Niente soldi alla cassa ma una tessera a punti, che vengono scalati a ogni spesa effettuata.
Sugli scaffali di SoliDando un paniere di 83 prodotti (tra cui olio, aceto, sale, zucchero, latte, pasta, riso, farina, biscotti, tonno, pelati, legumi, pannolini). L’obiettivo era quello aiutare 150 famiglie in un anno (per un totale di oltre 560 persone assistite) ma nel giro di poco tempo dall’apertura le richieste hanno già superato le stime iniziali. «Stiamo ora cercando di capire come aiutare tutte queste persone – spiega Agostino Frigerio, direttore dell’Istituto Beata Vergine Addolorata che ha avviato l’iniziativa.
A individuare le famiglie con problemi di reddito è FareCentro, lo sportello di ascolto e accompagnamento di Ibva.
Dopo un colloquio, le famiglie ottengono una tessera a punti (caricati mensilmente in base alla composizione del nucleo familiare) della durata di quattro mesi. Scaduto tale termine, c’è una nuova verifica delle condizioni economiche della famiglia. Dove sono presenti minori di età inferiore ai 36 mesi viene inoltre rilasciata una tessera infanzia che dà diritto all’acquisto di specifici prodotti. Al momento, Solidando è aperto due mattine a settimana (martedì e venerdì dalle 9 alle 13). All’interno del market solidale commessi e cassieri (una decina, tutti rigorosamente volontari) controllano l’approvvigionamento dei prodotti e offrono consigli su come ottimizzare la spesa.
Con SoliDando solidarietà e donazione vanno a braccetto. «Il nome stesso – si legge sul sito dell’Ibva – vuole mettere in evidenza i due riferimenti centrali del progetto: la solidarietà, come base per la socialità e la realizzazione della persona, per la solidità del vivere insieme, e la donazione, il secondo termine di riferimento, come suo compimento e condizione per la sua realizzazione. SoliDando vuole promuovere la cultura dell’accoglienza e del dono, cercando proprio per questo di organizzare le risorse rese disponibili con criteri di efficacia ed efficienza».
Fonte: B-Mag, 20 maggio 2017