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Rassegna del 30 Maggio 2019
    

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L’asfalto salva-ambiente? È duro come l’acciaio


La Ast di Terni e una società finlandese insieme per il riciclo delle scorie provenienti dalla produzione di inox: saranno trasformate in un materiale per l’edilizia.

Riciclando 1500 barattoli si ottiene un tombino, con 1200 bombolette si ricava una panchina, con 2 mila scatolette di tonno si può costruire un telaio per una bicicletta. Sono solo alcuni dei prodotti che è possibile ottenere riciclando l’acciaio. Si tratta di uno dei materiali che più si recuperano al mondo perché è una miscela scomponibile formata da molto ferro, poco carbonio e una serie di altri metalli. Da oggi è anche possibile trasformare le scorie dell’acciaio inox in nuovo materiale per l’edilizia. Grazie alla collaborazione con la finlandese Tapojärvi Oy, l’acciaieria di Terni Ast ha messo a punto un sistema per trasformare le scorie derivanti dalla produzione di acciaio inossidabile, prodotto nei suoi stabilimenti in Umbria, in nuovi materiali pronti da riutilizzare e commercializzare. Una scelta che ha reso l’acciaieria più sostenibile e rispettosa dell’ambiente ed in linea con i principi dell’economia circolare delle tre R: Riduzione (meno imballi e sprechi di materie prime), Riuso (ciclo di vita dei beni allungato) e Riciclo (riutilizzo degli scarti).

In pratica, i rifiuti diventano un’opportunità e non più uno spreco, tutelando l’ambiente. Una volta trattate, le scorie assumeranno le caratteristiche di materiali come la ghiaia e la sabbia, avranno la marcatura CE e potranno essere usate in alternativa ai materiali naturali per la costruzione di asfalti, oppure inglobate in una matrice bituminosa o cementizia per produrre calcestruzzi. Grazie alle sue particolari proprietà (resistenza, duttilità, formabilità, resistenza alla corrosione per gli inossidabili), la lega raggiunge tassi di riciclo elevatissimi che vanno dal 75% degli imballaggi, all’85% dei prodotti da costruzione, al 90% di veicoli e macchinari. 'Quando si produce una tonnellata di acciaio (ad esempio per le costruzioni) si ricava un 30% di scoria che fino ad oggi andava in discarica', spiega Massimiliano Burelli, ad di Ast. 'Grazie a questa partnership potremo trasformare le scorie e generare nuovi materiali'.

Le scorie dell’acciaio, che per il manager 'sono simili ad una roccia vulcanica e non sono radioattive, possono trasformarsi anche in un geopolimero, ovvero un materiale sigillante, oppure in uno sbiancante utile per le aziende che producono carta'. Sono già diversi anni che alcune sperimentazioni hanno tentato di convertire i rottami dell’acciaio in nuovo acciaio per veicoli, elettrodomestici, rotaie, tondini per l’edilizia, travi per ponti, con più o meno successo. Per quanto riguarda invece i test sull’effettivo impatto ambientale di questo progetto, l’acciaieria avvierà una collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa. 'La riprogettazione dell’intero processo di gestione della scoria porterà ad una riduzione delle emissioni ed originerà materiali più compatti con minori emissioni polverose. L’intero processo richiederà limitate quantità di acqua, riducendo i consumi'.

Al momento l’idea non è ancora brevettata e il progetto vedrà la luce non prima del 2020. Nel frattempo, l’azienda la sperimenta, sull’onda anche delle normative sull’economia circolare che vanno in questa direzione. Tapojärvi metterà sul piatto, solo per in Italia, 45/50 milioni di euro per i primi due anni, di cui 9 milioni in ricerca e sviluppo. 'Il nostro investimento totale stimato, nei primi due anni, è invece di 12/15 milioni, mentre l’investimento complessivo oscillerà quindi tra i 57 e i 65 milioni di euro', conclude Burelli.

 

Fonte: Corriere della sera - Buone notizie, 23 maggio 2019.




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