Chi è Alberto Biraghi?
Nella vita ho fatto tutt’altro che le biciclette perché sono stato giornalista di musica sin dalla fine degli studi. La bicicletta è stata quasi un caso: ciclista urbano da sempre, nel 2000 ho iniziato questa attività investendo nell’avviamento di un negozio di biciclette artigianali su misura, ai tempi si chiamava Ciclistica. Nel 2014, dall’unione tra me e un amico di vecchia data, Sami Sisa, abbiamo dato vita a La Ciclistica Milano.
Chi è Sami Sisa?
È il mio socio. Ci siamo conosciuti nel 1973, non ci siamo visti per diverso tempo, ci siamo incontrati nuovamente per caso a Hong Kong nel 1978 e da allora non ci siamo più lasciati. Battibecchiamo costantemente, ci dicono che sembriamo Jack Lemmon e Walter Matthau nel film La strana coppia, però siamo legati da un rapporto di amicizia che è durato molto di più di tutti i nostri matrimoni…che non sono stati pochi! Mentre io sono il testone, estremista in tutte le mie manifestazioni, un uomo da bianco e nero, lui è invece l’uomo della mediazione, del compromesso e quindi direi che la nostra unione societaria funziona bene proprio per queste differenze.
Chi ti ha ispirato?
Steve Jobs, è il mio idolo! Lui ha iniziato a fare gli Apple perché non trovava un computer che gli piacesse. Io ho fatto la stessa cosa con le biciclette. Come dicevo, sono un ciclista urbano, ma non ho mai trovato delle biciclette che mi piacessero al 100%. Quindi, insieme a tecnici molto esperti, abbiamo deciso di disegnare e realizzare delle biciclette esattamente come le immaginavamo noi.
La richiesta di personalizzazione più bizzarra?
È arrivata da un’ex senatrice abbastanza nota che ha fatto fare un alloggio per il suo bassotto: un cestino di vimini che abbiamo dovuto far imbottire perché il cagnolino potesse viaggiare più comodo possibile.
“Lo sapete che”?
Lo sapete che in bicicletta ci vuole sicurezza? Sia attiva che passiva. In realtà dovrei essere l’ultimo a parlare perché fino a pochi anni fa andavo in giro con la bicicletta a scatto fisso senza casco e senza luci. Poi ho capito, per fortuna in tempo, che non va bene! Quindi: casco, sempre, perché ti può salvare la vita. Luci, sempre, non tanto per vedere, perché in città non ci sarebbe bisogno in realtà, ma per farsi vedere. Campanello per farsi sentire. Freni sempre in perfetta efficienza. Gomme gonfie e coperture in buono stato, se le coperture iniziano ad essere lisce o lise bisogna cambiarle, perché se una copertura scoppia mentre siete in giro con la biciclette finite per terra. Ah…e un’altra cosa: non si va sul marciapiede!
Perché avete aderito a esosport bike?
Lo smaltimento dei materiali di consumo delle biciclette è stato uno dei problemi principali con cui ci siamo scontrati io e il mio socio quando abbiamo cominciato questa attività. Grazie al fortunato incontro con ESO, la difficoltà che sta alla base della gestione di questi rifiuti è stata superata e, soprattutto, è bello sapere che queste gomme rinascono come pavimentazioni anticaduta per parchi giochi. L’idea che dei bambini possano giocare grazie al fatto che noi abbiamo fatto smaltire le gomme da ESO, mi rende davvero felice.
Nunzia Vallozzi
Ufficio Stampa Web - ESO