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Il cemento divora 2 metri quadrati di suolo al secondo. «Un territorio sempre più fragile». La tragedia della frana di Casamicciola che pochi giorni fa ha trascinato in mare una porzione di Ischia, secondo la Coldiretti Campania è l’esempio più evidente di cosa significhi concretamente il consumo del suolo in Italia. Un consumo che nel nostro Paese, sottolinea il Wwf, «viaggia alla velocità di due metri quadrati al secondo».
Wwf, il cemento e il suolo
Nella Giornata Mondiale del suolo, che cade il 5 dicembre, il bilancio sullo stato del nostro territorio è drammatico. Del resto, il Rapporto Ispra 2022 parla chiaro: nel 2021 la media è stata «di 19 ettari di suolo persi al giorno», vale a dire il valore più alto degli ultimi 10 anni con «una media di 21.500 km quadrati di suolo italiano cementificati» e solo gli edifici occupano 5.400 km quadrati, ovvero «una superficie pari alla Liguria» disseminata lungo lo Stivale.
Italia Paese fragile
Il Wwf lancia l’allarme, anche perché «il suolo garantisce servizi ecosistemici fondamentali per la nostra vita, la nostra sicurezza e lo sviluppo della nostra economia». Così come la Terra, il suolo è l’unico che abbiamo. Da esso dipende tutto: dipendono le produzioni agricole, il legname, lo stoccaggio di carbonio e il controllo dell’erosione, dell’impollinazione e la regolazione del microclima, la rimozione di particolato e ozono fino alla disponibilità e la purificazione dell’acqua compresa alla regolazione del ciclo idrologico.
«Sono molteplici i servizi offerti dallo strato superficiale del pianeta», aggiunge il Wwf, che ribadisce che «l’Italia è un Paese fragile» perchè oltre il 16% del territorio si trova in aree «ad elevato rischio irogeologico e sono 6 milioni le persone interessate, che cioè vivono in aree di potenziale rischio». Quindi «per non ripetere altri drammi come quello di Ischia, l’ultima cosa che dobbiamo fare è continuare a costruire». Invece, «i dati ufficiali ci dicono che nel 2021 abbiamo raggiunto il picco di cementificazione del territorio degli ultimi 10 anni», come spiegato da Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Italia.
Biodiversità a rischio
Tanto più che la continua perdita del suolo ha un impatto diretto sulla biodiversità e «comporta la distruzione e la frammentazione degli habitat naturali, con effetti significativi anche sulle specie» vegetali e animali e indebolisce «anche l’efficacia del principale strumento di tutela della natura di cui le società moderne si sono dotate: le aree protette». Un aspetto, quest’ultimo, messo in evidenza da FederBio che sottolinea come «in un pugno di terra ci sono piu organismi viventi di quante persone sulla Terra», ovvero «piu di otto miliardi tra batteri, lombrichi, nematodi e tantissime altre specie». Si tratta di un’incredibile ricchezza e varieta di organismi viventi che «assicura, oltre alla fertilita dei suoli e alla loro capacita di assorbire carbonio dall’atmosfera, anche la presenza e la disponibilita dei 18 micro e macro nutrienti necessari alla crescita delle piante alimentari e alla salute umana».
Photo: Mattes Buskies
Rassegna del 09 Dicembre, 2022 |
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