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ISSUE
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In un’ottica di economia circolare per il riciclo della plastica, Acea Ambiente sta sviluppando un processo innovativo, sostenibile ed efficiente per recuperare materia e ricollocarla sul mercato garantendo l’abbattimento delle emissioni rispetto ai processi di smaltimento attuali.
Il progetto, denominato P2Me, abbreviazione di Plastic to Methanol, ha lo scopo di produrre metanolo da plasmix, un insieme di rifiuti plastici eterogenei.
Chiudere il cerchio del riciclo della plastica
Acea è attiva nel settore della selezione, trattamento e riciclo dei rifiuti, compresi quelli in plastica, con impianti dislocati sul territorio nazionale. Negli anni il Gruppo ha cercato e messo a punto soluzioni per la gestione e valorizzazione dei rifiuti, in linea con i suoi obiettivi di sostenibilità e con i principi dell’economia circolare.
Come si ricicla la plastica in Italia
La gestione e lo smaltimento dei rifiuti plastici varia in base alla nazione, è quindi necessario capire come si ricicla la plastica nel nostro Paese per conoscere il vero impatto ambientale e le possibili soluzioni.
La filiera dello smaltimento e del riciclo della plastica in Italia prevede che i rifiuti vengano portati in centri di selezione, come l’impianto Demap a Beinasco o l'impianto Cavallari a Ostra ,entrambi di proprietà del Gruppo Acea. Qui, tramite trattamenti meccanici all’avanguardia e altamente automatizzati, il materiale viene selezionato per polimero, dimensione e colore: quest’attività permette di rendere omogeneo il rifiuto ed è indispensabile per la lavorazione negli impianti di riciclo della plastica. Una parte della quota in uscita dai centri di selezione è un insieme di plastiche eterogenee non riciclabili chiamate plasmix.
Cosa si intende per chimica verde
Nell’industria chimica si parla di chimica verde o sostenibile per definire una nuova modalità che punta alla conversione delle tecnologie esistenti in processi puliti ed eco-compatibili.
Uno degli obiettivi principali della chimica verde è ridurre l’uso di combustibili fossili a supporto dei processi industriali e incrementare la produzione di materie plastiche e prodotti chimici ricavati da fonti biologiche e rinnovabili.
Trasformare il plasmix in nuova materia
Grazie all’esperienza di Acea Ambiente nel settore e alla collaborazione con partner tecnologici come Acea Elabori e Simam, diverse iniziative sono in fase di sviluppo, tra cui P2Me. Il progetto ha l’intento di rispondere a importanti obiettivi nazionali: colmare il gap impiantistico, aumentare il tasso di raccolta differenziata e di riciclaggio, sviluppare nuove catene di approvvigionamento di materie prime seconde dal ciclo dei rifiuti, in sostituzione di quelle tradizionali, e contribuire alla transizione energetica.
"Tale obiettivo - spiega Michelangelo Petea, Responsabile Ingegneria e Sviluppo di Acea Ambiente - oltre ad essere centrale nella strategia di Acea Ambiente nella gestione delle proprie filiere di riciclo, è stato inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) come una delle riforme della missione sull’economia circolare (M2C1). Uno specifico capitolo del PNGR (Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti) è dedicato al plasmix, a conferma del fatto che iniziative come P2Me siano strategiche a livello nazionale."
Plasmix: cos’è?
Il Plasmix è l’insieme dei rifiuti misti di plastica che derivano dal riciclaggio meccanico degli imballaggi, caratterizzato da estrema eterogeneità. Attualmente le opzioni di riciclaggio del plasmix sono limitate. Questo materiale viene, infatti, generalmente avviato a recupero energetico e, in parte residuale, conferito in discarica. Sono in via di sviluppo delle tecnologie di riciclo chimico della plastica che consentono di trasformare il plasmix in nuovi materiali utilizzabili come base per la sintesi di numerosi composti, oppure come vettori ad alto contenuto energetico.
Le fasi del progetto
Fase 1: Ricerca
Testare l’efficacia della tecnologia nell’attuare il riciclo chimico del plasmix.
Fase 2: Sperimentazione
Rassegna del 21 Luglio, 2023 |
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