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Rassegna del 24 Agosto 2017
    

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Dalla stampa 3D alghe artificiali per studiare il climate change


Dalla stampa 3D alghe artificiali per studiare il climate change

L’Enea sta collaborando alla realizzazione di una barriera artificiale che possa proteggere gli ecosistemi marini vulnerabili nel Mar Mediterraneo dal cambiamento climatico.

60 alghe artificiali per proteggere la biodiversità marina, ovvero replicare in laboratorio uno degli organismi che popolano i fondali mediterranei al fine di studiarne gli effetti ecosistemici e le capacità di mitigazione climatica una volta “trapiantati” in mare. Questa la mission della ricerca condotta dall'ENEA in collaborazione con CNR e Università di Portsmouth (l’ente che ha proposto l’iniziativa).

Protagonista dello studio è la versione sintetica dell’Ellisolandia elongata, un’alga rossa tipica dei fondali bassi del Mediterraneo. Questo eucariote si comporta come una sorta di “ingegnere ecosistemico”: è capace di creare micro habitat particolari offrendo riparo, cibo e aree favorevoli alla riproduzione a numerosi organismi marini.

Allo stesso tempo, l’Ellisolandia elongata fornisce un presidio nella lotta al cambiamento climatico ed è in grado di restare per un periodo fuori dall’acqua, di sopportare forti variazioni di temperatura, salinità e in una certa misura anche del pH. Tuttavia l’attuale incremento dell’acidificazione marina – effetto dell’incalzante cambiamento climatico – sta mettendo in serio pericolo il loro futuro, e di conseguenza anche la sopravvivenza degli organismi che trovano dimora tra le sue fronde rosse. A causa delle loro strutture biologiche di carbonato di calcio, le alghe coralline sono vulnerabili all’acidità delle acque, dal momento che il loro scheletro è molto solubile in condizioni di pH basso.

Per questo motivo gli scienziati hanno deciso di costruire e sperimentare una barriera sintetica che replichi la struttura di queste alghe coralline al fine di proteggere gli ecosistemi marini nel Mar Mediterraneo più vulnerabili al cambiamento climatico.

Avviato nel 2016, il progetto ha già realizzato e impiantato nella Baia di Santa Teresa, in Liguria, 60 alghe artificiali, dei Mimics – per usare il gergo tecnico – ottenuti a partire da una resina siliconica atossica e una stampante 3D.

 “L’innovatività di questo studio – sottolinea Chiara Lombardi del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA – è duplice. Da una parte c’è l’importanza di comprendere come un organismo ‘tollerante’ quale l’Elissolandia elongata può essere in grado di ‘mitigare’ gli effetti del cambiamento climatico proteggendo la fauna ad esso associata. Dall’altra, con la verifica dell’idoneità dei mimics alla colonizzazione, si aprono nuovi orizzonti applicativi come la creazione di micro reef artificiali per il recupero e il ripristino di habitat naturali intensamente sfruttati e impoveriti dall’azione dell’uomo.”

Queste 60 alghe artificiali sono state ‘trapiantate” all’interno del reef naturale della Baia, a circa mezzo metro di profondità, per avviare il periodo di acclimatazione e permettere al biofilm batterico di ricoprire i mimics. Si favorisce così la colonizzazione da parte di organismi quali piccole stelle di mare, crostacei, molluschi e molte altre specie. Durante la prima fase dello studio saranno registrati una serie di parametri quali temperatura, salinità, alcalinità, pH, ossigeno e nell’arco di un anno i mimics verranno monitorati e campionati. L’obiettivo è capire se sono in grado di ospitare specie simili alle loro controparti naturali e proteggerle dagli effetti climatici, oltre che agire come impalcature per far crescere barriere coralline di alghe naturali.

 

 




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