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ISSUE 412

Crisi climatica: oltre 100 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno in Asia Orientale e nel Pacifico per cause legate all’inquinamento

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Crisi climatica: oltre 100 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno in Asia Orientale e nel Pacifico per cause legate all’inquinamento

L'inquinamento atmosferico domestico, causato dai combustibili solidi utilizzati per cucinare e riscaldare, è collegato a più della metà di tutti questi decessi. L’impegno dell’UNICEF: "Ogni respiro è importante, ma per troppi bambini ogni respiro può essere dannoso”.

 

L’inquinamento atmosferico uccide. A pagarne maggiormente le conseguenze sono i soggetti più fragili, come i bambini e i poveri. Oltre cento bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno in Asia Orientale e nel Pacifico per cause legate all’inquinamento. È quanto emerge in maniera drammatica e preoccupante dall’ultima analisi dell’UNICEF sull’impatto devastante dell’aria tossica sui bambini dell’Asia orientale e nel Pacifico.

 

L’analisi rileva che tutti i bambini in Asia dell’Est e nel Pacifico – 500 milioni in totale – vivono in paesi con livelli insalubri di inquinamento atmosferico. L’inquinamento atmosferico domestico, causato dai combustibili solidi utilizzati per cucinare e riscaldare, è collegato a più della metà di tutti i decessi legati all’inquinamento atmosferico nei bambini sotto i cinque anni. Nel frattempo, 325 milioni di bambini vivono in Paesi in cui i livelli medi annuali di particolato (PM2,5) superano di oltre cinque volte i livelli guida dell’OMS e 373 milioni vivono in Paesi con livelli insalubri di biossido di azoto (NO₂). Inoltre, il 91% dei bambini della regione – 453 milioni – vive in Paesi in cui l’inquinamento da ozono supera i livelli guida dell’OMS. Quasi la metà del PM2,5 nei paesi con i livelli più alti di questo inquinante proviene dalla combustione di combustibili fossili, biomasse e rifiuti agricoli, che generano anche i gas serra alla base del cambiamento climatico.

 

“Ogni respiro è importante, ma per troppi bambini ogni respiro può essere dannoso”, ha dichiarato June Kunugi, Direttrice regionale dell’UNICEF per l’Asia orientale e il Pacifico. “L’aria che respirano, in un momento in cui i loro corpi e le loro menti sono ancora in via di sviluppo, contiene troppo spesso livelli malsani di inquinamento che possono compromettere la loro crescita, danneggiare i loro polmoni e compromettere il loro sviluppo cognitivo”.

 

Tra gli effetti del cambiamento climatico, dunque, c’è anche l’impatto su tanti bambini del mondo. L’inquinamento atmosferico è collegato a quasi un decesso su quattro di bimbi sotto i cinque anni nell’Asia orientale e nel Pacifico e può avere un impatto su ogni fase della vita di un bambino. I danni iniziano nel grembo materno, con rischi di parto prematuro e basso peso alla nascita e continuano nella prima infanzia, quando i bambini piccoli respirano più rapidamente e sono più vicini agli inquinanti a livello del suolo, come i gas di scarico dei veicoli, rendendoli più vulnerabili all’asma, ai danni polmonari e ai ritardi nello sviluppo.

 

La minaccia è spesso più grave per i bambini a basso reddito che vivono vicino a fabbriche o autostrade, dove l’esposizione all’inquinamento è maggiore. Nel corso del tempo l’inquinamento atmosferico può alimentare silenziosamente malattie croniche come il diabete e le malattie cardiovascolari, mettendo a rischio il futuro dei bambini.

 

C’è poi da tenere conto che queste malattie hanno impatti su tutta la vita dei piccoli, e un impatto anche a livello economico e sanitario su strutture già al collasso. Le assenze scolastiche dovute a malattie, il rallentamento dello sviluppo cerebrale e il rischio di chiusura delle scuole limitano il potenziale dei bambini, mentre i genitori che si occupano dei figli malati perdono reddito. Le ricadute economiche sono impressionanti: la Banca Mondiale ha stimato che nel 2019 l’inquinamento atmosferico da PM2,5 ha causato morti premature e malattie che sono costate all’Asia orientale e al Pacifico il 9,3% del prodotto interno lordo (PIL), pari a oltre 2.500 miliardi di dollari.

 

Per questo l’UNICEF alza forte la voce per chiedere ai Governi, alle aziende, al settore sanitario, genitori e insegnanti di rispondere con urgenza all’impatto dell’inquinamento atmosferico sui bambini in Asia dell’Est e nel Pacifico.

 

In particolare i governi devono assumere un ruolo guida rafforzando le politiche climatiche e ambientali, passando all’energia pulita e applicando gli standard di qualità dell’aria indicati dall’OMS; le imprese devono adottare tecnologie pulite, ridurre le emissioni e garantire che le loro pratiche e i loro prodotti diano priorità alla sicurezza e al benessere dei bambini. Il settore sanitario dovrebbe adottare misure per migliorare la diagnosi e il trattamento e adottare operazioni sostenibili e a zero emissioni. I genitori e gli educatori devono svolgere un ruolo cruciale nella sensibilizzazione, nella promozione di ambienti più puliti e nell’incoraggiare i giovani ad agire.

 

Già da tempo UNICEF collabora con queste realità locali per proteggere i bambini dagli effetti devastanti dell’inquinamento atmosferico. Tra le principali attività ricordiamo il sostegno nei confronti di politiche climatiche e ambientali che creino un mondo più pulito per i bambini; l’implementazione di programmi che riducano l’esposizione dei bambini all’inquinamento atmosferico domestico con soluzioni come la ventilazione dei camini e sistemi di riscaldamento più puliti; il monitoraggio costante della qualità dell’aria e la rendicontazione pubblica attraverso iniziative come l’installazione di sensori a prezzi accessibili; il rafforzamento dei sistemi sanitari per affrontare le malattie legate all’inquinamento e l’investimento in sistemi di gestione dei rifiuti medici più puliti. E ancora la responsabilizzazione delle comunità e dei giovani come sostenitori dell’aria pulita per aumentare la consapevolezza, monitorare la qualità dell’aria e spingere per politiche più forti. “Affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico porterà a enormi miglioramenti nella salute, nell’istruzione e nel benessere dei bambini, con effetti a catena su intere società ed economie”, ha sottolineato Kunugi. “Le soluzioni esistono e il nostro futuro collettivo dipende dalla loro attuazione”.


Antonio Scali

 

Photo: wirestock on Freepik

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