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Rassegna del 8 Marzo 2018
    

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Gli smartphone saranno i rifiuti da smaltire del futuro


Gli smartphone, miracoli di tecnologia di oggi, saranno la massa più grande di rifiuti da smaltire del domani.

Gli smartphone, insieme a tutto il materiale tecnologico ad essi associato, saranno i dispositivi più dannosi e difficili da smaltire per l’ambiente entro il 2020.

Sebbene consumino un quantitativo modesto di energia durante l’utilizzo, ben l’85% del gas serra prodotto da questa categoria proviene dal ciclo produttivo. Questo infatti non comprende solo la progettazione dello smartphone in sé, ma anche (soprattutto) della batteria fatta su misura per lo specifico modello. La tesi dell’enorme peso ecologico che hanno gli smartphone è sostenuto da uno studio di due professori dell’Università canadese McMaster, che ha dirottato l’attenzione in maniera importante su tutta quella che è la filiera produttiva dei dispositivi mobili, oltre che sui data center che elaborano e conservano i dati degli smartphone.
Smartphone ma non solo: anche i data center fanno la loro parte

Difatti, per ogni messaggio di testo, ogni telefonata, ogni video c’è un data center che consuma quantità importanti di energia e continua ad essere alimentato da elettricità generata dai combustibili fossili, così come spiegato da Lotfi Belkhir, uno dei professori autori dello studio. Ma il discorso non si ferma qui, infatti il professore sostiene come l’industria tecnologica sarà entro il 2040 responsabile del 14% dei gas serra globalmente emanati. Infatti, molti giganti del settore (pensiamo a nomi come Google e Facebook), stanno lavorando per creare data center basati su energie rinnovabili, con i primi risultati importanti che sono arrivati solo da poco tempo.

Stando allo studio universitario, i gas serra prodotti dagli smartphone provengono dal loro ciclo produttivo. Una prima fonte di inquinamento è rappresentata dal processo atto ad estrarre i metalli rari utilizzati per realizzare i processori e le schede madri presenti all’interno. Ulteriore “piaga” del settore è rappresentata dalla durata limitata delle batterie, e grazie ai piani tariffari favorevoli, gli utenti sono incoraggiati a cambiare modello più spesso, andando a generare così una quantità notevole di rifiuti tecnologici.

Proprio per questo motivo, precisa infine lo studio, verso il 2020 la mole di rifiuti tecnologici sarà perlopiù rappresentata dagli smartphone, anzi che da pc, laptop e simili.  Nel 2017, secondo la società di analisi Idc, in tutto il mondo sono stati venduti quasi 1,5 miliardi di smartphone. Considerando l’obsolescenza programmata, i modelli difettosi ed il semplice invecchiare di uno smartphone, quanti di questi sarà spazzatura l’anno prossimo?

 

Fonte: breakingtech, 6 marzo 2018

 




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Rassegna del 8 Marzo 2018
 
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