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Rassegna del 24 Agosto 2017
    

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La Francia dice stop alle email oltre l’orario di lavoro


Dopo alcuni tentativi di aziende multinazionali, il governo francese ha approvato una legge per la tutela del diritto alla "disconnessione".

Nella vita c’è un limite a tutto: pure alle email e alle telefonate che partono oltre l’orario di lavoro. Così ha deciso la Francia, che a livello nazionale ha optato per garantire il «diritto di disconnessione» a tutti i dipendenti. Altro che ubriacatura da lavoro. D’ora in avanti nessun datore di lavoro potrà mettere in atto alcuna reprimenda nei confronti del dirigente, così come dello stagista, che hanno trascorso una serata giocando sul divano coi propri figli o disputando una partita di calcetto e non hanno risposto in maniera tempestiva a una telefonata o a un’email giunta dall’ora di cena in avanti. Mai una norma simile era stata varata da un Governo, mentre diversi esempi analoghi sono stati assunti già da un paio d’anni da singole aziende.

IL CONTENUTO DELLA NUOVA LEGGE FRANCESE – È il caso di Volkswagen e di Deutsche Telekom, che prima del governo francese avevano già stabilito il divieto di disturbare i propri dipendenti oltre l’orario di servizio. La legge francese fa parte del pacchetto di norme introdotte dal ministro del Lavoro Myriam El Khomri, a maggio scorso. Leggendone il testo, si evince che le aziende con più di 50 dipendenti sono tenute a negoziare con i lavoratori il diritto a non rispondere a email o telefonate di lavoro al di fuori dagli orari in cui si è in servizio. Ciò vuol dire che ci potrà anche essere chi mette sul tavolo la propria disponibilità, definendo anche giorni e orari, non però a titolo gratuito. È questa la novità assoluta, che introdotta a livello centrale non lascia scampo alle aziende: pena l’irrogazione di sanzioni severe. La misura è tesa a stabilire un confine netto e invalicabile fra la positiva flessibilità del lavoro, che consente di occuparsi di questioni lavorative anche al di fuori del proprio ufficio, e l’uso pervasivo delle nuove tecnologie, che rischia di trasformarsi in un boomerang per i dipendenti. Avere la disponibilità di essere sempre connessi a internet e email non vuol dire dover pensare al lavoro 24 ore su 24. Questo è quanto ha voluto mettere nero su bianco il governo francese, alla cui decisione in queste ore stanno guardando interessati molti lavoratori italiani.

COSA È CONSENTITO IN ITALIA? – Sì, perché nel nostro Paese qualcosa di simile non esiste. L’unica normativa applicabile è l’articolo 3, comma 76 del disegno di legge 2229 che riconosce il diritto alla disconnessione, ma «nel rispetto degli obiettivi concordati». Ciò vuol dire che «un lavoratore che non è reperibile quando esercita il suo diritto alla disconnessione non può essere considerato come inadempiente, e non può essere sanzionato». E poi: «Le fasce di reperibilità non sono obbligatorie ma, in concreto, risultano molto utili alla delimitazione del diritto alla disconnessione». La realtà dei fatti è che nelle aziende private la flessibilità, cercata o forzata, spesso si traduce in un abuso da parte dei responsabili. Se il telefono squilla o arriva una email, non vedo perché non si debba rispondere. Questo è quanto pensano molti manager: dalle agenzie di comunicazione alle società di consulenza, dalle redazioni dei giornali agli studi legali. Il lavoro agile non va confuso con la disponibilità. Né chi pratica il telelavoro – garantendo la propria prestazione da casa – è tenuto a essere reperibile in qualsiasi momento soltanto perché ha il privilegio di non dover recarsi ogni giorno in ufficio. In Italia è in discussione in Parlamento una proposta di legge sul «lavoro agile». Se il testo riceverà l’approvazione da parte delle due Camere, aziende e dipendenti potranno stipulare un accordo che lasci tempi liberi dalla connessione con l’ufficio.

 

Fonte: Wisesociety, 11 gennaio 2017




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