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ISSUE 330

L’economia circolare protagonista della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2021

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L’economia circolare protagonista della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2021

La 13° edizione della European Week for Waste Reduction vede ancora una volta l’Italia protagonista assoluta con oltre 4.700 azioni sulle 12.000 totali svolte in Europa. A partire dal tema dell’economia circolare, l’obiettivo dell’iniziativa di sensibilizzazione è promuovere un cambiamento nei modelli di consumo individuali e collettivi

 

C’è tanta Italia nella Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2021 (European Week for Waste Reduction, EWWR). La nuova edizione dell’iniziativa europea che punta a coinvolgere attivamente i cittadini dal 2009 si svilupperà dal 20 al 28 novembre con 12.000 azioni in tutto il continente. E il Belpaese avrà un ruolo di trascinatore con le sue 4.752 azioni in programma, più di un terzo del totale. Un balzo di più di 1.300 azioni rispetto all’edizione del 2020, su cui aveva però pesato la seconda ondata di Covid-19.

 

Cos’è la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti

 

La SERR è una campagna internazionale per la sensibilizzazione sul tema dei rifiuti. La prima edizione risale al 2009 e da allora questa iniziativa ambientale, nata da un programma LIFE+ dell’Unione Europea, accende un faro sulla produzione di una quantità eccessiva di rifiuti. Il focus, quindi, è soprattutto sulla prevenzione ma le azioni che vengono proposte abbracciano le cosiddette 3R: riduzione, ma anche riuso e riciclo.

 

“Seguendo questa gerarchia, la riduzione dei rifiuti dovrebbe essere sempre la prima priorità”, spiegano gli organizzatori della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. “Ridurre vuol dire in primo luogo effettuare una rigorosa prevenzione e riduzione alla fonte. La seconda migliore opzione è quella di riutilizzare i prodotti. Questo include anche la preparazione per il riutilizzo. Infine, la terza priorità è il riciclo dei materiali”.

 

Quali sono gli obiettivi? Da un lato, la SERR vuole contribuire concretamente alla riduzione della quantità di rifiuti prodotti. Dall’altro lato si tratta di una campagna di sensibilizzazione nel senso più pieno del termine. Le azioni sono proposte dal basso e il protagonismo della società civile, diffuso sul territorio, vuole intercettare capillarmente cittadini, associazioni e decisori. Con lo scopo di aumentare la consapevolezza di tutti riguardo le politiche europee e nazionali sui rifiuti e le possibili strategie sul fronte della riduzione.

 

Comunità circolari protagoniste alla SERR 2021

 

Dopo l’edizione 2020 dedicata ai rifiuti invisibili, l’appuntamento di quest’anno con la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti guarda all’economia circolare. Tema su cui fin dall’inizio di settembre si è mosso il Comitato Promotore Nazionale della SERR, composto da CNI Unesco, Ministero della Transizione Ecologica, ANCI, Regione Siciliana, Città Metropolitana di Torino, Utilitalia, Legambiente e AICA, con E.R.I.C.A. Soc. Coop. in qualità di partner tecnico.

 

“L’eccessiva produzione di rifiuti  – spiegano gli organizzatori – è una delle maggiori minacce per il nostro pianeta. La responsabilità è condivisa, e la risposta non può che essere la collaborazione. Per questo motivo, con il tema centrale di quest’anno, «comunità circolari», la SERR 2021 intende valorizzare e promuovere azioni che permettono la creazione e il consolidamento di legami sociali all’interno di comunità locali, incentivandone uno sviluppo più circolare”.

 

C’è una direzione precisa verso cui punta il Comitato dei promotori: la riduzione dei rifiuti deve passare da un cambiamento nei modelli di consumo individuali e collettivi. Bisogna, cioè, spingere i cittadini a variare le abitudini di produzione dei rifiuti. Un tema che è saldamente al centro delle politiche europee e anche degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu.

 

Tra le possibili azioni in questa 13° edizione della SERR, vi sono la creazione di:

 

  • orti urbani, per condividere spazi e ridurre sprechi e rifiuti di imballaggio;

  • “oggettoteche”, per mettere in comune piccoli oggetti ed elettrodomestici;

  • catene virtuose di condivisione di vestiti di seconda mano o di cibo che altrimenti verrebbe sprecato;

  • piccoli centri di riparazione di oggetti danneggiati, per sfruttare capacità e competenze dei singoli.

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