-1121681/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=972306">tmal</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=972306">Pixabay</a>




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