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«Noi oggi siamo con il carbone, usiamo quello il petrolio e il gas. L’intenzione è quella di arrivare ad abbandonare il carbone entro il 2025, spero anche prima, entro il 2024 se i prezzi del gas attuali tengono, poi abbandonare il petrolio e arrivare ad avere il gas – il meno inquinante tra i fossili – che accompagni la salita delle rinnovabili: eolico, fotovoltaico, idroelettrico, geotermico. Entro il 2030 dobbiamo arrivare a produrre dalle rinnovabili i due terzi del fabbisogno energetico nazionale puntando anche sull’eolico offshore». Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin durante il suo intervento al Festival Green & Blu. «Ma credo che avremo un consumo energetico sempre maggiore – ha aggiunto – e non potremo soddisfarlo solo con le rinnovabili senza nucleare, è una valutazione che si porrà nel tempo», ma «il governo ha messo anche in chiaro la scelta di stare nella ricerca e nella sperimentazione del nucleare».
Pichetto Fratin su rinnovabili e nucleare
«Il Piano base è stato redatto, anche a seguito di una consultazione alla quale hanno partecipato moltissimi soggetti; in questo momento è in procedura di Via, nei prossimi giorni ci saranno le procedure di Vas. Rispetterò la pubblicazione per fine mese, quindi il 30 giugno». Ha aggiunto Pichetto Fratin in riferimento del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. «Una questione decisiva è certamente quella dell’efficientamento energetico – ha proseguito il ministro – che è il tema di attualità. Serve un quadro di riferimento normativo stabile ed equilibrato. Bisogna verificare se il nostro quadro è compatibile senza recedere agli obbiettivi di efficienza energetica. Come ho già avuto modo di spiegare, bisogna lavorare a una direttiva, e non a un regolamento, che lasci gli spazi di manovra per avere il tempo di spostare la strategia energetica solo sul fronte dell’elettrico, sul fronte della sicurezza e della decarbonizzazione, pensando a nuovi bonus fiscali duraturi nel tempo, strutturali, che determinano la riduzione dei consumi. Non si discutono gli obiettivi al 2030 e al 2050, ma che siano razionali, equilibrati, realistici rispetto alle nostre condizioni economiche e sociali».
Sostituire i veicoli Euro 1 ed Euro 2
«Le città sono la frontiera del contrasto ai cambiamenti climatici, se pensiamo che il 70% delle emissioni nocive viene proprio da lì – ha sottolineato – intervenire nei grandi centri è un tema cruciale, ma non c’è una singola azione: anche solo la sostituzione dei veicoli euro 1 e 2 avrebbe un significato enorme, se pensiamo che un euro 2 inquina 28 volte in più di un euro 6. Dobbiamo cercare un equilibrio nell’utilizzo delle risorse naturali, per consegnare ai nostri figli una Terra più integra di come l’abbiamo ricevuta. Dobbiamo conservare, adattare, mitigare. Oltre al binario istituzionale c’è quello socio-culturale, che riguarda i comportamenti individuali e collettivi. Il concentrato delle emissioni da veicoli proviene dalle grandi città. Milano ha attuato un percorso, Roma ne sta valutando altri. Una serie di azioni, iniziate già da diversi anni, consiste nella limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti; parallelamente, deve proseguire in modo altrettanto spedito la sostituzione dei veicoli. Non parlo solo del passaggio alle auto elettriche – ha concluso il ministro – ma anche della sostituzione dei veicoli Euro 1 ed Euro 2».
Rassegna del 23 Giugno, 2023 |
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