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Rassegna del 25 Gennaio 2018
    

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UNI ISO 26000: le buone pratiche di CSR italiane diventano internazionali


Presentata all’UNI, Ente Italiano di Normazione, la prassi di riferimento elaborata nel 2016 da Fondazione Sodalitas, con linee guida per la responsabilità sociale d’impresa, applicabili da tutte le aziende, a livello globale.

di Martina Pugno

La responsabilità sociale d’impresa è un tema con il quale le aziende avranno sempre più necessità di fare i conti, se vorranno essere presenti sul mercato: ad affermarlo non siamo noi né le aziende, ma i consumatori stessi. Una recente ricerca condotta da GFK Eurisko ha evidenziato come l’attenzione dei consumatori sia il principale driver per la sostenibilità delle imprese, dopo la necessità di conformarsi a leggi e normative. Il desiderio di sostenibilità degli utenti finali è la motivazione che ha registrato la maggiore crescita nel corso degli ultimi anni, con un aumento di 15 punti percentuali rispetto al 2014.

Se l’esigenza è internazionale, la risposta è di stampo italiano: è stata presentata all’Organizzazione mondiale di normazione la “Prassi di riferimento” per l’applicazione delle norme UNI ISO 26000 sulla responsabilità sociale, tradotta in inglese. La prassi è stata messa a punto in Italia nel 2016 da Fondazione Sodalitas, in collaborazione con INAIL, Bureau Veritas Italia, Certiquality, DNV GL e SGS Italia e si prepara quindi a diventare un punto di riferimento internazionale.

Attraverso il documento si è voluto approfondire la norma e fornire indicazioni utili alle imprese per l’adozione di un approccio sistematico e integrato alla CSR, con particolare attenzione ai temi della materialità, del coinvolgimento degli stakeholder e della responsabilità e rendicontazione. In particolare, la prassi di riferimento sottolinea cosa significhi davvero coinvolgere i collaboratori e i fornitori, ponendo l’accento sulla costituzione di un piano d’azione fondato sul reciproco dialogo, consentendo loro di svolgere un ruolo consapevole e attivo.

La prassi di riferimento fornisce inoltre importanti indicazioni per una rendicontazione efficace e completa, che tenga conto di tre principali pilastri: inclusione, ovvero la capacità di identificare e coinvolgere tutti i principali interlocutori dell’azienda, materialità, intesa come l’individuazione dei temi più significativi per l’azienda e per i suoi stakeholder, e corrispondenza, ovvero la capacità di fornire adeguate e concrete risposte alle tematiche identificate.

Un report di sostenibilità in linea con la prassi di riferimento, dunque, dovrà: essere redatto a intervalli regolari; contenere informazioni confrontabili nel tempo; indicare obiettivi e performance relative ai principali temi identificati; rendicontare il coinvolgimento degli stakeholder.

Tramite la condivisione delle linee guida UNI ISO 26000, la Fondazione Sodalitas ha voluto fornire linee guida efficaci al mercato internazionale, per permettere di raggiungere obiettivi condivisi e misurabili di responsabilità sociale d’impresa.

 

Fonte: nonsoloambiente, 17 gennaio 2018




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