La Newsletter di ESO
ISSUE 335

Esg strategy: 12 ore per invertire la rotta verso una governance ecologica

Implementare 12 azioni per invertire la rotta della crisi climatica e raggiungere uno sviluppo sostenibile, equo e inclusivo

greenreport.it

Esg strategy: 12 ore per invertire la rotta verso una governance ecologica

L’Ipcc nell’ultimo report di sintesi per i decisori politici ha messo in evidenza come l’influenza umana stia contribuendo in maniera inequivocabile al riscaldamento dell’atmosfera, dell’oceano e della terra: ciò sta determinando rapidi e diffusi cambiamenti nell’atmosfera, nell’oceano, nella criosfera e nella biosfera.

 

La gestione dell’emergenza climatica (1) è qualcosa di suggestivo ma, allo stesso tempo, complessa e imprevedibile, poiché non sapremo mai come il clima stesso reagirà a una determinata sollecitazione.

 

Questo perché nel corso del tempo lo stesso clima è stato ferito e tormentato dalla mano insaziabile dell’uomo, che lo ha portato a ribellarsi sotto forma di eventi estremi e senza precedenti nella memoria dell’umanità. Tali effetti climatici stanno aumentando sempre di più i rischi d’incanalarsi in una strada senza ritorno, con gravi e pesanti ripercussioni sull’atmosfera, biosfera, criosfera, idrosfera e pedosfera.

 

Ma allora come bisogna gestire e tramutare i rischi climatici in nuove opportunità di business sostenibili?

 

La risposta più efficace prevede il ricorso alla normativa ambientale – le cosiddette Green & blue laws (2) – quale mezzo da cui partire per definire e individuare gli strumenti più adatti per indirizzare le scelte delle aziende e della società in generale, verso una transizione ecologicamente sostenibile nei tre famosi pilastri Esg (Environmental, social & governance).

 

Lo stesso strumento normativo dev’essere letteralmente fatto preda dai decisori politici e dal top management delle aziende di qualsiasi settore, dimensione e giurisdizione, quale congegno perfetto per permettere una comunicazione e sensibilizzazione a tutti gli stakeholder sull’importanza di cambiare rotta il prima possibile. Soltanto a partire dalle suddette figure si andrà a favorire l’applicazione delle cosiddette Green & blue laws attualmente disponibili all’interno della società moderna, con conseguente diffusione del concetto di ecological governance (3).

 

Che cosa si intende con il concetto di ecological governance?

 

Con il concetto di ecological governance si intende la capacità da parte nostra di gestire le risorse naturali presenti e future, in una maniera naturalmente responsabile (E), socialmente equa (S) ed economicamente accettabile (G). Ciò permetterà di riscoprire quell’amore primordiale che ci lega da sempre e in maniera indissolubile alla natura e, allo stesso tempo, a ricordarci che non siamo noi a governare la natura, ma esattamente il contrario. Siamo parte di un unico ecosistema fragile, vitale e interconnesso che ci lega alla natura, fatto di regole chiare e precise, che sono appunto quelle della natura alle quali tutti dobbiamo attenerci e rispettarle. Lo stesso ecosistema sul quale si base il concetto di ecologia.

 

In che modo la normativa ambientale si fonde con il concetto di ecological governance?

 

La lettura e l’applicazione di quanto “definito” all’interno della normativa ambientale attualmente disponibile, permetterà la diffusione del concetto di ecological governance in tutta la società con un “effetto a cascata” che andrà a favorire la formazione e sensibilizzazione di quest’ultima. In questo modo gli stessi decisori politici, il top management e dipendenti delle aziende e semplici cittadini, avranno il know/how necessario per stringere partnership e agire insieme mediante l’uso dei principali strumenti messi a disposizione dalla normativa ambientale, al fine di favorire la transizione ecologica verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

 

Quali sono i principali strumenti che consentono di guidare la transizione ecologica?

 

Tra i principali strumenti che consentono di guidare sin da ora la transizione ecologica verso un’economia a basse emissioni di carbonio, vi sono quelli del (4) carbon e climate accounting (ad esempio inventari Ghg, target di riduzione delle emissioni di gas serra in linea con la scienza climatica, ecc), (5) sustainable finance (investimenti Esg, carbon pricing, ecc.), (6) economia circolare (riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero di materiali e/o sostanze), (7) smart mobility (piani spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, utilizzo di auto elettriche e/o ibride, ecc.) e (8) l’uso di energie rinnovabili (installazione d’ impianti fotovoltaici, interventi di efficientamento energetico, ecc.).

 

Quali sono gli impatti/benefici attesi nel medio-lungo termine?

 

L’applicazione e diffusione della normativa ambientale, e degli strumenti a essa connessa, porterà nel medio-lungo temine ad avere persone formate (decisori politici, manager e dipendenti delle aziende e semplici cittadini) e consapevoli dell’importanza di ridurre il loro impatto sull’ambiente (azienda e singolo cittadino), al fine di proteggere, conservare e garantire l’accesso alle risorse naturali (9) alle generazioni presenti e future.

 

Cosi facendo, si andrà a garantire anche un aumento del benessere sociale a livello globale (10), proprio grazie a una maggiore ed equa possibilità di accesso alle suddette risorse naturali, con conseguente miglioramento della qualità di vita delle persone in ottica Esg. Inoltre riducendo l’impatto ambientale come ad esempio, le emissioni di gas climalteranti e altri inquinanti atmosferici, si andranno a prevenire e mitigare i rischi di altri potenziali e imprevedibili eventi estremi, capaci di mettere in ginocchio la società intera. Il risultato di tale processo porterà a sviluppare una società climaticamente resiliente (11) e pronta a mitigare, gestire e adattarsi alle minacce indotte dai cambiamenti climatici di origine antropica.

 

Come può un’azienda misurare, rendicontare e comunicare le proprie performance verso un’economia a basse emissioni di carbonio? E come può un semplice cittadino fare una scelta green?

 

Un’azienda può misurare, rendicontare e comunicare le proprie performance nella lotta al cambiamento climatico attraverso i cosiddetti strumenti di “climate reporting (12)”, come ad esempio il Cdp (Carbon disclosure project). In questo modo gli stakeholder potranno comprendere se la stessa si sta muovendo o meno nella direzione giusta, verso un’economia a basse emissioni di carbonio e, infine, decidere se continuare a investire in essa. Di conseguenza un semplice cittadino/stakeholder, potrà decidere di avvalersi del servizio o del bene prodotto dalla suddetta azienda, semplicemente prendendo visione di quanto l’azienda rendiconta e comunica in ottica Esg (ad esempio Bilancio di sostenibilità, Cdp, ecc.) e decidere se continuare a investire in essa. Tutto ciò rappresenta un processo che accomuna azienda e consumatore in un percorso di transizione ecologica consapevole e virtuoso.

 

La sfida che abbiamo davanti richiede un grande lavoro di squadra a livello globale (decisori politici, aziende e semplici cittadini). Soltanto in questo modo riusciremo a sviluppare una “Strategia Esg” vincente e duratura nel medio-lungo termine.

 

Il tempo è fondamentale e queste sono le 12 azioni che abbiamo a disposizione per cambiare rotta. Sta a noi la scelta: dentro o fuori.

 

Paolo Faiola

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