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Rassegna del 24 Agosto 2017
    

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L’Italia del Riciclo


L’Italia del Riciclo

Lo studio L’Italia del Riciclo si colloca a un anno dall’uscita del Pacchetto sull’economia circolare, pubblicato dalla Commissione europea il 2 dicembre 2015. In questo periodo si sono succeduti momenti di confronto e dibattito sia a livello europeo che nazionale, in particolare sulle proposte di modifica delle principali direttive europee, che hanno lo scopo di orientare l’Europa verso un’economia circolare e far sì che gli ostacoli presenti sul mercato interno alle attività di riciclaggio siano rimossi. Questo il quadro presentato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da FISE UNIRE.

In vista del recepimento di queste direttive, i decisori politici dovranno tener conto di alcuni principi necessari per rendere efficace il nuovo impianto normativo e per eliminare alcune problematiche che ostacolano il pieno sviluppo del settore del riciclo, come evidenziato dal Rapporto 2016 e dai documenti conclusivi degli Stati Generali della Green Economy 2016.

Tali principi vanno dalla definizione di un contesto normativo chiaro e definito su tutto il territorio europeo, a un rafforzamento della normativa di primo livello con riduzione del rimando a decreti attuativi, spesso dai contenuti parziali ed emanati con tempi incerti. Sono, poi, necessari un maggiore coordinamento, soprattutto tra le varie Regioni, atto a ridurre le differenze interpretative e attuative, e una pianificazione di medio e lungo periodo, frutto di un processo partecipato, aperto e continuativo, che favorisce investimenti in tutti i settori.

Le regole devono essere certe, chiare e stabili nel tempo, soprattutto riguardo ai sistemi di finanziamento, incentivazioni e semplificazioni burocratiche. La semplificazione è, senz’altro, un ingrediente indispensabile per dare slancio all’intero settore, senza il quale la realizzazione di infrastrutture necessarie all’economia circolare, che ha nell’impiantistica per il trattamento dei rifiuti uno snodo cruciale, rimane eccessivamente difficoltosa e onerosa. Occorre, in particolare, che il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore venga declinato per le diverse filiere in maniera flessibile, tenendo conto dei positivi risultati raggiunti nonché delle problematiche poste dal contesto e dai mercati di riferimento.

Ulteriori aspetti da tenere in considerazione affinché venga sostenuto il concetto di economia circolare, riguardano la promozione di una rapida definizione di criteri nazionali End of Waste specifici per singoli flussi di rifiuti, in attesa dell’emanazione di quelli europei e, più in generale, la necessità di porre attenzione affinché alcune normative comunitarie (REACH, classificazione rifiuti - HP 14) siano armonizzate con il concetto di economia circolare, naturalmente senza rinunciare ad una elevata tutela ambientale e salvaguardia della salute umana.

L’Italia del Riciclo 2016, realizzato con la partecipazione attiva delle diverse filiere del riciclo, presenta un settore in crescita ed evidenzia la sua importanza strategica per l’economia italiana. Il Rapporto fornisce un quadro complessivo sul riciclo dei rifiuti in Italia e individua le dinamiche europee e dei mercati dei materiali riciclati e le tendenze in atto in Italia, attraverso l’analisi dettagliata del contesto economico nazionale e internazionale. Partendo dall’obiettivo di superare il paradigma dell’economia lineare e di raggiungere gli ambiziosi target di riciclo proposti nel Pacchetto, l’approfondimento dell’Edizione 2016 è dedicato alle quantità di rifiuti effettivamente trasformate in Materie Prime Seconde in Italia, per analizzare la capacità produttiva delle aziende italiane che già oggi perseguono i principi dell’economia circolare ma che sicuramente presentano ancora margini di miglioramento.

Oggetto specifico dell’analisi sono i rifiuti tipici, ossia quelli che concorrono direttamente alla produzione di materiali secondari, come carta, plastica, vetro, legno e organico, ad esclusione dei rifiuti inerti destinati alla produzione di aggregati riciclati. La produzione di tali rifiuti risulta, negli ultimi 5 anni, in aumento (+9,5%), grazie al miglioramento della qualità della raccolta con conseguente maggiore disponibilità di input per l’industria del riciclo e potenziale crescita del mercato dei materiali secondari. La ricerca conferma che il recupero di materia è la prima attività di destinazione (63%) dei rifiuti “tipici”; tuttavia, a conferma dell’esistenza di un cospicuo margine di miglioramento, lo Studio evidenzia che, rispetto al totale dei rifiuti tipici prodotti nel 2014 (29Mt), permane una quota di rifiuti (11 Mt) che viene destinata ad opzioni gestionali alternative o meno efficienti rispetto al recupero di materia.

Ciò prova ancora una volta che, nonostante i progressi fatti dal nostro Paese in questi anni nel campo del riciclo, che si è dimostrato un settore virtuoso e dinamico, una vera “circolarità delle risorse” non è stata ancora pienamente realizzata, e potrà esserlo solo a patto che si affrontino e si risolvano i nodi precedentemente evidenziati in sintesi, e più approfonditamente dettagliati nell’ambito del presente Rapporto




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