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Pesca sostenibile, oceani più sani: “Sustainable Fishing Means More…” è il messaggio chiave dell’edizione 2025
L’8 giugno 2025 si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani, una ricorrenza promossa dalle Nazioni Unite per ricordare a governi, aziende e cittadini che la salute dei mari è alla base della vita sul pianeta.
L’edizione di quest’anno ruota attorno a un messaggio tanto semplice quanto potente: “Sustainable Fishing Means More…”. Dietro queste parole si cela una verità urgente e spesso trascurata: la pesca sostenibile non è solo una scelta ambientale, ma anche economica, sociale e culturale.
Un oceano sotto pressione
Gli oceani coprono oltre il 70% della superficie terrestre e ospitano circa il 95% della biodiversità del pianeta. Quasi 38 milioni di persone lavorano direttamente nel settore della pesca. Secondo il rapporto State of the World Fisheries del 2020 della FAO, il 10% della popolazione mondiale dipende, almeno in parte, dalla pesca e dall'acquacoltura per il proprio sostentamento. Eppure, secondo lo stesso organismo, oltre un terzo degli stock ittici globali è sovrasfruttato, e il cambiamento climatico sta aggravando ulteriormente la situazione.
L’inquinamento, l’innalzamento delle temperature marine e la pesca non regolamentata stanno spingendo sempre più specie verso l’estinzione e alterando gli equilibri degli ecosistemi marini. La pesca eccessiva e illegale non danneggia solo la biodiversità: mette a rischio anche la sicurezza alimentare e la stabilità delle comunità costiere.
Il valore della pesca sostenibile
Il tema del 2025, “Sustainable Fishing Means More…”, ci invita a guardare oltre l’atto del pescare e a comprendere cosa realmente significa gestire in modo etico e responsabile una risorsa tanto preziosa quanto limitata.
“More”, in questo contesto, significa:
Più biodiversità marina, perché gli stock hanno il tempo di rigenerarsi
Più sicurezza alimentare, grazie a risorse ittiche disponibili anche per le generazioni future
Più equità sociale, con vantaggi per i piccoli pescatori e per le economie locali
Più resilienza climatica, perché un ecosistema sano è anche più capace di assorbire shock ambientali
Investire nella pesca sostenibile non è quindi un vincolo, ma una scelta lungimirante che permette di conciliare tutela ambientale e sviluppo umano.
Regole, tecnologie e certificazioni
Ma cosa significa, concretamente, pescare in modo sostenibile? Si tratta di un insieme di pratiche, normative e innovazioni che mirano a ridurre l’impatto ambientale delle attività di pesca.
Tra le principali strategie in atto:
Quote di pesca e limiti stagionali, per evitare il sovrasfruttamento di specifiche specie
Tecnologie intelligenti, come le reti selettive per ridurre le catture accidentali (bycatch)
Certificazioni riconosciute, come quelle del Marine Stewardship Council (MSC), che garantiscono la provenienza da fonti gestite in modo responsabile
Tracciabilità lungo la filiera, per assicurare trasparenza al consumatore finale
Sostegno alle piccole cooperative di pesca artigianale, spesso più rispettose dell’ambiente rispetto alla pesca industriale
Anche l’economia blu sostenibile, di cui la pesca è una componente chiave, si sta facendo strada nei programmi politici di molti Paesi, con l’obiettivo di coniugare crescita e tutela del capitale naturale.
Oceani e clima: un equilibrio delicato
La pesca sostenibile non può essere disgiunta dalla lotta al cambiamento climatico. L’oceano assorbe oltre il 90% del calore prodotto dall’attività umana e circa un quarto della CO₂ in eccesso. Ma questa funzione “tampone” ha un costo: l’acidificazione delle acque, la migrazione di intere popolazioni ittiche verso acque più fredde, lo sbiancamento dei coralli e la perdita di habitat vitali.
Secondo l’IPCC, il legame tra pesca e clima è bidirezionale. Da un lato, la crisi climatica mette sotto pressione le risorse marine; dall’altro, una gestione sostenibile della pesca può aiutare gli ecosistemi a mantenere la loro funzionalità, rendendoli più resistenti agli shock ambientali.
Cosa possiamo fare
In occasione di questa Giornata Mondiale degli Oceani, il messaggio è chiaro: ogni azione conta e anche i consumatori possono fare la propria parte. Scegliere prodotti certificati, informarsi sulla provenienza del pesce che acquistiamo, ridurre il consumo di specie in pericolo o fuori stagione: sono piccoli gesti che contribuiscono a un impatto positivo.
Anche supportare la ricerca scientifica, promuovere l’educazione ambientale o semplicemente evitare sprechi alimentari derivati dal pesce sono scelte che aiutano il mare.
Verso un futuro blu
La Giornata Mondiale degli Oceani non è solo un evento simbolico: è un’occasione per rivedere il nostro rapporto con il mare, troppo spesso vissuto come una riserva da cui attingere illimitatamente. È tempo di cambiare paradigma: l’oceano è un alleato nella lotta alla crisi climatica, un patrimonio di biodiversità e cultura, un motore economico da proteggere.
Una pesca più giusta, più attenta e più sostenibile non significa rinunciare a qualcosa, ma guadagnare in equilibrio, stabilità e futuro. Perché, come suggerisce il tema di quest’anno, “Sustainable Fishing Means More…” — più per l’ambiente, più per le comunità, più per il pianeta.
Martina Invernizzi
Photo: jannoon028 on freepik.com
Rassegna del 07 Giugno, 2025 |
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