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ISSUE 324

Alpinismo responsabile: nasce Climb & Clean, per scalare, pulire e rispettare la montagna

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Alpinismo responsabile: nasce Climb & Clean, per scalare, pulire e rispettare la montagna

L’alpinismo responsabile passa anche dalla volontà di scalare e ripulire falesie e riportare attenzione al giusto modo di vivere la montagna. Da qui nasce Climb & Clean, movimento nato da Massimo Faletti Matteo della Bordella: il primo è una guida alpina e istruttore nazionale, il secondo è un’alpinista e arrampicatore, premiato due volte come miglior alpinista italiano, uno dei più importanti scalatori che l’hanno visto protagonista sulle più impervie cime dalla Patagonia al Pakistan.

 

Climb & Clean è un “Movimento per la salvaguardia del territorio e lo sviluppo ecosostenibile delle attività outdoor con regole chiare e facili per la fruizione della natura senza lasciare traccia”, spiegano nella pagina Facebook di riferimento.

 

«Il progetto è nato recentemente, durante una spedizione con Matteo della Bordella in Kondus (Pakistan), ma è stato partorito piano piano – spiega Faletti – il primo pensiero e avvenuto molti anni fa vedendo un po’ tutto lo sviluppo dell’alpinismo di conquista poco sostenibile. Anch’io nel 2000 presi parte a una spedizione commerciale sull’Ama Dablam, in Nepal e mi accorsi dell’impatto che l’uomo ha anche in quota».

 

Alpinismo responsabile: così nasce Climb & Clean

 

Il secondo pensiero, Faletti lo ebbe in Italia, per la precisione in val Daone dove organizzò il primo Ecoraduno. «Mi sentii responsabile, essendo stato il primo a frequentare la valle. Mi trovai davanti il problema: lattine vuote, nastro per le dita e le deiezioni lasciate lì da chi era salito». Una decina di anni dalla scoperta della zona Boulder delle Masiere del Mas, è stato avviato un raduno non competitivo per pulire i blocchi e il territorio, cercando di dare una linea di comportamento.

 

Negli anni successivi Faletti, ancora una volta testimone del passaggio indecoroso di persone in aree naturalistiche montane, comincia a pulire e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di un alpinismo responsabile. Finché nel 2018 si arriva Clean & Climb. È un’iniziativa nata grazie alla collaborazione con Matteo della Bordella: a lui Faletti propose un aiuto, puntando anche sul fatto della sua notorietà di alpinista. «Come alpinisti dovevamo far qualcosa partendo dal basso, dalle Falesie per dare un segno, visto che in falesia vanno moltissime persone e spesso da lì si parte per poi andare in montagna», prosegue la guida alpina.

 

Le missioni green di Climb & Clean

 

Nel primo appuntamento i fondatori di Clean & Climb hanno fatto visita a tre zone: Trento, Buccheri (Siracusa) e San Vito lo Capo (Trapani). «Abbiamo cercato così di unire simbolicamente tutta l’Italia. Perché il nostro è un Paese fantastico, ma non tutti sono sensibili alla natura». Il viaggio è stato rigorosamente ecosostenibile, organizzato via treno e auto elettrica nel pieno rispetto dell’idea di alpinismo responsabile.

 

L’idea ora è organizzare altri appuntamenti, dove serve fare pulizia, vicino a falesie o alle montagne. «In fondo noi utilizziamo la natura. Se ci sentiamo di lasciare dei segni, forse riusciremo a sensibilizzare il mondo dell’outdoor, speriamo così facendo di avviare un cambiamento – afferma Faletti – Abbiamo ricevuto approvazione e molti arrampicatori hanno agito in modo responsabile, pulendo i siti di arrampicata vicino a casa».

 

Ma come si articola un’iniziativa Clean & Climb? «Innanzitutto cercando di avere consenso e aiuto da parte dei climber, delle amministrazioni pubbliche, comuni e le ditte che si occupano dell’immondizia e delle zone dove vogliamo agire, facendo preventive domande preventive. E poi vediamo come si può raggiungere la zona in maniera ecosostenibile contattare climber amici ed organizzarci con loro per le giornate di pulizia. Non sappiamo quanti posti raggiungeremo ma sicuramente un bel po’ dove le problematiche legate all’ambiente ci sono».

 

Perché è importante sensibilizzare all’alpinismo responsaile

 

L’Italia delle falesie si dimostra interessata all’iniziative e collaborante, generalmente non sono i climber a sporcare. In ogni caso è importante sensibilizzare tutti sulla necessità di un alpinismo responsabile e di tutelare la natura e la montagna. «Di sicuro condurremo altre azioni sul territorio italiano. Ultimamente qui a Trento ho organizzato un’altra raccolta con giovani scalatori delle associazioni SAT CAI e FASI i quali la mattina ci davano una mano nella raccolta e il pomeriggio venivano a scalare con noi. Sia io che Matteo abbiamo girato il mondo: ci sono posti dove c’è rispetto e posti dove manca. Dove non esiste, sarebbe un’occasione per le amministrazioni pubbliche di mettere in atto azioni di sensibilizzazione e pratiche, per far rispettare la natura. Tutti ci guadagnerebbero: Comuni, cittadini e amanti della montagna».

 

Andrea Ballocchi

 

 

Photo: Climb & Clean

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