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ISSUE 335

Clima, la nuova pandemia sarà la siccità: fiumi in secca come d'estate

Clima, troppe poche precipitazioni: riserve d'acqua da 3.570 a 10 mln di litri in un anno 

affaritaliani.it

Clima, la nuova pandemia sarà la siccità: fiumi in secca come d'estate

Le piogge in Italia stanno scarseggiando a livelli preoccupanti, tanto che gli studi rivelano un crollo del 66% rispetto alla media del quindicennio

 

Niente virus, batteri o agenti patogeni, la prossima pandemia potrebbe essere quella della siccità. I livelli sono preoccupanti. Secondo quanto rivela l’ultimo monitoraggio di Coldiretti, le precipitazione sono talmente scarse che il fiume Po è in secca come d'estate, mentre i grandi laghi lombardi hanno percentuali di riempimento che vanno dal 18% di quello di Como al 22% del Maggiore. Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3 metri, ovvero più basso che a Ferragosto, "rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d'acqua al Nord".

 

"Sono gli effetti”, sottolinea l'associazione, “dell'assenza di precipitazioni invernali significative al Nord dove in molte zone non piove da due mesi ed è scattato addirittura l'allarme incendi favorito dal vento forte, dalla Lombardia al Piemonte che ha dichiarato lo stato di massima pericolosità su tutto il territorio. A preoccupare, è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell'arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un -58%. Una situazione che mette a rischio le coltivazioni che avranno bisogno di acqua per crescere al risveglio vegetativo favorito da un inverno mite".

 

"La siccità”, evidenzia ancora Coldiretti, “è diventata la calamità più rilevante per l'agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all'anno. È stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Pnrr. Prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti”.

 

“É un inverno avaro in termini di precipitazioni”, precisa Paola Parravicini, idrologa di Arpa Lombardia, “con i mesi di dicembre e di gennaio molto asciutti, mentre il novembre dello scorso anno è stato nella media e l’ottobre un poco sotto la media. Morale, a livello regionale la media delle precipitazioni di dicembre è stata di 26 millimetri, di pioggia e neve, contro gli 81 del quindicennio preso a termine di paragone, ovvero quello fra il 2006 e il 2020”.

 

“Per quanto riguarda gennaio, siamo sui 14 millimetri di precipitazioni medie contro i 57 del quindicennio considerato. Peggio di così, sempre in relazione ai 15 anni precedenti, è andata solo nel dicembre del 2016 e nel gennaio del 2017, quando addirittura avevamo avuto solo 6 mm di precipitazioni. Però possiamo dire che quest’inverno rientra fra quelli eccezionali dal punto di vista della siccità”.

 

Ciò si ripercuote sulle riserve idriche, perché la mancanza di neve in quota, le “prosciuga”, tant’è il livello di fiumi e torrenti è bassissimo. “Siamo circa il 66% sotto la media del quindicennio considerato”, precisa ancora Paola Parravicini, “tant’è che su tutto l’arco alpino lombardo possiamo contare su una riserva idrica di 10 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 3.570 milioni dello stesso periodo dello scorso anno”.

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Rassegna del 4 Febbraio, 2022

17 di 22 della rassegna...

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