La tanto vituperata Basilicata, patria del petrolio italiano, cerca il riscatto nelle biotecnologie. E lo trova in un progetto pilota, denominato Brisk2 (Biofuel Research Infrastructure for Sharing Knowledge) al quale partecipano università, enti di ricerca e industrie di 11 Paesi europei. La delegazione italiana vede in prima linea il Politecnico di Torino e l’Enea con il Centro Ricerche Trisaia (Matera).
In particolare è qui che si studierà la possibile rete di infrastrutture necessaria per lo sviluppo coordinato della ricerca sui biocombustibili. Il Centro Ricerche Trisaia dispone già di infrastrutture quali la stazione pilota per la gassificazione, oltre agli strumenti necessari per l’estrazione e l’ottimizzazione di zuccheri e di sostanze aromatiche delle biomasse ligno-cellulosiche e di tecnologie per la separazione di idrogeno ultra-puro. Finanziato con 10 milioni di euro nell’ambito di Horizon 2020, il progetto di ricerca sulle biotecnologie Brisk2 avrà una durata di 5 anni e punta a ottimizzare l’uso delle infrastrutture di ricerca dei diversi partner per ridurre le eventualità di un sottoutilizzo e all’incremento delle attività di networking e di collaborazione scientifica nel settore delle bioenergie.
Fonte: green planner magazine, 24 gennaio 2018