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ISSUE 338

Che impatto hanno su salute e ambiente i detergenti e i detersivi che usate in casa?

ilsalvagente.it

Che impatto hanno su salute e ambiente i detergenti e i detersivi che usate in casa?

Quanti di noi sanno esattamente da quali sostanze sono composti i detergenti per la casa o i detersivi per il bucato? A occhio, immaginiamo che dentro quel flacone ci sia del sapone per togliere via le macchie dagli indumenti o per eliminare dal pavimento le tracce di sporco. E questo è naturalmente vero: i tensioattivi sono fondamentali nei detersivi e non trovarli nella formulazione è davvero impossibile. Sono spesso additati, a ragione, come dannosi per l’ambiente (e la salute) ma non sono tutti uguali: per dirla con le parole di Fabrizio Zago, chimico e ideatore del Biodizionario, all’interno di una stessa categoria “c’è il diavolo e l’acqua santa”. L’obiettivo cui dovremmo tendere è imparare a conoscere gli ingredienti ed è per aiutare i nostri lettori a raggiungere questo fine che abbiamo messo a confronto, nel numero di marzo in edicola,  la formulazione di 32 detergenti per la cura della casa e della biancheria individuando per ognuno gli ingredienti che dovremmo evitare.

 

Quelle che vi presentiamo qui sotto sono le tabelle che abbiamo pubblicato per i detergenti da cucina, le altre, ovviamente, le trovate nel test integrale del giornale.

 

La lista non voleva, né avrebbe potuto essere esaustiva, dunque abbiamo raccolto in un elenco le sostanze e le loro valutazioni, utili per una scelta critica. E se è vero che senza sapone non c’è detersivo, è anche vero che nella formulazione – una lista molto lunga per chi ha la fortuna di scovarla – si nascondono diverse sostanze che non sono funzionali per l’efficacia del prodotto. Ma piacciono ai consumatori e i produttori lo sanno tanto bene che nel mettere a punto la ricetta abbondano sempre: in un detersivo troviamo contemporaneamente anche fino a 5 fragranze, ciascuna con un impatto ambientale 50 volte più elevato rispetto a un tensioattivo non ionico.

 

Dati alla mano – che altro non sono che i conti che Zago fa per classificare le sostanze del suo Biodizionario – scopriamo, infatti, che il deceth-8, un tensioattivo non ionico, ha un impatto ambientale pari a 75. Per il citral, una delle fragranze più usate, quel numero sale fino a raggiungere il valore di 3.751. E non pensate che chi si vanta sul mercato di produrre un detersivo ecologico abbia più rispetto per l’ambiente.

 

Winni’s, ad esempio, che ha l’obiettivo di ridurre il proprio impatto ambientale, consapevole che il futuro consiste nel vivere in modo sostenibile (parole sue) annovera tra gli ingredienti del suo prodotto per piatti il profumo, un’aggiunta ricorrente nelle sue formulazioni. Certo rispetto a Dash che conta 5 essenze tra fragranze e profumi, è poca cosa ma comunque non in linea con il messaggio veicolato dal produttore “verde”.

 

Tra l’altro, oltre a essere poco ecologiche, queste sostanze non sono amiche della nostra salute. In soggetti già sensibili, aumentano il rischio di reazioni allergiche e, a causa della loro lunga permanenza nell’ambiente e dell’elevata tendenza ad accumularsi lungo la catena alimentare, ce le ritroviamo anche nel nostro cibo.

 

Gli ingredienti da evitare nei detergenti e nei detersivi

 

I detergenti per la cura della casa sono il risultato di un mix di una lunga lista di ingredienti, ne abbiamo trovati anche 15: tutti hanno una funzione, alcuni indispensabile altri meno. Ecco a cosa servono (e quelli da evitare).

 

Profumi

 

Conferiscono al prodotto un odore gradevole nella confezione e durante l’uso. Si tratta di un elenco di 26 sostanze che, oltre ad avere un impatto ambientale molto alto, sono in grado di provocare allergie e dermatiti da contatto. Il benzyl salicylate, poi, è anche un interferente endocrino. Da evitare: limonene, citronellol, citral, hexyl cinnamal, linalool, geraniol, benzyl salicylate.

 

Solventi

 

Utilizzati per sciogliere altri ingredienti. Sono considerati problematici per l’ambiente ma non per la salute. Da evitare: isopropyl alcohol, ppg-2-methyl ether.

 

Conservanti

 

Proteggono i prodotti dalla proliferazione microbica e dal deterioramento. I conservanti sono necessari per prevenire i danni causati da microrganismi e per proteggere il detergente da contaminazioni accidentali da parte del consumatore durante il suo utilizzo. Sono scarsamente biodegradabili e alcuni, come il benzisothiazolinone, possono procurare allergie nei soggetti a rischio. Sul fenossietanolo (in etichetta spesso indicato come phenoxyethanol), invece, non ci sono più dubbi sul potenziale di interferente endocrino tanto che è quasi sparito dalle formulazioni cosmetiche. Da evitare: benzisothiazolinone, methysothiazolinone, methylchloroisothiazolinone, 2-bromo-2-nitripropane-1,3-diol, fenossietanolo.

 

Tensioattivi

 

Sono usati per modificare la tensione superficiale dell’acqua e dunque facilitare la pulizia, bagnare le superfici, creare la schiuma ed emulsionare. Possono essere anionici (efficaci nella pulizia dello sporco oleoso); non ionici (usati nei detersivi liquidi per i piatti a mano); cationici (tipici degli ammorbidenti) e anfoteri (i più blandi). Alcuni andrebbero evitati per preservare l’ambiente. Tra questi abbiamo individuato: lauramine oxide, alcohol ethoxylate, deceth-8, 2-propileptanolo etossilato, benzalkonium chloride, laurylamine dipropylenediamine, c12-14 pareth-12.

 

Fosfonati

 

Migliorano l’efficacia dei tensioattivi specialmente in presenza di acque calcaree. Non piacciono però molto ai pesci e in generale all’ambiente acquatico. Oltre al problema della biodegradazione, i fosfonati sono critici anche per le loro proprietà tossicologiche: per portare un esempio, il fosfonato denominato etidronic acid è tossico per il ciclo riproduttivo (riduzione della fertilità) e teratogeno (malformazioni fetali) in mammiferi a dosi preoccupanti. Da evitare: etidronic acid, tetrasodium etidronate.

 

Valentina Corvino

 

 

Photo: Carola K.

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