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ISSUE 373

I viaggi in aereo costano troppo? Quelli in treno di più anche se inquinano meno

Proteste e inchieste per il rincaro dei viaggi in aereo. Ma il treno, molto meno inquinante, costa ancora il doppio: Greenpeace propone il climate ticket.

lifegate.it

I viaggi in aereo costano troppo? Quelli in treno di più anche se inquinano meno

I viaggi in aereo, negli ultimi mesi, sono diventati molto più costosi che in passato, addirittura fino al 40 per cento in più, anche se il prezzo del carburante rispetto ai primi mesi di guerra in Ucraina è sceso del 45 per cento. Al punto che, in Italia, il garante dei prezzi ha aperto un’inchiesta, chiedendo spiegazioni alle principali compagnie aeree che operano su tratte brevi. Il governo dal canto suo, attraverso il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, ha annunciato che “è in via di definizione un intervento normativo, di concerto con il ministro dei Trasporti, volto a contrastare eventuali pratiche commerciali scorrette da parte dei vettori”. Da un punto vista strettamente ambientale, il rincaro dei viaggio in aereo sarebbe anche una buona notizia: spesso infatti per la stessa tratta è disponibile anche la soluzione via treno, un mezzo decisamente meno inquinante. Eppure un nuovo report di Greenpeace Europa centro-orientale mostre che, al tempo stesso, in media i viaggi in treno in Europa risultano due volte più costosi dei viaggi in in aereo, con una tratta che arriva a costare fino a 30 volte di più.

 

Viaggi in aereo oppure in treno? 

 

L’analisi di Greenpeace ha confrontato i biglietti aerei e ferroviari di 112 diverse tratte europee in 9 diversi periodi di tempo, constatando che i voli sono più economici dei treni nel 71 per cento dei casi. Nelle 15 tratte analizzate che includono l’Italia (per la maggior parte internazionali), il treno risulta due volte e mezzo più costoso dell’aereo, ponendo il nostro Paese al quinto posto in Europa nella classifica dei Paesi con la maggior differenza di costo fra le due modalità di trasporto.

 

Un esempio: viaggiare tra Roma e Vienna può arrivare a costare 10 volte di più in treno che in aereo. Eppure, spiega il report nel capitolo dedicato all’Italia, “grazie a una rete ferroviaria ad alta velocità ben funzionante e ad alcuni treni notturni nazionali (certo il giudizio sull’affidabilità del servizio italiano è in effetti fin troppo generoso, ndr), molti paesi sono ragionevolmente accessibili in treno, anche da sud del paese”. Oltre a questo “ci sono frequenti collegamenti ferroviari internazionali in Svizzera e Austria, proseguendo in Francia e Germania”. Eppure su 13 delle 15 rotte analizzate i voli sono stati sempre o quasi sempre più economici.

 

Meno low-cost nonostante i sussidi 

 

Le compagnie aeree low-cost, che operano sulle stesse tratte, sono spesso più economiche del treno grazie a strategie tariffarie molto aggressive. E questo è vero nonostante comunque i prezzi dei biglietti aerei siano al top degli ultimi anni. A volte, poi, offrono voli con scalo più economici rispetto alle compagnie che operano voli diretti, causando fino a 10 volte più emissioni di gas serra.

 

Greenpeace sottolinea che le compagnie aeree low-cost, tra l’altro, sfruttano anche i vantaggi che derivano da condizioni di lavoro del personale ridotte al minimo legale e dai sussidi che talvolta ricevono dalle autorità locali (e quando non ne ricevono, sono comunque esentate dal pagamento delle tasse sui carburanti, che di per sé è già una grande forma di sussidio). Al contrario, le ferrovie devono pagare le imposte sull’energia, l’Iva e gli elevati pedaggi ferroviari imposti nella maggior parte dei Paesi.

 

“L’industria dell’aviazione è uno dei settori più dannosi per il clima e le compagnie aeree possono offrire biglietti a prezzi stracciati perché beneficiano di vantaggi fiscali scandalosi, che spingono i cittadini europei a scegliere i mezzi più inquinanti per viaggiare”, spiega Federico Spadini, responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace Italia. “Le compagnie low-cost, in particolare, sfruttano ogni scappatoia per abbassare le tariffe, ma i voli da pochi euro sono possibili solo perché sono l’ambiente e i lavoratori a pagare il conto. È ora che i governi europei, incluso quello italiano, cambino radicalmente il settore dei trasporti, incentivando il treno e i mezzi di trasporto meno inquinanti, e facendo pagare le compagnie aeree per i danni climatici e sociali che producono”.

 

L’idea dei climate ticket

 

Per rendere il trasporto ferroviario più conveniente di quello aereo, Greenpeace chiede ai governi europei (e a quello italiano in particolare con una petizione) di introdurre i cosiddetti climate ticket, biglietti a lungo termine economici e semplici da usare, validi su tutti i mezzi di trasporto pubblico di un Paese o di una certa regione, compresi i treni e i trasporti transfrontalieri. I biglietti climatici potrebbero essere finanziati, tra le altre possibilità, dalle tasse sugli extra-profitti delle compagnie petrolifere, dall’eliminazione graduale di sussidi dannosi per l’ambiente o da un sistema di tassazione equo basato sulle emissioni di CO₂. Parallelamente, l’altra richiesta è quella di porre fine ai sussidi alle compagnie aeree e agli aeroporti, iniziando con l’eliminazione graduale delle esenzioni fiscali per il cherosene.

 

Simone Santi

 

 

Photo: Jonah

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