La Newsletter di ESO
ISSUE 325

Adattamento climatico: 30 organizzazioni internazionali hanno aumentato fortemente il loro impegno

Come potrebbe essere migliorata la cooperazione internazionale per migliorare la resilienza climatica

greenreport.it

Adattamento climatico: 30 organizzazioni internazionali hanno aumentato fortemente il loro impegno

Il nuovo  studio “International organizations and climate change adaptation: A new dataset for the social scientific study of adaptation, 1990–2017”,  pubblicato su PLOS ONE da un team ricercatori di Mistra Geopolitics e dell’università di Stoccolma, presenta il primo dataset che quantifica l’impegno per l’adattamento ai cambiamenti climatici profuso da 30 organizzazioni internazionali nel periodo 1990 – 2017 e rivela «Un crescente impegno per l’adattamento, con una sorprendente coerenza in tutte le 30 organizzazioni e nelle 9 aree tematiche esaminate».

 

Lo studio svedese saottolinea che «Tra le altre cose, un’efficace governance globale dell’adattamento ai rischi climatici per la salute umana, lo sviluppo, la migrazione e la sicurezza  è sempre più urgente. Come dimostrato dal recente rapporto IPCC , gli sforzi di decarbonizzazione esistenti sono insufficienti per evitare gli effetti pericolosi del riscaldamento globale. Potrebbe quindi non sorprendere che molte organizzazioni internazionali, come l’Unione africana, le Nazioni Unite e la Banca mondiale, si siano sempre più impegnate nell’adattamento climatico».

 

Lo studio è il primo a quantificare ed esaminare l’impegno delle organizzazioni internazionali nell’adattamento climatico ma sono gli stessi ricercatori a ricordare che «La misurazione dell’adattamento è una questione molto dibattuta sia negli ambienti accademici che professionali, poiché l’adattamento può significare cose diverse in diverse aree tematiche e contesti culturali».

 

I ricercatori di Mistra Geopolitics, un programma di ricerca che esamina le dinamiche della geopolitica, della sicurezza umana e del cambiamento ambientale e che riunisce un team di ricerca interdisciplinare composto da 6 partner svedesi (Stockholm Environment Institute (SEI), Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), Linköping University, Uppsala University, Stockholm University e Lund University) e due partner internazionali (adelphi e E3G) hanno esaminato più di 2 000 attività di adattamento di 30 organizzazioni internazionali e la principale autrice dello studio, Lisa Dellmuth, che insegna relazioni internazionali all’università di Stoccolma e co-responsabile del Scuola di dottorato di ricerca in geopolitica di Mistra, sottolinea che «Le prove dello studio confermano casi di studio precedenti che suggeriscono che organizzazioni come l’ International organization for migration e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno sempre più integrato l’adattamento nei loro portafogli di governance. Il nostro dataset consente un’analisi comparativa e su larga scala della governance dell’adattamento globale nel tempo, nelle aree problematiche, nelle regioni geografiche e nelle organizzazioni internazionali».

 

Le principali intuizioni dello studio sono duplici: primo, con sorprendente coerenza, l’impegno per l’adattamento prevale per le 30 organizzazioni esaminate in tutte le regioni del mondo e in 9 aree problematiche non climatiche: rischi di disastri, banche per lo sviluppo globale, migrazione, salute, cooperazione regionale, sviluppo, cibo e agricoltura, pace e sicurezza, commercio ed economia. I ricercatori evidenziano: «Che queste organizzazioni così diverse oggigiorno governino tutte l’adattamento è un enigma» e devono ancora capire meglio il perchè.

 

Secondo, lo studio fa notare «Un drammatico aumento dell’impegno nell’adattamento nel 2007 dopo il rapporto IPCC 2007 sull’adattamento e il Piano d’azione di Bali. Questa scoperta suggerisce che negli ultimi 15 anni la società mondiale ha registrato una crescita importante nella governance dell’adattamento globale e nella sua misurabilità».

 

Un altro autore dello studio, Ece Kural, dottorando in Relazioni internazionali all’università di Stoccolma e di Mistra Geopolitics, aggiunge che «Il nostro studio ha importanti conseguenze per la definizione delle politiche: l’impegno delle organizzazioni internazionali per l’adattamento, insieme all’aumento dei flussi migratori e dei rischi transfrontalieri, ha profondamente cambiato il panorama della governance globale. È diventato sempre più complesso e interconnesso con la crisi climatica».

 

Per concludere, lo studio svela alcuni enigmi che dovranno essere affrontati dalla ricerca futura. Maria-Therese Gustafsson, dell’università di Stoccolma e di Mistra Geopolitics è convinta che «Le nostre prove quantitative possono essere utilizzate per selezionare casi per studi approfonditi di singole organizzazioni. Ad esempio, perché l’Asian Development Bank è uno dei primi adattatori delle attività di adattamento, mentre l’ASEAN, situata nella stessa regione, è rimasta indietro?».

 

I ricercatori sottolineano anche le opportunità di collegare il nuovo dataset con altri dataset globali esistenti: «Ad esempio, il dataset di questo studio potrebbe essere collegato al database DAC dell’OCSE sugli aiuti ai disastri; indici di vulnerabilità come il database della Notre Dame Global Adaptation Initiative (ND-GAIN) o misure di gravità dei rischi disponibili nel database degli eventi di emergenza (EM-DAT). Il collegamento di dataset promuoverebbe una migliore comprensione di come la cooperazione internazionale potrebbe essere migliorata per migliorare la resilienza climatica».

 

 

Photo: Joshua Woroniecki

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