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Rassegna del 18 aprile 2019
    

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“La bici è il mezzo, l’ambiente il fine”. Tursi neo-presidente della Fiab del futuro


“La bici è il mezzo, l’ambiente il fine”. Tursi neo-presidente della Fiab del futuro

La bicicletta? “È lo strumento più efficace, forse l’unico, per migliorare l’ambiente urbano e rispondere alla sfida ambientale globale”. Le prime parole di Alessandro Tursi, eletto lo scorso fine settimana a Verona nuovo presidente Fiab, motivano il piccolo, epocale cambio di ‘ragione sociale’ della Federazione (187 associazioni sparse in tutta Italia, 18.300 soci, in continua crescita) approvato in assemblea: da Federazione Italiana Amici della Bicicletta a Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta.

Un cambio che, a 30 anni dalla nascita della Federazione, allinea la forma alla sostanza: perchè di fatto, da subito Fiab si è connotata prima di tutto come un’organizzazione ambientalista, un interlocutore sui temi della mobilità sostenibile e della qualità dell’ambiente (dei nostri centri urbani e del paesaggio italiano) sempre più autorevole e riconosciuto sia dal ministero che dalle amministrazioni locali. (Per inciso, con pari consapevolezza la parola ‘ambiente’ appare dalla nascita – anno 2011 – sulla testata della nostra BC, la rivista che di Fiab è organo ufficiale).

All’Assemblea di Fiab è toccato a Giulietta Pagliaccio, presidente uscente (nel rinnovato Consiglio nazionale si occuperà di advocacy), tracciare un bilancio di tre mandati ricchi di impegno e risultati: dalla Legge quadro nazionale per la ciclablità, che ha cambiato profondamente l’approccio al tema anche da parte degli amministratori pubblici meno convinti, al riconoscimento dell’infortunio in Itinere del lavoratore in bicicletta, passaggio fondamentale per lo sviluppo del BikeToWork e ai finanziamenti per la Rete delle Ciclovie Turistiche Italiane, integrante della rete Bicitalia ufficialmente presentata da Fiab nel 2000.

Il neo-presidente Tursi, urbanista con laurea in architettura e dottorato in ingegneria, arriva all’incarico forte dell’apertura internazionale maturata alla vicepresidenza di Ecf, la European Cyclists’ Federation, e del successo dell’award Fiab ComuniCiclabili, che assegna le bandiere gialle della ciclabilità ai comuni italiani (aggiornato il conto proprio a Verona: sono 117 i Comuni che hanno ottenuto il riconoscimento). “Ci aspetta – ha dichiarato Tursi – un triennio intenso, perché quello che va fatto per l’ambiente attraverso la mobilità in bicicletta o lo facciamo noi, o non lo fa nessuno”. E ha proseguito, nel suo primo discorso da neo-eletto, soffermandosi su alcune delle prossime sfide che attendono la Federazione: lo sviluppo della ciclabilità nel Mezzogiorno, “dove i primi incoraggianti risultati si cominciano a vedere”, e l’attenzione costante a livello di Parlamento e Governo su leggi e finanziamenti.

 

Fonte: Rivista BC, 16 aprile 2019




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