A che punto è l’Italia nel percorso di sviluppo sostenibile individuato dall’ONU, che dovrà portare nel 2030 alla realizzazione di ben 17 Sustainable Development Goals (Sdgs)? Il nostro Paese ha ancora dei progressi da compiere sulla tabella di marcia, da quanto emerge sfogliando il “SDG Index and Dashboards Report”, realizzato dalla Fondazione Bertelsmann e dal Sustainable Development Solutions Network (Sdsn) delle Nazioni Unite, ovvero il primo studio globale che valuta lo stato di avanzamento di ciascun Paese rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
A spiegarlo con dovizia di dettagli è l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS): «Nella classifica mondiale 2017 dell’SDG Index, l’Italia si posiziona 30esima su 157 Paesi con 75,5 punti, dopo Svezia (85,6 punti), Danimarca (84,2) e Finlandia (84,0), rispettivamente al primo, secondo e terzo posto, ma in coda anche ad altri Paesi come Slovenia (9a classificata), Estonia (15esima), Bielorussia (21esima), Slovacchia (23esima) e Cuba (29esima)». Cambiando il metro di misura, i risultati non cambiano: «Anche l’SDG Dashboard italiano (che utilizza metodologie di calcolo diverse dall’SDG Index) non presenta risultati ottimali. Il Dashboard evidenzia i Goal e gli indicatori con quattro colori per illustrare i punti di forza (verde), gli aspetti su cui bisogna lavorare ancora abbastanza o molto (rispettivamente giallo e arancione) e gli elementi critici (rosso) su cui occorre intervenire tempestivamente. Nel Dashboard non compare alcun segnale verde per il nostro Paese, che si trova quindi a dover lavorare ancora molto su tutti i Goal, affrontando in particolare le questioni relative agli Obiettivi in rosso: occupazione, consumo e produzione responsabili, cambiamento climatico, flora e fauna acquatica e pace, giustizia e istituzioni solide. Il Rapporto fornisce anche una classifica dei Paesi Ocse, in cui l’Italia si posiziona 17esima su 35».
Su questi risultati, e soprattutto sul percorso per migliorarli, il ministero dell’Ambiente ha relazionato recentemente al Palazzo di vetro di New York, presentando all’ONU – insieme al portavoce ASviS, l’ex ministro e presidente Istat Enrico Giovannini – la Voluntary National Review (Vnr) italiana: «È la prima volta – notano dall’Alleanza – che Roma presenta al mondo il consuntivo di quanto sta facendo per attuare l’Agenda 2030 e giustamente in questa presentazione trovano spazio sia l’esposizione del governo sia il riconoscimento del ruolo della società civile che l’Alleanza rappresenta».
«Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – spiegano dall’ASviS – ha esposto la Voluntary national review sottolineando che finora l’Italia si è dotata della “cassetta degli attrezzi” per governare il processo. In prospettiva è previsto il coordinamento della Presidenza del consiglio con il supporto del Ministero dell’Ambiente per la strategia interna e degli Esteri per la cooperazione internazionale. “Ora stiamo lavorando sulla parte quantitativa, con obiettivi precisi al 2030, e stiamo predisponendo gli strumenti indispensabili per il monitoraggio”, ha detto il ministro».
«Quando sul sito dell’ONU è comparsa la situazione italiana, l’Alleanza – osservano dall’ASviS – ha espresso subito una sua valutazione con un comunicato stampa nel quale si plaude all’iniziativa del governo, ma al tempo stesso si invita a “passare dalle parole ai fatti”, segnalando l’esigenza di concretizzare la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile.
Raffaella Gazzaniga
Ufficio Stampa Digital ESO