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Alla fine a mancare di “diversità” o, meglio, di originalità ed emozione è proprio la mostra che vorrebbe evocare la più straordinaria forza del pianeta che abitiamo. Così lascia un po’ la sensazione di occasione mancata – nonostante l’evidente impegno e lo sfarzo scenografico – l’allestimento “Elogio della diversità – Viaggio negli ecosistemi italiani” curato da Isabella Saggio e Fabrizio Rufo e visitabile sino al 30 marzo 2025 al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Tra teche di animali stile ottocentesco, testi e documentari in eccesso e supporti digitali privi di una vera interattività la mostra si ferma alla vetrina e perde di suggestione e coinvolgimento nell’ambizione di affrontare la complessità della biodiversità e della salute della Terra, della fragilità degli equilibri tra gli ecosistemi e dell’interdipendenza tra le diverse forme di vita.
Elogio della diversità
Hanno comunque un valore in sè le collezioni di insetti, crostacei e frutti, le ricostruzioni zoologiche dell’artista Lorenzo Possenti, l’opera site-specific “Otto miliardi” dell’artista Manuel Felisi e il cranio preistorico originale della “donna della Maiella”. E forse qualcosa in più potrà arrivare dal programma culturale che accompagna la mostra con incontri e proiezioni di approfondimento a ingresso gratuito dove si parlerà anche di boschi urbani e degli effetti dei cambiamenti climatici. L’esposizione è promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, curata da Sapienza Università di Roma con Università di Padova e con il National Biodiversity Future Center, istituito dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Hanno contribuito anche il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità e l’Assessorato all’Ambiente di Roma Capitale.
Responsabilità e pulsanti
Purtroppo anche l’ottimo obiettivo di «attivare forme di responsabilità individuale e collettiva» si riduce ad una mini teca concessa alla lotta popolare per il lago spontaneo dell’ex Snia sulla Prenestina e al consentire ai visitatori di pigiare sui pulsanti per dire Sì o No a quesiti abbastanza scontati. Per la cronaca, tra i risultati complessivi provvisori mostrati alla fine, spicca un 74% di persone che non ucciderebbero un orso, un lupo o un cervo «quando diventano un problema per le attività umane». Mentre il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha fatto abbattere il terzo orso in pochi mesi.
Lorenzo Grassi
Rassegna del 20 Dicembre, 2024 |
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