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Rassegna del 28 Giugno 2018
    

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Quale futuro per il Pianeta


Una kermesse sul modello Silicon Valley per parlare di futuro del nostro pianeta e della nostra specie. Biglietti esauriti per il TEDxVarese, che si è tenuto sabato 16 giugno, a Ville Ponti, organizzato dall’associazione Ideas Worth Spreading Varese con il supporto della Camera di Commercio e di altri enti e associazioni del territorio. Il ciclo di interventi su ambiente, tecnologia, passando per la filosofia fino all’educazione e ai sentimenti è la versione italiana del format statunitense creato da Ted, l’organizzazione no profit americana nata in California per ricercare idee che meritano di essere diffuse e capaci di cambiare il mondo.

“Quando immagini in futuro” - questo il tema affrontato dai 14 speaker che si sono alternati sul palco - lo fai pensando alla Terra, la culla che da 200 mila anni ci accoglie e ci protegge. Dodici minuti per ogni conferenza. Perché dobbiamo prepararci a un domani che si avvicina.

La più grande scommessa in gioco nei prossimi decenni, come sostiene Adriano Martinoli, zoologo, esperto di gestione e conservazione della fauna omeoterma, è il rapporto uomo-natura. Rispetto per la biodiversità e conservazione dell’ambiente in cui viviamo. Parole che abbiamo sentito almeno un milione di volte e che ora si possono riassumere in una disciplina: la citizes scienze , ossia la scienza dei cittadini, che ha un forte potenziale nel dare nuove letture e nuove opportunità di approccio ai temi ambientali, in chiave corale.

Non possiamo pensare di sfruttare i servizi che ci offre la natura senza conservare l’ambiente, e questo partendo dal superamento dell’approccio estetico, che spinge l’uomo ad addomesticare la natura invece che contemplarla. La conservazione della materia è un principio universale, lo stesso che deve essere considerato nelle ristrutturazioni edilizie. “Le rughe del tempo” dichiara l’architetto Paolo Gasparoli, docente di Tecnologia dell’Architettura al Politecnico di Milano

 “ci permettono di leggere il passato e di costruire il presente”. 

L’attenzione dunque va posta al rispetto di ciò che ci circonda, anche nel momento in cui parliamo di oncologia, perché un microambiente infiammato è il nido ideale dei tumori. Lo sa bene Adriana Albini, professore di Patologia Generale per il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università Bicocca, che ha spiegato come si può prevenire il cancro. Non aspettiamo dunque che il mondo vada in rovina, fermiamo ora il processo degenerativo. 

E se fosse necessaria una nuova lingua per cambiare modo di pensare? Allora, dovremmo parlare in Europanto, ci spiega Diego Marani, consigliere per la politica culturale al Servizio Europeo per l’azione esterna (EEAS): una lingua cosmopolita, che non sia rifugio identitario di una nazione, ma che abbia un respiro più ampio.

Si deve puntare a un futuro libero da pregiudizi, anche nella gestione del machine learning . Il guaio è che persino l’intelligenza artificiale sta imparando i nostri lati peggiori. L’uso degli algoritmi, sempre più utilizzati nella nostra società, deve misurarsi con la sociologia. A dirlo è Marco Basaldella, ricercatore di Intelligenza Artificiale. È ovvio che cambiare richiede molto coraggio ed “energia”, in un momento in cui la crisi energetica è uno dei drammi mondiali. 

L’economia italiana si è fortemente decarbonizzata. Il mix energetico è cambiato: meno prodotti petroliferi, più gas e più fonti rinnovabili. Ma forse è arrivato il momento di portare un pezzo di sole sulla Terra. Ne vale la pena? A rispondere sì è Piero Martin, fisico sperimentale all’Università di Padova, che ha parlato del progetto ITER, uno dei sogni green dell'umanità. Si tratta di un reattore a   fusione nucleare che potrebbe darci energia in enormi quantità dall'idrogeno, molto abbondante nell'Universo, senza produrre scorie radioattive, CO2 e rischi di esplosioni o altri incidenti nucleari. 

Per educare l’Homo sapiens a proteggere l’ambiente, Dirk Helbing, professore di scienze sociali computazionali, simula il risultato di un processo governato da un capitalismo democratico: “possiamo così assicurare l’equità, risolvere i problemi della povertà e realizzare progetti sociali che abbiano come oggetto il clima, l’energia, la sostenibilità ambientale e la ricerca di soluzioni di resilienza”. Per vincere questa sfida ci sono ancora molto ostacoli che rallentano la corsa. Ed è la più giovane degli speaker, l’atleta Najla Aqdeir, 23 anni, nata in Libia, a farci da cooch nella gara più importante per la nostra specie: “Gli ostacoli non si saltano, ma si affrontano e si superano”.

 

Fonte: LA STAMPA, 24 giugno 2018




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