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ISSUE 373

La dieta vegana ha il 30 per cento dell’impatto ambientale rispetto a un’alimentazione incentrata sulla carne

La dieta meno impattante è quella vegana. Tra chi consuma carne, invece, è la quantità a fare la differenza. Lo dice uno studio dell’università di Oxford.

lifegate.it

La dieta vegana ha il 30 per cento dell’impatto ambientale rispetto a un’alimentazione incentrata sulla carne

“Le nostre scelte alimentari hanno un grande impatto sul pianeta. Ridurre la quantità di latte e latticini nella propria dieta può fare una grande differenza per la propria impronta alimentare”. Parola di Peter Scarborough, professore presso l’università di Oxford, in Inghilterra, e co-autore di un imponente studio scientifico che mette a confronto diversi regimi alimentari. In termini di impatto climatico e ambientale, la dieta vegana ne esce vincitrice indiscussa. Ma anche la dieta onnivora può incidere sul pianeta in modo molto diverso, a seconda della quantità di carne consumata.

 

Come si è svolto lo studio dell’università di Oxford

 

Esistono ormai innumerevoli dati sull’impatto dei singoli alimenti, in termini di emissioni di CO2 e di metano, impronta idrica, consumo di suolo. Come sottolinea però il quotidiano Guardian, questa analisi – pubblicata su Nature Foods – è impostata in modo diverso, perché si basa sull’alimentazione seguita da oltre 55mila individui nel Regno Unito. Non si focalizza dunque su un singolo alimento, bensì sulla dieta nel suo insieme, suddivisa in quattro categorie: vegana, vegetariana, pescetariana e onnivora. Per arrivare a conclusioni ancora più solite, i ricercatori hanno analizzati anche i dati forniti da 38mila aziende agricole in 119 paesi. Così facendo, hanno potuto tenere conto anche delle differenze nel modo e nel luogo in cui gli alimenti vengono prodotti.

 

La dieta vegana ha un impatto ambientale nettamente inferiore

 

La provenienza degli alimenti e il loro metodo di produzione, però, hanno un’importanza tutto sommato relativa. A fare davvero la differenza è la scelta di cosa mettere in tavola. La dieta vegana ha un impatto nettamente inferiore rispetto a tutte le altre (vegeteriana, pesceteriana e onnivora) su tutte le dimensioni monitorate, cioè emissioni di gas serra, consumo di suolo, potenziale di eutrofizzazione (cioè un carico eccessivo di nutrienti, dannoso per il suolo) e biodiversità.

 

Nel suo insieme, l’impatto ambientale di una dieta vegana ammonta appena al 30 per cento rispetto a quello di una dieta onnivora in cui si consumano più di 100 grammi di carne al giorno. Nello specifico, le emissioni di CO2 equivalente sono appena il 25 per cento, il suo consumo di suolo e di acqua è pari rispettivamente al 25 e al 46 per cento, l’impatto sull’inquinamento dell’acqua è pari al 27 per cento e quello sulla biodiversità a 34 per cento, sempre se paragonati con una dieta in cui la carne ha un ruolo preponderante.

 

La quantità di carne fa la differenza

 

Anche la quantità di carne consumata, infatti, è una discriminante importante. Chi consuma meno di 50 grammi di carne al giorno ha un impatto in termini di emissioni, consumo di acqua e di suolo che si avvicina molto a quello di chi segue una dieta pescetariana o vegetariana. Ed è circa la metà rispetto a quello di chi ne consuma oltre 100 grammi al giorno. “Questo è importante: non bisogna diventare completamente vegani e nemmeno vegetariani per fare la differenza”, scrivono su The Conversation Michael Clark e Keren Papier, coautori dello studio.

 

Il loro punto di vista non è etico, ma puramente scientifico. “Le scelte che facciamo su cosa mangiare sono personali. Ci sono abitudini molto radicate che possono essere difficili da cambiare. Ma il nostro studio, insieme ad altri, continua a consolidare le prove del fatto che il sistema alimentare abbia un enorme impatto globale in termini di ambiente e salute, un impatto che potrebbe essere ridotto grazie alla transizione verso diete più basate sugli alimenti vegetali”, scrivono.

 

Valentina Neri

 

 

Photo: GC

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