La Newsletter di ESO
ISSUE 353

La crisi climatica minaccia i bambini e i loro diritti fondamentali

Sono i bambini a pagare le conseguenze più gravi della crisi climatica, e lo scenario è in atto già oggi. Il rapporto dell'Unicef rivela numeri allarmanti

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La crisi climatica minaccia i bambini e i loro diritti fondamentali

La crisi climatica minaccia i diritti dei bambini. Sono proprio i giovanissimi gli esseri umani destinati a pagare maggiormente gli effetti del surriscaldamento globale. Un po’ come accade con i Paesi in via di sviluppo, meno responsabili delle crisi climatica che si ritrovano a soffrirne di più, l’assenza di giustizia climatica si traduce in una vera e propria “disuguaglianza intergenerazionale”.  Il cambiamento climatico è infatti profondamente iniquo: sebbene nessun bambino sia responsabile dell’aumento delle temperature globali, pagheranno i costi più alti. E i bambini dei paesi meno responsabili soffriranno di più rientrando a pieno titolo tra i Mapa.

 

Perché la crisi climatica minaccia i bambini e i loro diritti

 

Il cambiamento climatico ha un impatto dirompente e funesto sui bambini e sui loro diritti. In molti casi, i bambini sono già stati e saranno costretti a lasciare le loro case alimentando i numeri dei migranti climatici. Secondo i dati dell’Unicef già nel 2020, 9,8 milioni dei 30,1 milioni di nuovi spostamenti interni dovuti al clima hanno colpito i bambini e si registrano oltre 26.000 nuovi spostamenti di bambini legati alle condizioni meteorologiche ogni giorno. Il cambiamento climatico mette a rischio i diritti più elementari dei bambini. E ne compromette gravemente l’accesso alla salute, al cibo, all’acqua, all’aria pulita, all’istruzione e alla protezione.

 

Le possibilità di un futuro felice sono ridotte

 

Per un numero sempre crescente di bambini, soprattutto residenti in paesi particolarmente a rischio, gli eventi metereologici funesti significano una ridotta possibilità di un futuro felice e sano. Ad esempio, in caso di inondazioni – come quelle recentissime in Pakistan – spesso scuole e cliniche vengono distrutte; in caso di siccità, i bambini trascorrono meno tempo a scuola perché devono camminare per chilometri per raccogliere l’acqua.

 

La ricerca dell’Unicef sulla crisi climatica e diritti dei bambini

 

I dati e le previsioni sull’impatto del surriscaldamento globale sui diritti dei bambini sono davvero allarmanti. A rivelarlo è stata anche la ricerca Unicef “The Climate Crisis Is a Child Rights Crisis: Introducing the Children’s Climate Risk Index” (pubblicata ad agosto 2021).  Secondo il report: un miliardo di bambini (quasi la metà dei 2,2 miliardi di bambini del mondo) vive in uno dei 33 paesi classificato come estremamente a rischio.

 

La prima analisi completa sul tema

 

La ricerca l’Unicef  – la prima analisi completa del rischio climatico dal punto di vista di un bambino – classifica i Paesi del mondo in base all’esposizione dei bambini agli shock climatici e ambientali, come cicloni e ondate di calore, nonché alla loro vulnerabilità a tali shock, in base al loro accesso ai servizi essenziali. Lanciato  in collaborazione con Fridays for Future, il rapporto rileva che tanti bambini affrontano una combinazione mortale di esposizione a molteplici shock climatici e ambientali con un’elevata vulnerabilità a causa di servizi essenziali inadeguati, come acqua e servizi igienici, assistenza sanitaria e istruzione. I risultati riflettono il numero di bambini colpiti oggi, cifre che probabilmente peggioreranno con l’accelerazione degli impatti dei cambiamenti climatici.

 

I numeri del Children’s Climate Risk Index (CCRI):

 

  • 240 milioni di bambini sono altamente esposti alle inondazioni costiere;
  • 330 milioni di bambini sono altamente esposti alle inondazioni fluviali;

  • 400 milioni di bambini sono altamente esposti ai cicloni;

  • 600 milioni di bambini sono altamente esposti a malattie trasmesse da vettori;

  • 815 milioni di bambini sono altamente esposti all’inquinamento da piombo;

  • 820 milioni di bambini sono fortemente esposti alle ondate di caldo;

  • 920 milioni di bambini sono fortemente esposti alla scarsità d’acqua;

  • 1 miliardo di bambini è altamente esposto a livelli estremamente elevati di inquinamento atmosferico 1

 

Ma c’è di più, mentre quasi tutti i bambini in tutto il mondo sono minacciate da almeno uno di questi rischi climatici e ambientali, i dati rivelano che i paesi più colpiti devono affrontare shock e rischi multipli e spesso sovrapposti. Circa 850 milioni di bambini (ovvero 1 su 3 in tutto il mondo) vivono in aree in cui almeno quattro di questi shock climatici e ambientali si sovrappongono. Secondo questi calcoli, ben 330 milioni di bambini – 1 su 7 nel mondo – vivono in aree colpite da almeno cinque grandi shock.

 

Il cambiamento climatico è profondamente iniquo

 

Il rapporto dice anche di più e rivela qualcosa che conosciamo già quando si parla di giustizia climatica: c’è, infatti, differenza tra il luogo in cui vengono generate le emissioni di gas serra e il luogo in cui i bambini stanno subendo gli impatti climatici più significativi. I 33 paesi “ad alto rischio” emettono collettivamente solo il 9% delle emissioni globali di CO2 mentre i 10 paesi con le emissioni più elevate rappresentano collettivamente quasi il 70% delle emissioni globali.

 

Cosa si può fare per salvaguardare il futuro dei bambini

 

Il rapporto Unicef delinea anche alcune raccomandazioni ai governi, alle imprese e ai decisori globali per ridurre il rischio climatico per i bambini. Migliorare l’accesso dei bambini ai servizi essenziali, come acqua e servizi igienici, salute e istruzione, può aumentare significativamente la loro capacità di sopravvivere a questi rischi climatici. L’Unicef, quindi,  esorta i governi e le imprese a dare priorità alle azioni che proteggano i bambini dagli impatti, accelerando il lavoro per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra.

 

In sintesi vanno:

 

  • aumentati gli investimenti nell’adattamento climatico e nella resilienza nei servizi chiave per i bambini. E’ necessario adattare i servizi critici, compresi i sistemi idrici, sanitari e igienici, i servizi sanitari e di istruzione.

  • Ridotte le emissioni di gas serra di almeno il 45% (rispetto ai livelli del 2010) entro il 2030 per mantenere il riscaldamento a non più di 1,5 gradi Celsius.

  • Fornite ai bambini educazione climatica e competenze ecologiche, fondamentali per il loro adattamento e preparazione agli effetti del cambiamento climatico.

  • Inclusi i giovani in tutti i negoziati e le decisioni sul clima nazionali, regionali e internazionali

 

Maria Enza Giannetto

 

 

Photo: RobertoVi

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