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ISSUE 330

Mobilità sostenibile: l’Italia arranca rispetto al resto d’Europa

nonsoloambiente.it

Mobilità sostenibile: l’Italia arranca rispetto al resto d’Europa

Dal terzo Rapporto dell’OSMM (Optimal sustainable mobility mix), emerge una dipendenza dalle auto ancora toppo diffusa e una scarsa presenza di mezzi pubblici disponibili nelle città del nostro Paese. Sotto esame 21 città italiane. Quasi promosse Milano, Firenze e Bologna, ma ancora molto resta da fare rispetto alle altre città europee.

 

È il Terzo Rapporto dell’Optimal Sustainable Mobility Mix (OSMM) a fare una fotografia della mobilità nelle principali città italiane, con particolare attenzione alla sostenibilità. Intitolato “La svolta della mobilità: business models e politiche pubbliche per accelerare la transizione verde”, il rapporto contiene l’analisi della mobilità di 21 città italiane, per un corrispettivo di 28 milioni di abitanti, a confronto con quella di altre città europee.

 

Ecco le principali informazioni contenute nel report.

 

  • Il tasso di motorizzazione, ovvero il numero di auto per ogni mille abitanti, è pari a 561 a Milano, 528 a Firenze e arriva a 614 a Bologna. Numeri che si contrappongono alla media europea, che si attesta a 513.

  • In fatto di spostamenti in auto, a Milano, sono il 51% e a Bologna il 58%, mentre la media europea parla solo del 33%, percentuale che a Parigi scende al 25%.

  • Le percentuali di spostamenti con il trasporto pubblico sono del 21% a Milano e dell’11% a Firenze e a Bologna, contro una media europea che si attesta al 30%.

 

Nel ranking complessivo formulato dall'Indice di mobilità sostenibile appare inoltre evidente il ritardo delle città del sud Italia, ultime in questa classifica. Per contro, invece, alcune città del nord e del centro Italia risultano virtuose in alcuni segmenti specifici.

 

Milano spicca grazie a un sistema di trasporto pubblico molto esteso e sostenibile, che si guadagna il primo posto sia in fatto di offerta di TPL, sia in fatto di elettrificazione. Altro primato per il capoluogo lombardo è quello in fatto di car sharing e scooter sharing, mentre i quasi 185 km di piste ciclabili permettono ai milanesi un uso discreto della bicicletta.

 

Firenze è la seconda città in ordine di ranking, anche grazie a buone performance nel trasporto privato e nello sharing. Il capoluogo toscano detiene, inoltre, il primato di veicoli commerciali ecologici ed elettrici.

 

Bologna è in seconda posizione per la quantità totale di veicoli ecologici e in quarta per l’estensione delle piste ciclabili (156 Km), che spingono l’utilizzo della bici al 5%.

 

A livello nazionale si intravede qualche piccolo miglioramento in termini di svecchiamento del parco auto circolante, che vede passare la percentuale di mezzi Euro 4 dal 66% al 60%, e dal 17% al 22% il tasso di quelle ecologiche. Anche in fatto di piste ciclabili, si fanno piccoli passi avanti, con le reti che passano, nelle 14 città metropolitane, da una media di 65 km a una di 68. Per contro si assiste, però, a una riduzione delle aree pedonali e a un incremento del tasso medio di motorizzazione, che passa da 604 a 618. «La sfida attuale – Spiega Stefano Clerici, direttore OSMM – è quella di riportare la mobilità su un piano di transizione ecologica. Costruendo nuovi modelli di business di trasporto di persone e merci meno impattanti in tutte le città. Per evitare il rischio concreto che la Pandemia segni una battuta d’arresto nel processo verso la sostenibilità della mobilità». Servono, insomma, come sottolineato dal documento stesso, politiche coraggiose che possano mettere in discussione la centralità dell’auto.

 

Martina Pugno

 

 

Photo: icsilviu

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